Rizzoli, Angelo
Editore e produttore cinematografico, nato a Milano il 31 ottobre 1889 e morto ivi il 24 settembre 1970. Fondatore di un impero editoriale e cinematografico tra i più significativi nell'Italia del Novecento, R. è stato una figura intorno alla quale sono ruotate vicende culturali e di costume di primario riferimento nella storia italiana.
Nato in una famiglia di modeste condizioni e orfano di padre, fu affidato nel 1897 alle cure dell'orfanotrofio maschile milanese dei 'Martinitt', ove sarebbe restato fino al 1906, conseguendo la licenza elementare e imparando, su suggerimento della madre, il mestiere di tipografo. Uomo risoluto e profondamente insofferente rispetto a qualsiasi imposizione esterna, dopo un apprendistato in tipografia e un lavoro all'Alfieri & Lacroix, nel 1909 decise di mettersi in proprio, avviando con un socio una piccola tipografia a Milano. Nella realtà delle nascenti Breda, Falck, Pirelli, il giovane R. iniziò ad affinare il suo spirito imprenditoriale, stampando con la sua ditta individuale, A. Rizzoli & C., molta pubblicità commerciale. Inizi duri, segnati dall'angoscia delle cambiali da pagare e dall'ansia di raggiungere una continuità nel lavoro. Sposatosi nel 1912 con Anna Marzorati, figlia di un tipografo, congedato dall'esercito nel 1917 e quindi tornato a Milano, R. conobbe l'editore Calogero Tumminelli: fu l'incontro che doveva cambiare il suo destino. Tumminelli, fondatore nel 1906 a Milano della Casa editrice d'arte Bestetti e Tumminelli, e dal 1925 primo direttore editoriale dell'Istituto Giovanni Treccani, lo introdusse nell'editoria, suggerendogli di rilevare alcune riviste della Mondadori dai bilanci in rosso (quali "Comoedia", "La donna", "Novella", "Il secolo illustrato"), e affidandogli l'esecuzione tipografica della Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, la cosiddetta Enciclopedia Treccani. Così, tra la fine degli anni Venti e gli inizi dei Trenta R. poté uscire dall'incubo dell'indebitamento con le banche e raggiungere una certa tranquillità economica.
Con il consolidamento, R. incominciò a diversificare la sua attività, intuendo nel cinema il suo futuro campo d'azione, accanto all'impresa editoriale. Nel 1934, con la sua neonata casa di produzione Novella Film, produsse il film La signora di tutti diretto da Max Ophuls, con Isa Miranda, cui seguì nel 1935 Darò un milione di Mario Camerini. Al di là degli inizi cinematografici, gli anni Trenta furono per R. contrassegnati dalle esperienze editoriali del settimanale umoristico-satirico "Bertoldo", fondato nel 1936 e soppresso dopo l'8 settembre 1943, e del settimanale di attualità politica e letteraria "Omnibus", aperto nel 1937 e costretto dalla censura a chiudere nel 1939, archetipo di tutti i rotocalchi italiani. A ciò si aggiunse l'espansione nell'editoria romana con l'acquisto della casa editrice Novissima. Proprio nella capitale R. ebbe modo di farsi conoscere negli ambienti cinematografici e, negli stessi anni, acquistò il quindicinale "Cinema", diretto da Vittorio Mussolini, mentre nel 1938 entrò come amministratore delegato nel consiglio di amministrazione dell'Era Film, società di produzione cinematografica fondata nel 1937 con presidente lo stesso figlio di Mussolini, per poi uscirne nel 1940 con la cessione delle proprie azioni alla Scalera Film. La collaborazione con V. Mussolini non significò un'adesione al fascismo: durante il Ventennio R. aiutò di fatto personaggi invisi al regime, sempre riuscendo a distinguere in ogni questione l'aspetto politico da quello economico.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, si lanciò in nuovi programmi editoriali, intuendo immediatamente l'esponenziale bisogno di informazione che il nuovo corso politico avrebbe impresso alla società italiana. Uscì così nel luglio 1945 il settimanale "Oggi" (orientato verso un pubblico conservatore) e, nello stesso anno, il settimanale satirico-politico "Candido", di netta ispirazione filomonarchica e anticomunista, chiuso nel 1961. Notevole nel 1949 fu anche l'iniziativa nel settore libri della BUR, la Biblioteca Universale Rizzoli destinata alle famiglie. Ammaliato dal mondo cinematografico, in quello stesso anno R. si rilanciò nel cinema, producendo con la Rizzoli e C., insieme al produttore Giuseppe Amato, il film Domani è troppo tardi (1950) di Léonide Moguy. La collaborazione con Amato risultò determinante nell'intelligenza produttiva dell'imprenditore, tanto che nel 1951 la sezione cinematografica della Rizzoli e C. divenne la Dear Film (Distribuzione Edizione Amato Rizzoli), poi trasformatasi nel 1952 con l'inserimento di Robert Haggiag in DEAR Film (Distribuzione Edizioni Associate Rizzoli), dalla quale R. si sarebbe staccato nel 1956. All'inizio degli anni Cinquanta R. produsse quaranta film, tra i quali Don Camillo (1952) diretto da Julien Duvivier, tratto dal romanzo Mondo piccolo (1948) di G. Guareschi, primo film di una fortunatissima serie. Nello stesso periodo cambiò (1952) il nome dell'impresa editoriale in Rizzoli Editore e l'anno successivo acquistò il settimanale "L'Europeo", che nel gruppo sarebbe stato referente di un pubblico orientato in senso progressista.
Con la casa di distribuzione Cineriz, avviata nel 1956, cui si sarebbe affiancata nel 1965 la società per azioni Rizzoli Film, R. mise in piedi un'impresa cinematografica dotata di ingenti capitali, libera da condizionamenti politici, al cui marchio fecero riferimento molti registi affermati come anche giovani promesse. Tra questi, singolare per il legame personale e i capolavori prodotti, rimase la collaborazione con Federico Fellini, che, dopo il successo di La dolce vita (1960), si concretizzò (con l'intervento nel 1962 della Cinematografica Fideriz, casa di produzione con intenti mecenateschi, ma di incerta fortuna) nei film 8 1/2 (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). Invano però R., produttore amante delle storie semplici e a lieto fine, in grado di dare speranza alla gente, tentò di convincere Fellini a girare un film dal romanzo Misunderstood di F. Montgomery, che divenne invece un grande successo di pubblico (Incompreso, 1966) grazie a Luigi Comencini.
A. Mazzuca, La erre verde. Ascesa e declino dell'impero Rizzoli, Milano 1991.