ANGUISSOLA
. Illustre famiglia piacentina che una favolosa tradizione fa discendere da Galvano De Soardi o Sordi, oriundo inglese, liberatore di Costantinopoli dall'assedio dei Saraceni nel 717. E dal serpente (anguis) che Galvano avrebbe avuto sullo scudo, sarebbe derivato il cognome Anguissola. In realtà solo nel sec. X si hanno notizie sicure degli Anguissola, allora già saldamente stabiliti nel comitato piacentino, come risulta da una concessione feudale di alcune terre fatta da Ottone III, in data 14 ottobre 996, a favore di Ferrobono, Guglielmo, Orabono, fratelli de Anguissolis. Nella prima metà del sec. XII, la famiglia Anguissola è, con quella dei Landi, degli Scotti e dei Fontana, una delle primarie famiglie magnatizie piacentine (cfr. I. Della Cella, Della famiglia Anguissola. Elogio storico, Piacenza 1779, p. 37-38) e occupa nell'età comunale i maggiori uffici cittadini. Nell'Album antiquorum Doctorum Collegii DD. Doctorum et Iudicum Placentiae usque ad annum 1435 (cfr. Statuta varia civitatis Placentiae, Parma 1860, pp. 480-485) il loro cognome ricorre non poche volte; e più volte li troviamo anche in altri comuni, chiamati all'ufficio podestarile. In Piacenza capeggiano la parte guelfa: Riccardo, Martino, Bonizzone Guglielmo, Borgognone furono veri capi del popolo piacentino; qualcuno di essi ebbe anzi piena balia sulla città. Destreggiandosi poi abilmente con le varie signorie che successivamente si stabilirono in Piacenza, gli A. riuscirono ad arricchirsi di titoli, privilegi e feudi, sino a dominare, con titolo di conte e marchese, su cinquanta fra terre e castelli, ossia su pressoché tutte e due le estese e belle valli della Nure e della Trebbia (Della Cella, op. cit., pag. 17). Verso i Farnesi, invece, la loro condotta variò con le circostanze. Famosa è la congiura piacentina del settembre 1547, capeggiata dal conte Giovanni A., contro Pier Luigi Farnese, il quale aveva iniziato la lotta contro i privilegi feudali e avocato a sé anche la nomina del vicario di provvisione, che prima doveva essere scelto tra i Fontana, i Landi, gli Scotti e gli Anguissola. È vero che, nella sua apologia, il conte Giovanni lasciò scritto che egli si indusse a uccidere il Farnese "non per ambizione, non per avarizia, non per offesa particolare, né per alcun'altra cosa che per interesse della patria mia"; ma a ben diversa conclusione è arrivata la critica recente (cfr. R. Massignan, Il primo duca di Parma e Piacenza e la congiura del 1547, in Arch. stor. per le prov. parmensi, n. s., VII, 1907, pp. 96-97). Comunque, gli A. si riconciliarono presto coi Farnesi, dai quali pure ebbero feudi, titoli e onori, che seppero conservare sotto i Borboni, successi ai Farnesi nel ducato di Parma e Piacenza.
Tra gli A. insigni nelle armi, nella diplomazia, nelle scienze e nelle lettere sono da ricordare: Lancillotto, soldato, filosofo e poeta, caro ai Visconti pel valore dimostrato alla battaglia di Parabiago e carissimo al Petrarca; Niccolò, filosofo, professore nell'università di Pavia (1486); Francesco, suo contemporaneo, uno dei migliori giureconsulti del tempo; Alessandro, che comandò valorosamente una galea genovese alla battaglia di Lepanto (1571), sotto gli ordini di Alessandro Farnese, ch'egli poi seguì nelle Fiandre; Giovanni (1576), benemerito delle memorie storiche piacentine. Nel '600 e nel '700, gli A. si distinguono soprattutto nella diplomazia e nelle lettere: così monsignor Lodovico, il conte Carlo ed altri. Nel sec. XIX, G. Battista, cultore di storia patria, pubblicò Le effemeridi storico-piacentine dal 1804 al 1846; il conte Antonio, chiamato nel 1848 a far parte del governo provvisorio di Piacenza, fu tra i più operosi Piacentini nel promuovere l'annessione del ducato al Piemonte.
La famiglia A. si divise ben presto in varî rami: Anguissola di Cimafava e S. Damiano, di S. Giorgio, di Vigolzone, di Podenzano e Ville, di Travo, di Gazzola e Pigazzano, di Altoé. Il titolo comitale fu conferito al ramo di Podenzano da Bona e da Gian Galeazzo Sforza, il 1° dicembre 1477; al ramo di S. Damiano, in persona di Alessandro, fu conferito il 1° marzo 1683, dal duca Ranuccio II Farnese. Il titolo marchionale era già stato concesso, il 14 agosto 1599, da Ranuccio I a quell'Alessandro di Vigolzone che si era distinto a Lepanto. Al ramo di Gazzola l'anzianato di Piacenza rilasciò attestato di nobiltà il 17 aprile 1614. Il castello di Altoé, infine, veniva eretto in contea da Ranuccio II Farnese il 19 febbraio 1650. Circa i rami tuttora esistenti e riconosciuti, cfr. Elenco ufficiale nobiliare italiano, Torino 1922, pp. 32-34; Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano 1928, I, pp. 392-393.
Arma: Partito: nel 1°, di oro all'angue al naturale; nel 2°, di rosso ai quattro albioni o promontorî d'argento.
Bibl.: B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico, I, Pisa 1896, p. 47; Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza, Piacenza 1757; I. Della Cella, Della famiglia Anguissola. Elogio storico, Piacenza 1779; sui varî personaggi della casa Anguissola, oltre i volumi del Poggiali forniti di indici utilissimi, e l'Elogio del Della Cella, dove qualche notizia è data anche sulle donne di questo casato, cfr. L. Mensi, Dizionario biografico piacentino, Piacenza 1899; e G. C. Crescenzi, Corona della nobiltà italiana, Bologna, I (1639); II (1642); Cenno genealogico della famiglia Anguissola, in Calendario d'oro, III, Roma 1891. Notizie si possono pure trovare nell'Archivio gentilizio dell'Archivio comunale e dell'Archivio di Stato di Parma.