Savelli, Angelo
Pittore e scultore, nato a Pizzo Calabro (Catanzaro, poi Vibo Valentia) il 30 ottobre 1911, morto a Boldeniga nel comune di Dello (Brescia) il 27 aprile 1995. Si formò a Roma dedicandosi con passione allo studio della tecnica dell'affresco e della tempera all'uovo. Dall'inizio degli anni Cinquanta svolse la sua ricerca in ambito non figurativo; trasferitosi a New York nel 1954, fu in contatto, tra gli altri, con B. Newman e A. Reinhardt e tenne un'importante personale presso la galleria di L. Castelli nel 1958. Invitato alla Biennale di Venezia nel 1964, presentò le sue bianche superfici a rilievo litografico, ottenendo il Gran premio per la grafica. Svolse un'intensa attività didattica insegnando, tra l'altro, alla New School for Social Research di New York (1959-65) e alla University of Pennsylvania di Philadelphia (1960-69). Autore di numerose sculture monumentali (Empedocles, 1973, Syracuse, Lincoln Center; Aglaophon, 1981, New York, Audubon Art Center), le sue opere sono state esposte in Italia al Padiglione di arte contemporanea (PAC) di Milano nel 1984, nella Casa del Mantegna a Mantova nel 1990 e, nel 1995, alla Biennale di Venezia e al Museo d'arte contemporanea L. Pecci di Prato.
Tra gli ultimi esponenti della Scuola romana, partecipe dell'atmosfera di rinnovamento culturale del dopoguerra a Roma (fu tra i fondatori dell'Art Club nel 1945), dal primitivo espressionismo (Piazza del Pantheon di notte e Nudo, presentati alla Quadriennale di Roma del 1943) giunse a un particolare linguaggio astratto attraverso una profonda riflessione soprattutto sulla sperimentazione di E. Prampolini, sullo spazialismo di L. Fontana e sulla ricerca materica di A. Burri; altrettanto importante fu il suo avvicinamento alla filosofia zen e alla pratica yoga. Dalla fine degli anni Cinquanta, la sua pittura trovò nell'uso monocromatico del bianco il mezzo per esplorare modulazioni di spazio e di luce, inglobare, filtrare e lasciar decantare anche materiali eterogenei, come la corda che ricorre spesso dal 1962. Queste caratteristiche rimasero anche quando dalla pittura-rilievo S. passò a installazioni più complesse, dai folti insiemi di Dante's Inferno (1964-68; legno, plexiglas, corda) e Tree with 84 tree trunks (1978) alle tele sagomate, alle figure geometriche che dialogano sulla superficie o nello spazio: Paradise I (1967), Paradise II (1967), Illumine one (1972), Forum (1970-74), Inficosmo (1987, Gibellina, Museo Civico). Vedi tav. f.t.
bibliografia
Angelo Savelli. Opera grafica 1932-1981, a cura di G. Appella, Milano 1981.
Cataloghi di mostre
Angelo Savelli. L'etereo, a cura di S. Sansone, F. Gualdoni, Casa del Mantegna, Mantova 1990.
Angelo Savelli, a cura di A. Soldaini, Prato, Museo d'arte contemporanea L. Pecci, Milano 1995.