MAZZUOLI, Annibale
– Nacque a Siena nel 1657, ultimogenito dell’architetto e scultore Dionisio da Cortona e fratello di Francesco, Giovanni Antonio, Giuseppe e Agostino. Non si conosce la sua formazione artistica, ma potrebbe aver proseguito gli studi a Roma dove, nel 1675, all’età di diciotto anni, risulta essere abitante in via delle Carrette.
Il M. è documentato a Roma anche in anni successivi, sebbene non si abbiano notizie di suoi lavori nell’Urbe se non a partire dal secondo decennio del Settecento. La sua presenza in città, in via Ripetta con il fratello scultore Giuseppe, è attestata dal 1679 e al 1682; nel 1685 è documentato ancora presso Giuseppe, con la moglie, romana, Anna Lavinia Antonini; risulta, quindi, essersi trasferito dal 1698 in vicolo delle Carrozze e, dal 1700, in via Laurina, dove abitò fino al 1706 con la moglie e i figli Maria Dorotea, Margherita, Dionisio (nato nel 1690), Rosa, Francesco e Maria Agnese.
Probabilmente la prima opera del M. fu l’affresco con S. Ludovico che lava i piedi a Gesù eseguito nel 1684 in una delle vele della volta della chiesa dell’oratorio dei Ss. Ludovico e Gherardo a Siena; le altre tre vele (il S. Ludovico in gloria, ritoccato dopo il terremoto del 1798 dal pronipote Francesco, il S. Ludovico che battezza e il S. Ludovico che si presenta al pontefice) furono dipinte due anni dopo. Nel frattempo, tra il 1685 e il 1686, realizzava tre piccole tele ovali, il Martirio di s. Bartolomeo, S. Sebastiano curato da s. Irene e S. Ansano in atto di battezzare, per i sovrapporti della nuova chiesa di S. Antonio da Padova alle Murella, nella contrada della Tartuca; nel 1686 lavorò per la chiesa di S. Agostino, realizzando per il secondo altare di destra la tela a olio firmata e datata con lo Sposalizio di s. Caterina da Siena e disegnando uno dei due angeli in scultura per l’altare maggiore (Faluschi, p. 71). Nel 1690 acquistò a Siena una casa da N. Borghesi in via dei Maestri e interruppe il suo lavoro nella chiesa dei Ss. Ludovico e Gherardo per iniziare ad affrescare, insieme con il quadraturista V. Ferrati, la volta di S. Antonio da Padova alle Murella con S. Antonio in gloria e i quattro peducci con le Virtù del santo.
Nel 1818 la cupola fu abbattuta per farne costruire un’altra, quella attuale, dipinta da V. Dei e dal doratore B. Montini. La chiesa era stata eretta a spese dei contradaioli che intervennero anche con la loro opera a cominciare dal progettista N. Franceschini, dallo stesso M. e dal fratello Giuseppe, tutti abitanti della contrada, che rinunciarono in parte al salario.
Dal 1697, dopo il compimento degli affreschi della cupola e fino al 1701, il M. eseguì la tela con la Predica miracolosa di s. Antonio ai pesci, collocata sull’altare di destra nel 1797, il cui disegno è conservato nel Fondo Ciaccheriano della Biblioteca comunale degli Intronati di Siena (S.I.3, c. 1v).
Contemporaneamente, dal 1690 iniziò per la chiesa di S. Pietro alle Scale in Castelvecchio i perduti affreschi nella volta con Maria Vergine, s. Giovanni Battista e angeli, nei peducci i Santi della regola francescana, nell’arco dell’altare maggiore Gesù Cristo morto affiancato da due santi e nei laterali dell’altare sinistro le Storie di s. Margherita (Romagnoli, p. 495). Nel 1692, per la collegiata di S. Maria Assunta a Casole d’Elsa, dipinse il quadro, non più reperibile, con Dio Padre, i ss. Giorgio e Caterina per l’altare di sinistra della crociera (ibid., p. 496). Secondo Romagnoli, nel 1694 il M. disegnò la Madonna con Bambino, opera che sarebbe dovuta essere poi incisa su legno per il santuario di Maria Santissima di Pancole presso San Gimignano. Nel 1695 dipinse, come riporta l’epigrafe sotto la decorazione, lo stemma con Enrico IV prostrato davanti a Gregorio VII alla presenza della contessa Matilde e il fregio della lunetta a destra della finestra, ancora visibile nella prima sala al piano terra del palazzo pubblico di Siena, la bilanceria di Biccherna. Ancora per il palazzo pubblico (sala grande al primo piano) avrebbe realizzato nel 1709 la lunetta della Vergine Maria con l’arme medicea, unita all’Arme della moglie di Cosimo III e completata da un’epigrafe datata, opera scomparsa con la decorazione ottocentesca (ibid., p. 499).
