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ANGHIARI

di Attilio Mori - Corrado LAZZERI - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANGHIARI (A. T., 24-25-26)

Attilio Mori
Corrado LAZZERI

Paese e comune della Val Tiberina in Toscana (Arezzo), sulle colline che cingono a ponente il piano di Sansepolcro, a 429 m. s. m., con 1650 ab. (il comune ha una superficie di kmq. 130,48, e 8370 ab.). Il paese consiste di due parti distinte: una vecchia, in alto, dalle strade anguste e tortuose e con antichi edifici, taluni non privi d'interesse artistico; l'altra moderna, sviluppatasi nel piano sottostante, con fabbricati decorosi e centro di un attivo movimento economico.

Notevole, dal punto di vista artistico, è il Palazzo pretorio, ora del comune, del sec. XIV, in parte ricatto, decorato con affreschi e stemmi, in terracotta o pietra, di vicarî e commissarî di varie epoche. Il paese vanta poi alcune chiese, che racchiudono pregevoli opere d'arte: la chiesa di S. Bartolomeo, del sec. XVIII, con ciborio della bottega dei Della Robbia, una Deposizione dalla Croce del Puligo, e un Cenacolo del Sogliani; la chiesa di S. Agostino, dei secoli XIII e XIV, in cui si trovano una Madonna e Bambino e Santi di Matteo di Giovanni, e alcune statue di legno del sec. XVI, forse opera di Baccio da Montelupo; la chiesa di Badia, che si adorna di una scultura di legno, di scuola pisana del sec. XIV, rappresentante la Madonna col Bambino, e di un dossale d'altare in terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia, rappresentante l'Adorazione del Bambino: la chiesa dell'Annunziata, del sec. XII, rinnovata nel sec. XV, con un fonte battesimale, anch'esso del sec. XV; e infine la chiesa di S. Biagio a Vaglialle, del secolo XII, con sculture romaniche. Sono degni di nota anche il castello di Montauto, del sec. XVI, in gran parte però ricostruito nel sec. XIX, e il Castello di Sorci, già dei Pichi di Sansepolcro, con cortile e porta d'ingresso del sec. XIII.

La prima memoria di Anghiari si ha in un atto dell'11 marzo 1082. Dai conti del prossimo castello di Galbino, vassalli del marchese del Monte S. Maria, la chiesa di S. Girolamo d' Anghiari passò nel 1104 ai camaldolesi, che eressero nella parte più alta della collina chiesa e monastero, e favorirono lo sviluppo del luogo con esenzioni da gabelle ed elargizioni di terreni. Il dominio dei priori di Camaldoli, che vi tenevano un visconte, cessò nel 1187, subentrandovi alcune consorterie di nobili; finché Anghiari venne in potere del vescovo aretino Guido Tarlati, la cui famiglia lo tenne fino al 1384. Impadronitisene poi i Fiorentini, vi costituirono un vicariato con vasta giurisdizione, estendentesi anche su parte del Casentino: ma il loro dominio fu contrastato dai Visconti di Milano. Un esercito visconteo condotto da N. Piccinino attaccò ad Anghiari milizie di Firenze e del papa: ma fu vinto (29 giugno 1440). Questa vittoria segnò l'inizio della potenza medicea. La battaglia di Anghiari doveva essere rappresentata in un grande dipinto murale di Leonardo da Vinci, nel salone dei Cinquecento in Palazzi Vecchio; ma il dipinto, non eseguito ad affresco, andò in rovina prima d'essere compiuto.

Anghiari viene ricordata in altre imprese di guerra, nelle sollevazioni di Arezzo contro Firenze. Delle rivalità, talvolta cruente, tra Anghiari e il vicino Borgo Sansepolcro, si ha un'eco nel noto poema eroicomico Il Catorcio d'Anghiari di Federigo Nomi (1633-1705).

Di Anghiari sono particolarmente ricordati Baldaccio di Piero Vanni, capitano, che fu trucidato nel 1441 nel Palazzo della Signoria di Firenze, l'orientalista Angelo Canini (sec. XVI) e l'ingegnere militare e storico Girolamo Magi (sec. XVII).

Bibl.: L. Taglieschi, Memorie storiche e Annali della Terra d'Anghiari, voll. 2 mss. presso la Biblioteca dei Laia di Arezzo; Cronologia della storia di Anghiari, ms.; Feste, riti, santi, beati e venerabili di Anghiari secondo i mesi, ms. presso i signori Pichi-Diamanti a Villalba (Borgo Sansepolcro); I. Tolomei Gucci, Vita di Gregorio di Vanni d'Anghiari contestabile e capitano generale di fanteria della repubblica fiorentina, letta nel 1804 nella Società Colombaria; ms. presso la detta società; M. Modigliani, Studî e documenti ad illustrazione degli statuti del comune di Anghiari del sec. XIII, in Archivio storico italiano, s. 4ª, V (1880), pp. 225-261; P. L. Occhini, La Valle Tiberina, tra le monografie illustrate dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo, LIII, pp. 27-59.

Vedi anche
Baldàccio d'Anghiari Condottiero (Ranco, Anghiari, 1400 circa - Firenze 1441); nel 1437 ebbe la cittadinanza fiorentina. Impossessatosi già nel 1440 del castello di Figline presso Chiusi, nell'agosto 1441 tentò di occupare Piombino, ritirandosi poi a San Miniato; caduto in sospetto di Cosimo de' Medici per la sua ambizione ... Niccolò della Stella Condottiero (m. 1435), nipote di Braccio da Montone. Al servizio della Repubblica fiorentina, sconfisse Lucca (1418) e sottomise Volterra (1429), insorta contro Firenze. Nel 1433, al soldo di Filippo Maria Visconti, invase, con Francesco Sforza, lo Stato pontificio, costringendo Eugenio IV a riconoscere ... Vitèlli, Alessandro, marchese di Cetona Condottiero (m. Citerna 1556); al servizio di Carlo V, partecipò all'assedio di Firenze (1529) sconfiggendo ad Anghiari Napoleone Orsini. Partecipò alla battaglia di Gavinana; poi, sconfitto nel tentativo di prendere Pisa, ritornò all'assedio di Firenze e, caduta la città, fu nominato comandante della ... Ludovico Trevisàn Ecclesiastico e uomo d'arme (Venezia 1401 - Roma 1465). Figlio del medico veneziano Biagio T., di modesta famiglia, è ricordato erroneamente, a partire dal sec. 17º, con il cognome Scarampi (probabilmente per un'affrettata lettura del testamento in cui lasciò coeredi della sua immensa fortuna due suoi ...
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    Comune della prov. di Arezzo (130,6 km2 con 5859 ab. nel 2007). Nell’alta Val Tiberina, ricordato per la prima volta nel 1048 col nome di Castrum angulare, fu feudo dei signori di Galbino, dei monaci camaldolesi, dei Tarlati di Pietramala (fino al 1384). Se ne impadronirono i Fiorentini, che vi costruirono ...
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