ANGERONA
. Divinità dell'antico ciclo sacro romano, la cui natura non fu ben chiara nemmeno agli antichi scrittori che ne fecero menzione (Varr., De lingua lat., VI, 23; Plin., Nat. Hist., III, 5, 65; Macrob., Saturn., I, 10, 7; III, 9, 4, ecc.). Il nome deriverebbe ab angeronando, ossia dal rivolgersi del sole; Angerona sarebbe stata quindi, con Anna Perenna, una divinità dell'anno nuovo. La sua festa infatti cadeva appunto nel giorno del solstizio d'inverno. Festo (Epitome, p. 17) e Macrobio (Saturn., I, 10, 9) fanno derivare invece il nome dalla malattia detta angina; la divinità guariva i colpiti da quel morbo, che a lei come supplici si rivolgevano. La sua immagine era rappresentata con la bocca chiusa, e si venerava sull'ara di Volupia. In un testo frammentario dei celebri Fasti Prenestini, compilati dal grammatico Verrio Flacco, ai tempi dell'imperatore Augusto, ciò è testimoniato con le parole: Angerona.... ore obligato in ara Volupiae. Quest'ara si trovava sul lato occidentale del colle Palatino, presso la porta del recinto romuleo che guardava verso il Tevere. Ivi, dinnanzi al simulacro della dea che teneva chiusa la bocca con l'indice della mano destra, nel giorno della sua festa, 21 dicembre, i pontefici immolavano una vittima.