BERTALOTTI, Angelo Michele
Nacque a Bologna intorno al 1665 (secondo il Fétis, l'Eitner e altri studiosi successivi), o l'8 apr. 1666 (secondo l'Haberl, seguito dal Bertola e dal Serra-Zanetti). Iniziata la sua educazione musicale a Bologna, imparò l'arte del canto sotto la guida dei migliori maestri della città. In seguito si trasferì a Roma, dove rimase dal 1687 al 1690, continuando in questa città gli studi di musica e iniziando l'attività di cantore ecclesiastico, dapprima a S. Luigi de' Francesi, con A. Melani, maestro di cappella di quella chiesa dal 1672, poi nella chiesa di S. Agostino con il padre A. Masini, acquistandosi in breve tempo una larga fama.
Tornato a Bologna, il B. si dedicò a quella che sarebbe stata l'occupazione principale di tutta la sua vita, cioè l'insegnamento del canto e la formazione degli allievi. Nel 1693 fu nominato maestro di canto nelle Scuole Pie di Bologna. La dedizione dimostrata nell'insegnamento, l'originalità e lo spirito innovatore del suo metodo didattico, la sensibilità estetica unita a una profonda conoscenza della tecnica, infine la fama guadagnata, con la pubblicazione della sua prima opera (1698), non solo nell'ambiente musicale della sua città, ma tra i maggiori teorici del tempo, erano tutti elementi che concorrevano a farlo riconoscere come uno dei migliori maestri. Il 22 marzo 1703, come alto riconoscimento delle sue qualità, l'Accademia bolognese dei Filarmonici lo nominava suo socio. Due anni più tardi, nel 1705, il B. entrava a far parte, come basso, del coro della cattedrale di S. Petronio. Da questo momento vengono meno tutte le notizie sulla sua vita: sappiamo solamente che egli morì il 30 marzo del 1747.
La produzione del B. non è certo abbondante: egli deve la sua fama di teorico a due opere che furono ristampate, quasi ininterrottamente, per due secoli in Italia e all'estero. La prima, pubblicata a Bologna nel 1698 per i tipi di M. Silvani, intitolata Regole facilissime per apprendere con facilità, e prestezza li canti fermo e figurato dati alle stampe per comodo delli putti delle Scuole Pie di Bologna, pur essendo priva del nome dell'autore e della dedica, può con sicurezza essere attribuita al B. in base alle edizioni successive.
Questo trattato illustrava, in termini molto semplici, le regole più importanti sul canto fermo (fino a p. 41) e figurato (da p. 42 a p. 54): brevi insegnamenti sulle chiavi, sull'ordine grave e acuto, sul numero e le caratteristiche delle note, sulle pause, le mutazioni, il modo autentico e piagale, che il B., nella prefazione all'edizione del 1706,diceva di essersi preoccupato di raccogliere "tutte con la maggior diligenza possibile", aggiungendo che se il lettore si fosse stupito per lo stile poco elevato dell'esposizione, non doveva meravigliarsi "mentre intendo che debba servire à' giovani principianti".
Che quest'opera avesse invece un valore che trascendeva di molto le modeste intenzioni dell'autore è comprovato dal gran numero di edizioni che seguirono. Pochi anni dopo, nel 1706, era lo stesso B. che, apponendo questa volta il suo nome in fronte al testo, curava una ristampa completamente trasformata in cui, mentre la parte sul canto fermo, da lui ritenuta più necessaria al profitto dei discepoli, era zorredata di un maggior numero di prezetti, quella sul canto figurato veniva omessa del tutto e, inspiegabilmente, non doveva più essere inclusa in nessuna delle edizioni posteriori. Il titolo dell'edizione del 1706, pubblicata sempre a Bologna presso M. Silvani, è Regole utilissime per apprendere con fondamento e facilità il canto fermo…, dedicato all'Eminentiss. e Reverendiss. Signor Cardinale G. Boncompagni Arcivescovo di Bologna…, da A. M. B… Musico della perinsigne Collegiata… et Accademico o Filarmonico.
Fra le numerose edizioni successive ricordiamo qui le più notevoli, come quella del 1720, aumentata, nella quale il B. è detto "Maestro e nelle Scuole Pie e nel Seminario" (Bologna, G. A. Silvani), quella dei 1744,corretta e aumentata, dove di seguito alle Regole si trova un Dialogo tra maestro e discepolo, che serve come pretesto per ripetere quanto in precedenza già esposto e "ancora molte cose sopra la natura dei Tuoni sì perfetti, come imperfetti" (Bologna, L. Dalla Volpe), e infine quella del 1820,la sesta, dedicata al card. C. Opizzoni: nella prefazione "li Tipografi Arcivescovili", che curarono questa ristampa, dichiarano di aver pubblicato l'opera dei B. essendo un libro divenuto "assai raro" (Bologna, L. Gamberini e G. Parmeggiani).
