LEGRENZI, Angelo
Ultimo dei tre figli maschi di Sebastiano di Pietro, avvocato, e di Orsetta Butta, di famiglia bellunese residente a Venezia, il L. nacque a Monselice, nella villa di famiglia, il 1° ott. 1643.
Nonostante la prematura morte del padre, il 6 ag. 1648 (era nato nel 1610), i tre fratelli ebbero un'istruzione di buon livello, tranquillamente consentita dal patrimonio familiare: la madre, nella redecima del 1661, dichiarava beni nel Padovano e nel Polesine. Come informa la documentazione prodotta dai fratelli per ottenere la cittadinanza originaria, essi furono orientati all'esercizio delle libere professioni e alla carriera burocratica. Il figlio maggiore, Giovanni Pietro, l'unico che avrà discendenti, e il primo a richiedere tale qualifica (11 sett. 1662) per impiegarsi alla Quarantia criminal, presentò un'identica supplica (18 genn. 1669) per conto di Francesco (nato l'8 ag. 1642), che sarà notaio a Venezia, e per il L., da poco addottoratosi in medicina, verosimilmente a Padova.
Favorito dalla parentela con l'affermato medico Tiberio Zuccato, marito di una sorella della madre, il L. esercitò la medicina per poco più di due anni a Venezia. Riaperte le rotte mercantili con il Vicino Oriente in seguito alla fine della guerra di Candia (1669), colse l'occasione di esercitare la professione al servizio del nuovo console in Aleppo di Siria, Marco Bembo, imbarcandosi con lui a Malamocco sulla nave "Confidenza" (17 ag. 1671).
Ha così inizio la narrazione autobiografica del Pellegrino dell'Asia. Cioè viaggi del dottor Angelo Legrenzi fisico e chirurgo, cittadino veneto…, opera nella quale il L., influenzato, come velatamente asserisce nel proemio, dal libro del viaggiatore romano Pietro Della Valle (Viaggi di Pietro Della Valle il pellegrino. Con minuto ragguaglio di tutte le cose notabili osservate in essi…, Roma 1650-63), racconta i ventitré anni di esperienze che lo avevano portato in India. Dal punto di vista storico, la ricostruzione è attenta, come si può facilmente verificare - specie per la prima parte del viaggio - incrociando date e itinerari riportati dal L. con quanto annota Bembo nei suoi dispacci, prima da Tripoli di Siria e poi da Aleppo (Arch. di Stato di Venezia, Senato, Dispacci consoli, Aleppo, f. 6).
La disposizione d'animo necessaria per affrontare realtà tanto diverse da quella in cui si era formato è ben riassunta dal L. nella chiusa dell'opera, dove consiglia chi volesse seguirlo "che prendi le sue misure nell'intrapresa dei viaggi, sia serio nel vestire, cauto nel parlare, affabile alla conversazione, non affatto ignaro della lingua, procurando anco di conformarsi al genio dei popoli" (Il pellegrino…, II, p. 414). Diversamente da quello del Della Valle, il racconto del L. è influenzato da una disposizione che si può definire scientifica. Oltre a un'ovvia attenzione per quanto attiene al suo mestiere (biologia, botanica, medicina, farmacologia, zoologia), di ogni città visitata il L. riporta sistematicamente cenni storici e religiosi, coordinate tolemaiche, stato delle strade, forma di governo, la presenza eventuale di mercanti europei, nonché, secondo la mentalità mercantile tipicamente veneziana, le possibili potenzialità economiche e commerciali.
La prima delle due parti dell'opera, divisa in trentadue capitoli, o "pellegrinaggi", racconta i viaggi fatti da Aleppo verso i luoghi santi della Palestina. La visita a Gerusalemme, poco prima della Pasqua del 1674, dell'ambasciatore francese a Costantinopoli Charles François Olier marchese di Nointel (confermata da Bembo, 4 giugno 1674) consentì al L. di aggregarsi al seguito del diplomatico. "Dopo due mesi e mezzo di peregrinatione" (I, p. 237) il L. era nuovamente ad Aleppo, arrivatovi per la via di Nazareth, Beirut (dove aveva sostato presso il mercante veneziano Andrea Visinoni) e Tripoli di Siria. Niente si sa dei quattro anni successivi: unica informazione registrata dal L. è l'invio a Venezia (1677), a Marino Garzoni, di una grande scultura di testa di cane "recuperata" presso il fiume "Naraelcheb" (I, p. 234) e spedita da Nicolò Visinoni, fratello di Andrea.