Sempre alla fine del Seicento si possono ricondurre le pitture con gli Angeli che mostrano gli strumenti della Passione, eseguite per la grande pala che una volta figurava sull’altare del Sacro Chiodo del duomo di Colle di Val d’Elsa (tre frammenti si conservano nel locale Museo civico e diocesano d’arte sacra); le tele con due Evangelisti disposte sotto l’arco della tribuna nella chiesa di S. Angelo a Ponte Tressa in Val d’Arbia; la tela tonda con la S. Caterina in gloria, sita nell’oratorio del santuario-casa di S. Caterina da Siena, nella contrada del Drago a Siena; e forse due tele, non più rintracciabili, per il palazzo pubblico: una datata e firmata 1695, commissionatagli da Giovan Battista Spannocchi, raffigurante la Santificazione di Gregorio VII (Della Valle, p. 373), l’altra con il Miracolo del bastone di s. Francesco (Faluschi, p. 100).
Intanto, nel 1700 concludeva i lavori iniziati insieme con i fratelli, che progettarono e decorarono l’altare maggiore, nella chiesa di S. Martino, dove il M. eseguì ad affresco il Paradiso con santi e beati senesi in gloria nella cupola, i Quattro evangelisti (nella figura di s. Giovanni è ripresa quella di Domenico Zampieri detto il Domenichino in S. Andrea della Valle a Roma: Romagnoli, p. 498) nei peducci, e S. Martino in gloria circondato dalle Virtù nel coro.
Dal 1710 al 1714 eseguì per l’oratorio dei Ss. Pietro e Paolo, nella contrada della Chiocciola, l’Adorazione dei pastori e l’Epifania sulle pareti laterali della tribuna dell’altare maggiore. Nel 1712 realizzò tre affreschi con S. Vigilio, S. Francesco Saverio e S. Francesco Borgia sopra la nicchia dell’altare maggiore della chiesa di S. Vigilio, commissionatigli da Lattanzio e Marcello Biringucci.
Intanto, dal 9 ott. 1710 al 12 dic. 1712 è documentato a Roma al servizio del Palazzo apostolico per i restauri degli affreschi della cappella Sistina, diretti da C. Maratti. Dal 1712 al 1717 compì altri interventi di restauro degli affreschi nelle residenze pontificie del Vaticano, dove fu attivo nella biblioteca, e di Castel Gandolfo; nel 1723 lavorò nelle sale di Perseo, di Amore e Psiche e Paolina in Castel Sant’Angelo. Nel 1720 ripulì e reintegrò, sotto la direzione dell’architetto abate C.S. Fontana, nipote di C. Fontana, le pitture a fresco del tempo di Clemente VIII collocate nel transetto della basilica di S. Giovanni in Laterano; il 18 ott. 1724 fu retribuito per «l’acconcio e la ripulitura delle pitture nella Cappella della SS. Annunziata» (Salamone, p. 216) e di quattro angeli nella cupola della chiesa della Ss. Trinità dei Pellegrini e convalescenti.
Realizzò inoltre un disegno per un altarino portatile, dipinto nel 1713 per Clemente XI, raffigurante Maria Vergine con il Bambino, i ss. Pietro, Paolo e Giovanni Evangelista (Romagnoli, pp. 499 s., 507), conservato oggi nel citato Fondo Ciaccheriano (S.II.3, c. 15r). Nel 1724 dipinse il perduto quadro con l’Assunta per l’altare dei «RR. Canonici del Duomo» nella chiesa parrocchiale di Strove, frazione di Monteriggioni (ibid., p. 500).
Nel 1725 presenziò a Roma alla stesura dell’inventario dei beni del defunto fratello Giuseppe, esistenti presso l’abitazione nella strada di S. Vitale, dove risiedevano anche il M. con la sua famiglia (la moglie sarebbe morta nel 1728), la vedova del fratello e il nipote Bartolomeo, figlio del fratello Giovanni Antonio. Sempre a Roma, ancora nel 1725, eseguì per l’altare della seconda cappella a destra del duomo di Siena la tela raffigurante la Visione di s. Girolamo con la Trasfigurazione di Cristo, il cui disegno è conservato nel Fondo Ciaccheriano (S.II.3, c. 24v).
