Chirurgo (Incisa in Val d'Arno 1715 - Firenze 1790). Operò nell'ospedale di S. Maria Nuova in Firenze: nella medicazione delle ferite, quasi anticipando la dottrina dell'asepsi, propugnò, in sostituzione del metodo allora in voga di imbrattarle con olî, balsami o altri liquidi, l'uso delle lavande con acqua tiepida e la protezione con "fila asciutte". Ha lasciato un Trattato sopra le malattie delle mammelle (1746) e un Trattato sopra la semplicità del medicare i mali appartenenti alla chirurgia (1764).