Angiosperme
Piante che si riproducono grazie ai fiori
Comparse alla fine del periodo giurassico, circa 135 milioni di anni fa, le Angiosperme dominano attualmente la Terra e rappresentano le piante superiori, cioè quelle più evolute. Esse comprendono piante legnose, quali arbusti e alberi, piante erbacee, rampicanti, piante acquatiche. Le Angiosperme contano più di 250.000 specie. La loro diffusione è legata allo sviluppo del fiore, che ne assicura la riproduzione sessuale. Una volta avvenuta la fecondazione, il fiore si trasforma in frutto entro il quale si sviluppano i semi.
Nel regno vegetale sono inclusi numerosissimi organismi, tutti formati da cellule eucariotiche, cioè dotate di nucleo, delimitate da una parete oltre che da una membrana cellulare, e provviste di cloroplasti, organelli presenti nel citoplasma contenenti la clorofilla. Vi appartengono quasi tutte le alghe, i muschi, le felci e le Spermatofite (cioè quelle piante superiori che producono i semi). Solo dopo questa piccola premessa che descrive il regno vegetale potrete individuare la posizione delle Angiosperme. Le Angiosperme sono solo le più evolute tra le piante che producono i semi; le altre sono le Gimnosperme, più antiche e primitive. Le Angiosperme sviluppano i propri semi entro il frutto, che serve a proteggerli e a diffonderli nell'ambiente.
Una caratteristica distingue le piante appartenenti a questo gruppo ed è la presenza di un fiore, organo che assicura la loro riproduzione sessuale, che successivamente si trasforma in frutto da cui si diffondono i semi. La diffusione delle Angiosperme, che fioriscono in vari periodi dell'anno, è legata all'efficienza della loro capacità riproduttiva e, in particolare, allo sviluppo del fiore. Affinché si sviluppi un'altra pianta, simile alla precedente, il fiore produce due tipi di cellule sessuali: i gameti maschili, anche detti granuli pollinici, che formano il polline, e quelli femminili, detti ovuli. La particolarità di queste piante dipende dal fatto che l'ovulo è protetto, perché situato nella parte più interna del fiore, entro l'ovario, un recipiente simile a un vaso. La fecondazione di queste piante, come quella di tutte le Spermatofite, è affidata all'impollinazione e cioè al trasporto del polline da una pianta all'altra. Il fiore, dopo che il granulo pollinico raggiunge l'ovulo e avviene la fecondazione, si trasforma in frutto entro cui si svilupperanno i semi che garantiscono lo sviluppo di una nuova piantina. Di conseguenza, la diffusione delle Angiosperme è affidata alla disseminazione e cioè al trasporto e alla dispersione dei semi.
Le Angiosperme hanno grandezze variabili: partono da qualche millimetro in alcune piante acquatiche e raggiungono più di cento metri di altezza in alcuni alberi. Comprendono piante che crescono negli ambienti più disparati, dalle regioni temperate a quelle più estreme, quali le regioni desertiche o quelle artiche. Le loro radici, il fusto, le foglie, estremamente adattabili, si sono trasformate in modo da renderle idonee a tutti gli ambienti terrestri.
Nel corso dell'evoluzione le Angiosperme sono comparse a partire dalle Gimnosperme, piante più primitive che dominavano la Terra durante l'era dei rettili, nel Mesozoico, quando l'Africa e l'America Meridionale formavano il supercontinente Gondwana. Il progenitore delle Angiosperme si suppone che fosse un arbusto con caratteristiche intermedie tra i due gruppi. I reperti fossili più antichi dimostrano la sua presenza nelle pianure subtropicali del Kansas, negli Stati Uniti, dove allora vivevano molte specie di dinosauri. Questa pianta perdeva le foglie periodicamente, a causa della siccità, e aveva un fiore simile a quello della magnolia attuale. Solo più tardi, alla fine del Mesozoico, nel periodo Cretaceo, tra i 90 e gli 80 milioni di anni fa, le Angiosperme si diffusero occupando zone sempre più vaste. La loro diffusione deriva soprattutto dalla maggiore velocità nel produrre i semi. Infatti le Gimnosperme, per generare nuove piantine, lasciavano, e lasciano tuttora, che il vento trasporti il polline lontano fino a incontrare casualmente gli ovuli di un'altra pianta. Le Angiosperme, invece, poiché avevano sviluppato i fiori che, per il loro colore e profumo, attiravano insetti e altri animali, utilizzavano questi organismi per trasportare il polline da una pianta a un'altra e ciò ha permesso una riproduzione più efficace. Alla fine del Mesozoico le Angiosperme formavano foreste rigogliose simili alle attuali foreste tropicali soprattutto sulle colline e sui rilievi. Solo successivamente, quando invasero le pianure su cui crescevano rigogliose, le Gimnosperme acquistarono un ruolo dominante sulla Terra.
Il successo evolutivo delle Angiosperme, come già detto, è dovuto all'efficacia della loro riproduzione che dipende anche dalla velocità con cui tali piante producono i semi. È quindi importante considerare quanto tempo ciascuna pianta impiega per completare il ciclo vitale che comincia dalla nascita di un individuo e termina non appena esso dà origine a un altro individuo simile al precedente. Le Angiosperme richiedono tempi diversi per completare il proprio ciclo vitale, tanto che i botanici raggruppano tutte le piante terrestri in tre grandi gruppi: piante annuali, biennali e perenni.
Le piante annuali (tra cui rientrano, per esempio, il papavero, il grano e i girasoli) sono così chiamate perché una volta germinate sviluppano una piantina che fiorisce, fruttifica e muore, completando il proprio ciclo vitale in un anno e concentrando tutte le forze per produrre i semi nel corso della stagione riproduttiva.
Le piante biennali (come la carota o la barbabietola) hanno un comportamento simile alle precedenti, ma producono i semi ogni due anni. Questo perché durante il primo anno di vita utilizzano le proprie risorse esclusivamente per lo sviluppo delle radici, del fusto e delle foglie e l'anno successivo, appena le condizioni ambientali sono favorevoli, si dedicano alla riproduzione.
Le piante perenni, infine, sono alberi, arbusti, cespugli o forme erbacee che vivono più di due anni e che, raggiunta la maturità, fioriscono, fruttificano e disperdono i propri semi ogni anno. Tulipani, ciclamini e fragole sono piante perenni perché durante la stagione a loro sfavorevole vivono sotto forma di bulbi o di stoloni (piccoli fusti che strisciano sul terreno) senza sviluppare lo stelo e le foglie.
Le piante perenni, sembrerebbero il gruppo più attivo nel riprodursi, perché producono i semi ogni anno. Tuttavia va considerato che spesso trascorrono alcuni anni prima che la pianta fiorisca e che non sempre la fioritura avviene ogni anno. Sono le piante annuali, invece, le più attive nel riprodursi: appena germinano, infatti, esse concentrano subito le proprie risorse per assicurare la produzione dei semi e quindi dare vita a una nuova generazione.