PASTORE, Annibale
Filosofo, nato il 13 dicembre 1868 a Orbassano (Torino), professore di filosofia teoretica nell'università di Torino dal 1921 al 1939.
Si è dedicato a problemi di filosofia della scienza, di cui ha esaminato soprattutto l'aspetto quantitativo, logico, causale. Logica e matematica come scienza della quantità tendono a identificarsi. La teoria dei modelli meccanici di cui la logica sarebbe un esemplare fra gli altri, nonché quella del metodo sperimentale, esauriscono il concetto di causalità nella scienza. Questa è insufficiente al concetto di causalità nella filosofia, la quale non perciò è autorizzata a sostenere le vecchie teorie della causa prima e della causa ultima, che sarebbero feticci ipercausali.
Il principio di identità non è pura tautologia: in a è a sono due concetti, non uno, e v'è rapporto tra loro. Da questo rapporto ha origine la logica del potenziamento, per cui dalla relazione dei concetti nasce un aumento nel concetto stesso, che non sarebbe qualora il concetto fosse senza relazione alcuna. Questa logica del potenziamento, che il P. ha sviluppato insieme con il Mosso, è una logica non analitica e deduttiva, ma sintetica e costruttiva; ed essa autorizza a passare alle altre attività dello spirito come l'etica e perfino la mistica. Tale indirizzo speculativo il P. stesso indica come relativismo universale.
Suoi scritti principali sono: Il problema della causalità, Torino 1921, 2 voll.; La logica del potenziamento, Napoli 1936; La logica sperimentale, ivi 1939; L'acrisia di Kant, Padova 1940; Scritti di varia filosofia, Milano 1940. Il P. ha dato un profilo del suo pensiero in Filosofi italiani contemporanei, Milano, 2ª ed., 1946.