In età già avanzata, tra il 1728 e il 1730 restaurò per i canonici del capitolo di S. Pietro in Vaticano nella chiesa di S. Caterina della Rota a Roma tutti gli affreschi e alcune pitture; dipinse inoltre «di nuovo» nella cappella del Ss. Crocifisso, consacrata il 10 ag. 1730 (Cracas, n. 2032, 12 ag. 1730, p. 9), le figure di S. Carlo Borromeo e di S. Antonio da Padova con un paesaggio e la tela del soffitto con S. Caterina in gloria (opere non più esistenti); nella chiesa di S. Biagio della Pagnotta in via Giulia ritoccò l’affresco posto sulla facciata esterna e dipinse, per l’altare di sinistra della chiesa, consacrato l’11 nov. 1730 (ibid., n. 2074, 18 nov. 1730, p. 2), la tela a olio con S. Biagio vescovo, unica opera romana del M., ancora visibile, posta oggi sull’altare maggiore.
Il M. morì a Roma il 28 dic. 1743, nella casa in via di S. Vitale, e fu sepolto, come i suoi familiari, nella parrocchia di S. Francesco di Paola.
Numerose sono le opere del M. eseguite a Siena e fuori città, citate da Romagnoli, ma oggi non più reperibili. A Siena: l’affresco con S. Maddalena in gloria, nella cupola della distrutta chiesa delle Madri convertite in Camollia; due tele laterali all’altare maggiore con S. Sebastiano e S. Michele, nella chiesa di S. Rocco, oratorio della contrada della Lupa; S. Elena, sull’altare di destra della badia di S. Michele dei Vallombrosiani, oggi S. Donato. Fuori Siena: a Roma, nella chiesa della Ss. Concezione, la tela con Maria Vergine e santi¸ dipinta dopo il 1685 per l’altare del coro, e sostituita con l’attuale nel 1807; a Prato, nella chiesa della Compagnia di s. Bernardino, la tela dell’altare maggiore; a Marciano, nella chiesa parrocchiale, S. Pietro e S. Paolo ai lati dell’altare maggiore; a Colombaio Sansedoni, il quadro d’altare con S. Giulia, nella cappella della villa; a Bresciano, nella parete destra della parrocchia, una tela con i Ss. Ambrogio Sansedoni e Ansano; a Querciagrossa, nella chiesa parrocchiale, lo stendardo con S. Antonio; a Maggiano, nella certosa, l’affresco raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e s. Bruno sulla porta dell’ingresso al primo chiostro; ad Alfiano, nella badia della Ss. Trinità, Gesù con due apostoli; a S. Maria del Ponte a Tressa, nella chiesa di S. Angelo, le tele con due Evangelisti disposte sotto l’arco della tribuna; a Quarto, nella badia, Maria sulle nubi e due santi sulla parete della cappella di sinistra; a Montagnola senese, nella pieve, Maria con Bambino e santi sull’altare maggiore; a Casole, nella collegiata, oltre al citato quadro del 1692, tre ovati con S. Francesco di Paola, S. Antonio, S. Giuseppe nel secondo altare; ad Asciano, nella collegiata, Maria Vergine in gloria con i ss. Michele e Filippo Neri; a Lucignano in Val di Chiana, nella chiesa di S. Francesco, una tela con vari santi; a Montepulciano, nel duomo, Maria Vergine con il Bambino, s. Girolamo e altri santi e S. Regina sul quarto altare di sinistra, Maria Vergine con il Bambino e il Padre Eterno sull’altare di destra della crociera e un altro dipinto sull’altare di sinistra; a Colle Val d’Elsa, nella cattedrale, Gli arcangeli che sorreggono i simboli della Passione, nella cappella del Sacro Chiodo, e nella chiesa delle monache, Maria con Bambino in gloria, sull’altare di sinistra; a Volterra, nella chiesa di S. Giusto, una tela con Il martirio di s. Lino.
