CAVAZZONI, Angelo Michele
Figlio di Alfonso, nacque a Bologna nell'anno 1672 (Zanotti), ed ivi morì il 9 marzo del 1743 (Crespi; Bologna, Accademia di Belle Arti, Atti dell'Accademia Clementina, 1743, III, c. 109). Il C. fu allievo di G. G. Santi e studioso delle opere dei Carracci a S. Michele in Bosco e a palazzo Fava. Figura di un certo rilievo nella Bologna di quegli anni, come può apparire dalle numerose cariche che lo impegnarono nell'Accademia Clementina (dove fu, come ricorda Zanotti, provveditore nel 1710, direttore negli anni 1718, 1720-22, 1725 e 1727; viceprincipe nel 1726; giudice di pittura insieme con lo stesso Zanotti nel concorso del 1727; e principe nel 1730), è invece attualmente irrecuperabile, non essendo testimoniata da alcuna sua opera sopravvissuta.
Di fatto la sua attività fu essenzialmente di copista, come attestano i suoi biografi Zanotti e, con pochissime aggiunte, Crespi. Sono infatti ricordate le copie delle seguenti opere: Ratto delle Sabine di G. G. Dal Sole (che gli fece incidere due suoi dipinti e presso il quale studiò); Resurrezione e Figliolprodigo di Annibale Carracci; la Turbantina, "l'arco" di S. Michele in Bosco (cioè il perduto dipinto del chiostro figurante S. Benedetto riceve i doni dei contadini:Gatti) ed altri dipinti di G. Reni; Maddalena di casa Angelelli di G. Cagnacci (due volte); Visione di Giacobbe, Abramo e gli Angeli, Mosè rimprovera gli Ebrei di Lodovico Carracci. Eseguì copie anche dal Cantarini, ma la sua impresa maggiore, che lo impegnò a lungo, furono le copie degli affreschi dei Carracci di palazzo Magnani (Orlandi).
Ebbe anche un'attività di prospettico poiché eseguì per il senatore Bargellini "più di cento disegni" (Crespi) dei principali monumenti architettonici di Bologna, alcuni dei quali furono anche incisi, per Benedetto XIII disegnò la cappella dell'Arca di S. Domenico, e collaborò con M. A. Chiarini alla realizzazione dei suoi disegni di fabbriche. Eseguì pure disegni anatomici per i trattati di A. M. Valsalva (per il De aure humano..., Bologna 1704)e di G. B. Morgagni. Di propria invenzione realizzò, per casa Zambeccari, Servio Tullio dormiente e Amore, per la città di Udine una tavoletta con Santi e per le collezioni imperiali di Vienna S. Caterina de' Vigri. Il C. è citato dal Campori a proposito di un elenco di quadri di casa Bianchetti di Bologna, da lui compilato nel 1740 in occasione di un inventario dei beni della famiglia.
Fonti e Bibl.: P. A. Orlandi, Abecedario pitt., Bologna 1719, p. 70; G. P. Zanotti, St. dell'Accad. Clementina [1739], a cura di R. Roli-A. Ottani Cavina, Bologna 1977, ad Indicem; L. Crespi, Felsina Pittrice, Bologna 1769, III, p. 259; G. Campori, Racc. di cataloghi ed inventari inediti, Modena 1870, p. 597; A. Gatti, S. Michele in Bosco, Bologna 1896, p. 30; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 231.