Quasi quarant'anni dopo la sua prima opera il B. pubblicò la seconda e ultima, alla quale deve soprattutto la vitalità della sua fama: Solfeggi a canto e alto dati alle stampe per comodo delli putti delle Scuole Pie - dedicati agli illustrissimi signori governatori di detta opera da A. B. decano della perinsigne Collegiata…, (Bologna, L. Dalla Volpe).
La dedicatoria, datata da Bologna il 3 giugno 1744, ci fornisce dati interessanti sullo spirito col quale egli si accinse a pubblicarla: "…avendo conosciuto essere una cosa per così dire impossibile di scrivere le Lezioni, e far cantare un gran numero di scolari nel breve tempo di un'ora come porta l'obbligo: essendo io ora in età cadente, ho pensato di lasciare ai miei posteri il comodo dei seguenti 50 Solfeggi sicché tra le Regole che diedi alle stampe dei 1706 per li principianti, e questi per quando sono incamminati, possa restare esente il Maestro dalla fatica dello scrivere…".
Frutto di oltre mezzo secolo di esperienza, questi Solfeggi a due voci non assolvevano soltanto il modesto compito di supplire alle parti manoscritte di esercizio che i maestri di canto dovevano preparare per gli allievi, ma costituivano, all'epoca del B., un'opera di estrema utilità per l'educazione della voce, la sicurezza dell'intonazione, l'indipendenza e la purezza del canto delle singole parti, l'espressività artistica dell'interpretazione. Inoltre, anche dal punto di vista della scrittura musicale, rappresentavano un eccellente modello per tutti coloro che volevano dedicarsi all'insegnamento del canto corale. Opera, la cui importanza non doveva essere sminuita dal passare del tempo, se veniva definita di "unschätzbaren Wert und pädagogische Bedeutung" per ogni epoca da uno dei maggiori competenti in materia di polifonia del tempo, F. X. Haberl, allora direttore della Scuola di musica sacra di Ratisbona, che ne aveva curato l'edizione originale.
A conferma del favore eccezionale incontrato negli anni da questa opera, stanno le numerose ristampe pubblicate in Italia e all'estero, delle quali citiamo alcune delle più importanti: 1764,con elementi della musica figurata e sei solfeggi a tre voci (Bologna, L. Dalla Volpe); Cinquanta solfeggi a due voci (soprano e tenore o contralto e basso) ad uso delle scuole corali (Milano, A. Bertarelli e C., s. a.); alcune edizioni pubblicate, secondo l'Eitner che non dice l'anno, da S. W. Dehn; poi 50 zweistimmige Chor-Solfeggien, a cura di J. Stern (Leipzig, Peters, s.a.); 1880, A. B.'S fünfzig zweistimmige Solfeggien, a cura di F. X. Haberl (Regensburg): di questa edizione originale in setticlavio furono fatte quattro ristampe e, per ordine del ministero dell'Educazione, essa fu inclusa nel repertorio pedagogico delle scuole magistrali della Baviera; 1930, I celebri solfeggi a canto e alto di A. B., a cura di A. De Bonis (Torino, Sten).
Bibl.: G. Tebaldini, L'Arch. musicale della Cappella Antoniana di Padova, Padova 1895, p. 145; F. X.Haberl, A. B.'s fünfzig zweistimmige Solfeggien, Regensburg 1897, pp. V, 2; A. Bertola, in I celebri Solfeggi a canto e alto di A. B., a cura di A. De Bonis, Torino 1930, pp. V-VII (cfr. anche recens. di A. Serra-Zanetti, in L'Archiginnasio, XXV[1930], pp. 156 s.); G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, pp. 169 s., 314; IV, ibid. 1905, p. 188; G. Gasperini-N. Pelicelli, Catalogo della Biblioteca municipale di Reggio Emilia, Parma 1911, p. 5; De Katholieke Encyclopaedie, IV, Amsterdam 1933, p. 733; The British Union-Catalogue of early music printed before the year 1801, I, London 1957, p. 103; Riemann Musik-Lexikon, I, Mainz 1959, p. 156; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, Graz 1959, pp. 1 s.; F. J. Fétis, Biographie univ. des Musiciens, I, Bruxelles 1963, p. 381; Enciclopedia della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 251.