ANNA PERENNA
. Divinità del più antico ciclo del culto ufficiale romano, annoverata fra gli dei indigeti negli indigitamenta. Fu dapprima venerata a Laurento, quindi il suo culto passò a Boville e di lì a Roma; dalle sponde del Numicio fu trasferito alle rive del Tevere. Nel nome stesso della divinità è evidente un suo rapporto con il principio e la fine dell'anno. A lei infatti si prega ut annare perennareque commode liceat (Macrobio, Saturn., I, 12, 6): ove per annare si deve intendere l'entrare nel nuovo anno, e col perennare il condurre a buon fine quello uscente. Per questo appunto la sua festa cadeva alle idi (il 15) di marzo, nel primo mese, cioè, dell'antico anno civile, ed aveva carattere gaio e spesso licenzioso, come celebrazione del rinnovellarsi dell'anno. Un boschetto sacro a questa divinità era presso la riva sinistra del Tevere, all'incirca al 1° miglio della via Flaminia; e si trovava fuori della cinta di mura urbane, come tutti i templi e santuarî consacrati alle divinità non originarie di Roma, ma importate. Il sacro lucus si vedeva dall'alto del Gianicolo, come attesta Marziale (IV, 64, 16) con i noti versi: et quod virgineo cruore gaudet, Annae pomiferum nemus Perennae. Ivi si celebrava ai 15 di marzo la festa in onore della dea. Il trovarsi il boschetto di Anna Perenna nei pressi del fiume Tevere ha dato origine ad una falsa etimologia del nome Anna Perenna, che deriverebbe da amnis perennis.
L'origine del culto di questa antichissima divinità, presto oscuratasi, fu in vario modo interpretata già dagli antichi. Ovidio nei Fasti dà ben sei spiegazioni diverse: fra queste notevole è quella che identificò, in base alla pura omonimia, Anna Perenna con Anna sorella di Didone (l'Anna soror virgiliana); questa dalla tradizione letteraria fu fatta giungere, espulsa da Cartagine, nel Lazio, dove si sarebbe annegata nel fiume Numicio e sarebbe divenuta oggetto di culto.
Bibl.: R. H. Klausen, Aeneas und die Penaten, Amburgo 1839, p. 717 segg.; E. Teltscher, Ûber das Wesen der Anna Perenna und der Dido, Mitterburg 1877, p. 31; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 2912, pp. 147, 241-42; id., in Real-Encycl., I, col. 2223.