MAZZA, Angelo
Poeta, nato il 16 novembre 1741 a Parma, dove morì il 10 maggio 1817. Ebbe a maestri, tra gli altri, a Reggio L. Spallanzani e a Padova M. Cesarotti; nel 1768 fu nominato segretario dell'università di Parma, e nel 1772 insegnante di lettere greche nella stessa università. Nel 1775 sposò Caterina Stocchi, anch'essa mediocre poetessa. D'animo mite, ebbe tuttavia varie beghe, letterarie e d'altro genere, tra le quali famosa quella con Vincenzo Monti. Questi aveva conosciuto il M. nel 1777; guastatosi con lui, perché lo ritenne, sembra a torto, colpevole di maneggi contro l'Aristodemo, in una nota alla tragedia (1788) lo strapazzò. Rispose il M.; l'inimicizia durò fiera per parecchi anni.
Iniziato alla poesia da C. I. Frugoni, il M. restò essenzialmente un frugoniano, anche se ben presto amò atteggiarsi a emulo del maestro, al quale rimproverava d'essere "voto di sapere"; e si vantò di aprire in Parnaso "vie non trite", verseggiando di argomenti scientifici e filosofici, soprattutto dell'armonia e dei suoi effetti sugli uomini. I versi originali del M., in Arcadia Armonide Elideo, e le sue traduzioni dal greco e specialmente dall'inglese, furono lodatissimi ai suoi tempi; ma, salvo rari momenti felici, oscillano tra l'ampollosità e l'astruseria. Le sue cose migliori sono forse alcuni epitalamí e canzonette voluttuose, come La notte, imitata dal Carducci.
Opere, Parma 1816-1819, 5 volumi.
Bibl.: M. T. Balestrino, A. M., Milano-Genova-Roma-Napoli 1932 (con ricchissima bibl. del M. e sul M.).