ANGELUCCIO
L'unica notizia su di lui ci è stata tramandata da L. Pascoli nella vita del pittore Claudio Lorenese: "Ebbe poca sorte negli scolari, e di grido solamente Angeluccio, che morì giovane e poco poté operare... Questi fu l'unico allievo degno di lui". I vecchi inventari di collezioni romane registrano più volte il suo nome, sempre per paesaggi, ai quali hanno collaborato per le figure artisti della cerchia romana dei Bamboccianti, come il Cerquozzi o il Miel.
La sua personalità artistica è stata individuata sulla base didue dipinti già nella collezione del cardinale Flavio Chigi, ricordati col nome dell'A. in un inventario quasi contemporaneo e tuttora esistenti nella raccolta Incisa della Rocchetta. Partendo da questi, il Briganti ha raccolto un gruppo omogeneo di opere assegnabili con certezza a tale artista (Roma, Gall. Nazionale e coll. Busiri-Vici; Detroit, Institute of Fine Arts, ecc.). Che egli fosse allievo del Lorenese, come dice il Pascoli, difficilmente si dedurrebbe dalle sue opere, improntate a un realismo di ambiente, che rfflette tendenze più popolaresche e descrittive, ben adatte ad accogliere le figure del Cerquozzi o degli artisti a lui affini.
Pur non essendo un pittore di alta qualità, l'A. ha tuttavia, un suo stile personalissimo che lo fa distinguere subito nella massa dei paesisti operosi a Roma nel Seicento, per l'esuberante rappresentazione di folte masse di fogliame.
Bibl.: L. Pascoli, Vite..., I, Roma 1730, p. 29; G. Briganti, P.van Laer e M. Cerquozzi, in Proporzioni, III (1950), pp. 185, 198 nota 28; Id., I Bamboccianti (Catalogo della mostra), Roma 1950. p. 29 n. 40; D. Sutton, Artists in 17th Century Rome (Catalogo), London 1955, p. 1 n. 1; N. di Carpegna, Paesisti e Vedutisti in Roma nel '600 e '700 (Catalogo), 1956, pp. . 7, 41, 42, 44; Il Seicento Europeo (Catalogo), Roma 1956-57, p. 62 n. 3; U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildendon Kúnstler, I, p.513.