MORBELLI, Angelo
Pittore, nato ad Alessandria il 18 luglio 1853, morto a Milano nel 1919. Una sordità crescente che lo afflisse tutta la vita, deviò la sua inclinazione dalla musica alla pittura. Studiò nei primi anni all'Accademia di Brera in Milano, alla scuola del Bertini. Cominciò ad affermarsi come paesista, luminoso e romantico, sotto l'influenza del Segantini. Alla sua prima maniera; quando non è ancora attratto dal divisionismo, ma già afferma la sua personalità con ricerche di luce, appartengono: In risaia (Pinacoteca di Alessandria), Il viatico (Roma, Gall. naz. d'arte moderna). I primi accenni di ricerche divisionistiche sono già nella Lettera, del 1890. La nuova tecnica, di cui divenne convinto e tenace sostenitore, rispondeva all'intonazione psicologica delle sue creazioni. specialmente per quei quadri ispirati alla vecchiaia, al tema delle ultime luci, della vita che si spegne, i quali costituiscono il gruppo più notevole e personale della sua produzione. All'espressione di questo sentimento crepuscolare conveniva bene il puntinismo, che poteva rendere una particolare atmosfera vibrante e imbevuta di luce. Il capolavoro del genere è Inverno al Pio Albergo Trivulzio, dove lo stato d'animo coincide con la tecnica del dipingere. Altri quadri tipici sono Il Natale dei rimasti, Giorno di festa. Si compiace del patetico contrasto tra la giovinezza e la vecchiaia, il quale, sempre sottinteso nelle sue tele (Giorni ultimi, Tempi lontani), si rende finalmente palese nel trittico La vita (Milano, raccolta Pietro Ruffini), che riassume tutto l'accento sentimentale e le doti tecniche dell'artista.
Bibl.: A. Colasanti, La Galleria nazionale d'arte moderna in Roma, Milano-Roma s.a., p. 156; R. Pantini, A. M. and L. Pelizza, in The Studio, XLV (1909), pp. 64-69; M. Ravà, L'83ª esposizione della Società amatori e cultori di belle arti in Roma, Milano 1914; R. Calzini, Mostra postuma di A. M. nella Galleria Pesaro di Milano, Milano 1929-30; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con bibl.).