LASCARIS, Anna
Nacque a Tenda nel novembre 1487, figlia di Giovanni Antonio, conte di Tenda, e di Isabella d'Anglure. Nel 1498, a soli undici anni, andò in sposa a Luigi di Clermont-Lodère, del quale rimase vedova pochi mesi dopo le nozze. Il 28 genn. 1501, con una solenne cerimonia nella chiesa di S. Maria di Tenda, sposò Renato detto il Gran Bastardo di Savoia (era figlio naturale del duca Filippo II Senza terra e fratellastro del duca Filiberto II il Bello). Dopo la precoce morte del fratello Giacomino e della sorella Valentina, la L. rimaneva unica erede con diritto di successione sulla Contea di Tenda; il matrimonio con Renato aprì dunque la strada al passaggio del piccolo Stato nell'orbita sabauda.
La Contea si estendeva lungo la valle Roja, in quel settore delle Alpi Marittime attraversato dalla principale via di comunicazione fra Cuneo e il mar Ligure; essa rappresentava un'importante cerniera di raccordo nei domini sabaudi (in particolare fra le valli cuneesi e la Contea di Nizza), e fra questi ultimi e la Provenza. Il notevole valore strategico di Tenda e delle altre terre sottoposte ai Lascaris dal XIII secolo aveva ripetutamente attirato le attenzioni dei Francesi e dei Savoia, nei confronti dei quali i conti si erano sempre sforzati di mantenere una posizione equidistante.
L'unione fra Renato e la L. sembrò rompere questo difficile equilibrio e sancire l'assimilazione di Tenda nei domini ducali. Le intricate dinamiche dinastico-familiari della corte sabauda spinsero tuttavia in un'altra direzione i destini del piccolo Stato di cui la L., dopo la morte del padre avvenuta nel 1509, era divenuta sovrana.
Renato di Savoia, conte di Villars e di Sommariva del Bosco, nel 1499 aveva combattuto a fianco del re di Francia Luigi XII nella guerra per il controllo del Ducato di Milano. In una fase in cui i legami con i Francesi sembravano dominare gli orientamenti della politica sabauda (la sorella di Filiberto II, Luisa di Savoia, aveva infatti sposato nel 1488 Carlo di Angoulême e dal loro matrimonio, sei anni dopo, sarebbe nato Francesco I, futuro re di Francia) Renato cercò di aprire nuovi orizzonti alla diplomazia ducale. Nella prospettiva di ristabilire un più favorevole equilibrio di forze con le potenze vicine, Renato si impegnò in prima persona per migliorare i rapporti con l'Impero senza incrinare quelli con la Francia. Divenuto governatore di Nizza e di Mondovì, egli non riuscì tuttavia ad accattivarsi le simpatie della nuova duchessa Margherita d'Asburgo, andata in sposa al duca Filiberto II nel 1501. La duchessa, temendo le conseguenze del dinamismo diplomatico di Renato, nel 1504 lo accusò di tramare con i Francesi e gli Svizzeri, e riuscì a ottenere dal Senato di Chambéry il momentaneo bando del cognato dai domini sabaudi e il sequestro delle sue signorie nel territorio ducale. Questa decisione, che spinse il Gran Bastardo a riparare in Francia e a entrare al servizio di Luigi XII prima e di Francesco I poi (dai quali fu naturalizzato e insignito di prestigiosi incarichi, come quello di luogotenente generale del re Cristianissimo e governatore di Provenza), comportò il consolidamento di vincoli sempre più stretti fra la monarchia francese e la Contea di Tenda. Ne costituiscono una prova i frequenti soggiorni della L. ad Amboise, dove mantenne per lungo tempo l'incarico di prima dama di Luisa di Savoia.
La frequentazione della corte dei Valois permise alla L. di entrare in contatto e di instaurare rapporti di amicizia con i maggiori casati francesi. Queste relazioni si rivelarono importanti nel momento in cui la contessa si trovò a gestire la politica matrimoniale dei suoi cinque figli.
Dopo la morte di Renato- sopraggiunta il 31 marzo 1525 - la L., come previsto nel testamento del consorte, assunse la reggenza della Contea e la tutela dei figli Claudio (1507-66), Onorato [II] (1509-80), Maddalena, Margherita e Isabella. Le strategie nuziali costituirono la principale occupazione della contessa, decisa a rinsaldare i vincoli con l'aristocrazia francese per rafforzare il prestigio che il suo Stato aveva acquisito presso Francesco I. La L. riuscì così a stabilire solidi legami di sangue tra i Savoia-Lascaris e influenti famiglie come i Foix, i Montmorency, i Lussemburgo. La necessità di fornire alle figlie sostanziose doti comportò, tuttavia, un notevole impegno economico, che in più di un'occasione rese necessario ricorrere alla vendita di alcuni feudi della Contea. Ad aggravare la già precaria situazione finanziaria contribuì il pesante esborso sostenuto dalla contessa in occasione del riscatto dei figli di Francesco I, prigionieri di Carlo V dopo la battaglia di Pavia (1525) e liberati nel 1530 a fronte del pagamento di un'ingente taglia.
Ritiratasi nella residenza di Villeneuve, nei pressi di Nizza, dove aveva stabilito una sfarzosa corte frequentata anche dal re di Francia, la L. proseguì la politica filofrancese e antisabauda del marito, orientando nella stessa direzione anche il figlio Claudio: nel 1553 diede supporto alle truppe francesi che avevano tentato (sia pur senza successo) di sottrarre al controllo ducale il castello di Saorgio, in Val Roja.
Gli ultimi anni della L. furono turbati dalla diffusione a Tenda e nella Contea del dissenso religioso, fomentato da Francesco Galateo di Caraglio. Lo stesso conte Claudio, che nel 1539 si era sposato in seconde nozze con l'ugonotta Francesca di Foix-Meille, aveva aderito al calvinismo. La L. morì il 10 luglio 1552. In ossequio alle disposizioni testamentarie espresse nel 1539 e nel 1552, le sue spoglie furono sepolte nella chiesa di Tenda, insieme con quelle del padre e del marito. Con la L. si estinse il ramo dei Lascaris di Tenda.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Corte, Materie politiche per rapporto all'Interno, Lettere diverse Real Casa, Lettere principi diversi, m. 86; Paesi, Nizza, Contado di Nizza, m. 51, nn. 3, f. 6 (testamento della L., 1552); 38; L. Durante, Chorographie du Comté de Nice, Turin 1847, p. 161; Les comtes de Tende de la maison de Savoie, par le comte de Panisse-Passis…, Paris 1889, pp. 43-54; A. Leone, Renato di Savoia (1473-1525). Studio storico su documenti inediti, Pinerolo 1903, pp. 46-48, 161; C.F. Savio, Tenda ai tempi di Emanuele Filiberto, in Lo Stato sabaudo ai tempi di Emanuele Filiberto, a cura di C. Patrucco, II, Torino 1928, pp. 127-130; G. Colli, Renato di Savoia, Torino 1938, passim; G. Marro, Antico e prezioso quadro del Municipio di Limone. Analisi antropologica e storica, in Boll. della R. Deputazione subalpina di storia patria, Sezione di Cuneo, XV (1943), 23, pp. 68-78; G. Beltrutti, Briga e Tenda. Storia antica e recente, Bologna 1954; A. Pascal, Il Marchesato di Saluzzo e la riforma protestante durante il periodo della dominazione francese (1548-1588), Firenze 1960, pp. 34, 118, 276.