Altre opere del M. sono conservate a Siena: nel Museo diocesano d’arte sacra, quattro tavolette raffiguranti la Sacra Famiglia con s. Giovannino, la Pietà, S. Gherardo confortato dagli angeli e S. Ludovico di Tolosa confortato dagli angeli, opere eseguite con la collaborazione di D. Burbarini, verosimilmente per il cataletto della Compagnia dei ss. Gherardo e Ludovico; nella Galleria Chigi-Saracini, la tela raffigurante S. Luca (Romagnoli, p. 502); nella Collezione Saracini, Fondazione dell’Accademia musicale Chigiana, Ritratto di Giovanni Mazzuoli con un modello per il busto del cardinale Flavio Chigi (attribuito: inv. n. 641). Oltre a quelli già citati, la Biblioteca comunale degli Intronati di Siena conserva i seguenti disegni del M. nel Fondo Ciaccheriano: S.I.2; S.II.7; S.III.3; E.I.15.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, Parrocchia di S. Maria del Popolo, Stati delle anime, regg. 21/76 (1678-81); 21/77 (1682-92, via di Ripetta); 21/78 (1693-1701); 21/79 (1702-11, strada Laurina); Parrocchia di S. Francesco di Paola, Libro dei morti, reg. 29, c. 180; Arch. di Stato di Roma, Stato civile, Appendice, Libri parrocchiali, Stati delle anime, S. Francesco di Paola, VI-23 (1725, strada verso S. Vitale); Siena, Arch. dell’Opera metropolitana, vol. 19, cc. 98 s.; Ibid., Biblioteca comunale degli Intronati, Mss., C.V.3: G.C. Carli, Notizie di belle arti, in V. Benvoglienti, Secolo XVIII (1752-56), cc. 324-331; L. Pascoli, Vite de’ pittori, scultori ed architetti moderni, I, Roma 1730, ad ind.; II, ibid. 1736, ad ind.; G.A. Pecci, Ristretto delle cose più notabili della città di Siena, Siena 1761, ad ind.; J.-J. Le François de Lalande, Voyage d’un françois en Italie, III, Venise-Paris 1769, p. 14; C.-N. Cochin, Voyage d’Italie, I, Paris 1773, p. 228; G. Della Valle, Lettere senesi sopra le belle arti, III, Venezia 1786, pp. 373, 448; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, I, Bassano 1809, pp. 340, 368; G. Faluschi, Breve relazione delle cose notabili della città di Siena, Siena 1815, pp. 67, 71, 100; E. Romagnoli, Biografia cronologica de’ bellartisti senesi, 1200-1800 (1835), XI, Firenze 1976, pp. 489-508; L. Ilari, Indice topografico dei manoscritti della Biblioteca comunale di Siena (1840), c. 152v; E. Repetti, Diz. geografico fisico della Toscana… Ducato di Lucca Garfagnana e Lunigiana, IV, Firenze 1841, p. 598; G. Milanesi, Sulla storia dell’arte toscana, Siena 1873, pp. 63 s.; L’oratorio di S. Antonio alle Murella (1682-1982), Siena 1982, ad ind.; Palazzo pubblico di Siena: vicende costruttive e decorazione, a cura di C. Brandi, Milano 1983, pp. 179 s., 210, 266, 298, 311, 349; Die Kirchen von Siena, a cura di P.A. Riedl - M. Seidel, I, München 1985, pp. 406-448; II, ibid. 1992, fig. 511, p. 632; G. Colalucci, Tecniche di restauro, in La cappella Sistina. I primi restauri: la scoperta del colore, a cura di M. Baroli, Novara 1986, p. 264; La scultura: bozzetti in terracotta, piccoli marmi e altre sculture dal XIV al XIX secolo (catal., Siena), a cura di G. Gentilini - C. Sisi, I, Firenze 1989, p. XXX, fig. 16; M. Ciampolini, Stampe e disegni restaurati della Biblioteca comunale (catal.), Siena 1990, p. 84; Michelangelo e la Sistina, la tecnica il restauro il mito (catal.), Roma 1990, pp. 75, 289 s., 293 s.; La chiesa dei Ss. Pietro e Paolo ed il Museo della contrada della Chiocciola, a cura di L. Betti, Siena 1994, pp. 82, 92 n. 8, 111; F. Salamone, Preparativi per il giubileo del 1725: gli interventi nella chiesa della Ss. Trinità dei Pellegrini e convalescenti di Roma, in Studi sul Settecento romano, XV, Roma 1999, p.216; G. Scaloni, Restauri e allestimenti nei giubilei del 1700 e 1725 attraverso documenti inediti: la basilica di S. Giovanni in Laterano, ibid., pp. 14, 83 s., 90, 94; Alessandro VII Chigi (1599-1667): il papa senese di Roma moderna (catal.), a cura di A. Angelini - M. Butzek - B. Sani, Siena 2000, pp. 473, 509 fig. 343; S. Ceccarelli, La chiesa di S. Biagio della Pagnotta a Roma, in Storia dell’arte, 2000, n. 100, pp. 12 fig. 6, 11, 13, 17 s., 22 n. 47, 23 nn. 71-78; Id., La chiesa di S. Caterina della Rota a Roma nei documenti dell’Arch. del Capitolo di S. Pietro, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, VIII (2001), pp. 89, 93-98, 101, 111-113; Drawing in Renaissance and Baroque Siena: 16th and 17th century drawings from Sienese collections (catal.), a cura di M. Ciampolini, Siena 2003, pp. 14, 31 n. 15, 32 n. 31, 40, 296, 313 s. n. 68, 329 s.; S. Carbonara, Parrocchia di S. Lorenzo ai Monti, in Studi sul Settecento romano, XX, Roma 2004, p. 261 n. 31; A. Marchionne Gunter, Parrocchia di S. Maria del Popolo. Rione Campo Marzio, ibid., XXI, ibid. 2005, pp. 184, 195 n. 148; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p.316.