Narrazione storica di avvenimenti politici o comunque importanti, divisa per anni.
All’antichità romana appartengono gli A. massimi, raccolta di notizie desunte dagli archivi del pontefice massimo, pubblicata probabilmente dal pontefice Publio Muzio Scevola alla fine del 2° sec. a.C., di cui rimangono frammenti. Non è certo se essi fossero la trascrizione, con interpolazioni, delle tabulae dealbatae esposte ogni anno dal pontefice nella Regia o piuttosto la trascrizione dei protocolli pontificali dei quali le tabulae sono i riassunti.
Agli A. si collegano le opere degli annalisti romani. I primi fra questi, della fine del 3° sec. a.C. (Quinto Fabio Pittore, Lucio Cincio Alimento ecc.), scrissero in greco, proponendosi di offrire al mondo civile una nobile esposizione della storia di Roma. Gli annalisti della fine del 2° e dell’inizio del 1° sec. a.C. (Lucio Cassio Emina, Lucio Calpurnio Pisone Frugi, Celio Antipatro, Quinto Claudio Quadrigario, Valerio Anziate, Gaio Licinio Macro) scrissero in latino. Si limitano per lo più all’esposizione cronachistica e non sono esenti da falsificazioni e invenzioni, ma possono essere una fonte importante per i periodi non molto lontani dall’età dello scrivente.