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ANGOULÊME

di Henri PATRY - Valeria BLAIS - Louis GILLET - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANGOULEME

Henri PATRY
Valeria BLAIS
Louis GILLET

ANGOULÊME (A. T., 35-36).- Città della Francia centrooccidentale, antica capitale dell'Angoumois, oggi capoluogo del dipartimento della Charente. È posta a 76 m. s. m., su un promontorio traversato dalla Charente e dall'Anguienne, e dal quale si domina a NO. e S. un immenso panorama. La città è ancora circondata in molti punti dai suoi antichi bastioni, che hanno dato luogo, per alcuni tratti, a bei viali. La popolazione era di 38.200 ab. nel 1911, e di circa 36.000 nel 1926.

La sua industria è data dalle cartiere, giustamente celebri, in cui si fabbrica carta di lusso, e dalle cave, da cui si estraggono pietre da taglio. È inoltre centro importante per la fabbricazione e l'esportazione dell'acquavite, e ha una polveriera di stato. Per le comunicazioni è servita dalla ferrovia Orléans-Bordeaux, che è un tratto della grande linea da Parigi a Bordeaux e Biarritz per la Spagna, e da moltissime ferrovie secondarie, che la uniscono a località vicine o si riallacciano ad altre linee importanti. La città è sede di vescovato, di prefettura, di corte d'assise, di tribunale di prima istanza e di commercio. Tra gl'istituti d'istruzione novera un liceo, una scuola normale e un seminario. Possiede una biblioteca di 16.000 volumi e alcuni manoscritti.

Storia. - Già nel sec. III, Angoulême (lat. Ecolisma, Engolisma) è sede di un vescovato suffraganeo di Bordeaux; si ha infatti menzione di un vescovo di A., S. Ausonio, verso il 260. E dell'antica vita cristiana nella città rimangono testimonianze importanti: soprattutto l'epitaffio di Basilia, del 405, e un sarcofago della fine del Sec. VI. Durante il sec. V, la città è in possesso dei Visigoti; nel 507, passa ai Franchi e poi ai re d'Aquitania. Distrutta verso la metà del sec. IX dai Normanni, risorge nell'868; e, costituitasi la contea, la città ne diventa capitale.

I conti d'Angoulême della dinastia di Guglielmo I, detto Taillefer (916-962), la governano fino al 1194. Città e contea passano poi, per via del matrimonio di Isabella, figlia del conte Vulgrino III, nella casa reale inglese (e da Giovanni Senzaterra la città ottiene le prime carte di privilegio); e nel 1220 sono portate in dote dalla stessa Isabella, vedova, ad Ugo X di Lusignano. Ma, nel 1302, Filippo il Bello riunisce entrambe alla corona di Francia. Da allora, eccetto un breve periodo durante il quale soggiace alla dominazione inglese (1360-1373), Angoulême resta sempre francese. Nel 1373, Carlo V le concede una nuova carta comunale confermata a parecchie riprese; e la città continua a godere dei suoi privilegi fino al 1765. La contea, eretta in ducato nel 1515, viene più volte concessa, dal sec. XIV in poi, a principi del sangue.

Angoulême fu patria di Margherita di Valois e d'Angoulême, sorella di Francesco I (1492-1549); del poeta Mellin de Saint-Gellais (1491-1558); di Francesco de Corlieu, erudito (morto nel 1575); del viaggiatore Andrea Thevet (1502-1590); del regicida Ravaillac (1578-1610).

Arte. - Angoulême ha il tipo caratteristico della piazzaforte sorta su posizione strategica naturale, allo sbocco di due vallate, sopra una collina che determina esattamente la forma della città. Ma la città ha poi traboccato fuori dei bastioni, formando al piede della collina grandi sobborghi industriali. Dei bastioni romani, rimangono solo poche vestigia là dove sono ora i boulevards esterni

La cattedrale di S Pietro, costruita dal vescovo Girardo al principio del sec. XII, ha subito purtroppo nel sec. XIX un eccessivo restauro, diretto dall'architetto Abadie. La facciata è interamente decorata di sculture collocate sotto arcate, e rappresentanti nel loro insieme la scena del Giudizio universale: disposizione unica, tanto per la iconografia, quanto per la distribuzione architettonica; ma essa è stata molto restaurata, e la parte superiore è del tutto moderna. L'interno ha una sola navata a tre campate (la prima, di stile più severo, indica l'inizio della costruzione), coperte da grandi cupole, su pennacchi che ricadono su pilastri rettangolari con colonne addossate; un transetto, che all'incrocio con la navata è sormontato da una cupola con tamburo e lanterna, mentre i bracci, che terminavano con due campanili, abbattuti (quello a nord rifatto dall'Abadie), sono coperti da vòlte a botte. Le sculture della facciata, che possono risalire al principio del sec. XII, hanno singolare importanza per la storia della scultura romanica in Italia trovando paragone in alcune parti delle più antiche sculture del duomo di Modena.

Nell'antico vescovato e nella chiesa di S. Andrea si notano pure alcune parti romaniche; e il municipio, edificato dall'Abadie in stile gotico, è sull'area dell'antico castello del quale rimangono due torri; una della fine del sec. XIII, l'altra del sec. XV.

Il Museo di pittura contiene oggetti d'arte d'ogni sorta; il Museo archeologico conserva, tra gli altri cimelî, numerosi oggetti gallo-romani, alcuni capitelli romanici, un timpano della facciata della cattedrale. (V. tav. LXXVII).

Bibl.: Per la parte storica: Vinet Elie, Recherches sur l'antiquité d'Angoulême, 1567; Corlieu, Recueil sur la ville et les comtes d'Angoulême, 1576; Vigier de la Pile, Histoire de l'Angoumois, 1846; F. Lièvre, Angoulême: histoire, institutions et monuments, 1885. Per la parte artistica: L. Serbat, Angoulême (Congrès archéologique de France, 1912); E. Biais, Catalogue du Musée archéologique d'Angoulême, Angoulême 1885.

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