ANITO ("Ανυτος, Anãtus)
Nato in Atene, verso il 450 a. C., da Antemione, ricco negoziante di cuoiami. Da giovane frequentò Socrate; Platone lo introduce interlocutore nell'ultima parte del Menone. Nel 410-9 gli Ateniesi lo mandarono stratego, con trenta navi, in soccorso di Pilo messenica; sorpreso da una tempesta, non osò proseguire e ritornò: accusato di tradimento e processato, corruppe i giudici e fu assolto.
Dominando in Atene i Trenta, dapprima parteggiò per Teramene, contro Crizia; poi, condannato a morte Teramene nel 404, fu, con Trasibulo e con altri, a capo dei proscritti radunati in File, e fece parte della spedizione che abbatté il governo dei Trenta. Restaurato il regime democratico, ebbe in Atene grande potenza; e nel 399 egli fu il principale ispiratore, il più autorevole e ascoltato sostenitore del processo contro Socrate iniziato ufficialmente da Meleto: di lui, infatti, è l'accusa che Socrate corrompesse i giovani, di lui la proposta di condanna a morte. In seguito, esiliato da Atene, riparò a Eraclea; dove, dicono, finì lapidato.
Fonti principali Plat., Menon., 90 a, b; Apol., passim; Xenoph., Apol., 29-31; Diod., XIII, 64, 6; Aristot., Ath. resp., 27, 5; 34, 3; Xenoph., Hell., II, 3, 42-45; Lys., XIII, 78, 82; Isocr., XVIII, 23; Hell. Oxyrh., 1, 2.
Bibl.: J. Kirchner, Prosop. Attica, Berlino 1901-03, I, n. 1324; Aly, in N. Jahrb. f. Philol., XXXI (1913), p. 169; J. Beloch, Gr. Geschichte, Strasburgo 1912-1925, 2ª ed., III, i, p. 64; ii, p. 447.