I quattro libri della seconda parte trattano del viaggio verso l'India e del ritorno in Italia. Il L. lasciò Aleppo con la carovana del mercante armeno Pedros l'8 apr. 1678. Presa la strada del Nordest verso il fiume Eufrate, piegò poi verso Sud e raggiunse Bagdad. Passato il Tigri, attraversò la Persia (qui descrive con cura le rovine di Persepoli e annota che a Shiraz vi era ancora la famiglia di P. Della Valle); poi, dal porto di Bandar Abbas (11 nov. 1678) raggiunse in nave Surat (25 dic. 1678). Avviatosi nell'interno, nella vicina città moghul di Aurangabad, il L. incontrò un altro medico e viaggiatore veneziano, Nicolò Manucci, autore a sua volta di una relazione di viaggio in India e molto influente presso il principe "Sultan Massan" (II, p. 220), uno dei figli del re moghul Awrangzēb. Ciò consentì al L. di essere ben introdotto presso quella corte e, poco dopo, di prendere parte al trasferimento della stessa a Delhi (25 luglio 1679). Il soggiorno nella capitale moghul si protrasse fino ai primi di febbraio 1680, quando il L. riprese la via del ritorno e da Surat (28 febbr. 1680), a bordo di una nave francese, in ventisei giorni tornò a Bandar Abbas, per poi rientrare finalmente ad Aleppo passando per Bassora e per Bagdad.
Non molto riferisce il L. sul periodo successivo, trascorso ad Aleppo, se non l'avventurosa fuga da lui organizzata del viceconsole veneziano Giovanni Andrea Negri (24 ag. 1684) - era appena scoppiata la guerra di Morea, ma i due avevano affari in comune, come è noto da un più atto notarile del 23 sett. 1707 - e l'opera prestata nell'emergenza delle pestilenze del 1677, 1687 e 1692. Il 13 luglio 1694 il L. lasciò Aleppo e, dopo tre giorni, ad Alessandretta si imbarcò su una nave francese, che il 18 settembre approdò a Livorno. Terminata la quarantena, il L. giunse a Monselice, nella villa di famiglia, accolto dal fratello Francesco (26 ott. 1694).
Tornò a vivere a Venezia, e dai necrologi dei provveditori alla Sanità risulta che esercitò di nuovo la professione di medico. Occupatosi dell'educazione dei figli del defunto fratello Giovanni Pietro, ottenne per loro il riconoscimento della cittadinanza originaria (30 luglio 1699).
Il pellegrino dell'Asia… era composto nel luglio 1703 e fu pubblicato a Venezia nel 1705 in due parti: Con li ragguagli dello stato della santa città di Gierusalemme, Betlemme, Nazareth et altri luoghi santi e città maritime (in 32 pellegrinaggi) e Con li ragguagli dello stato dell'Imperio ottomano, il re di Persia, de Mogori, e Gentili loro legge, vita e costumi (in quattro libri).
Il testamento del L. fu presentato il 10 ott. 1707, prima della sua partenza per la Polonia "al servizio del principe di Lublino" (Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Cod. Gradenigo - Dolfin, 83, I, c. 358r), dove il L. sarebbe morto il 12 ag. 1708.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, Cittadinanze originarie, bb. 388/54, 398/66; Dieci savi alle decime in Rialto, reg. 424; Catastico di Venezia, Estimo 1661, Dorsoduro, Parrocchia S. Gregorio, 1° sett. 1661, c. 407; Notarile, Atti, regg. 3584, c. 130r; 3586, c. 64; 3587, cc. 189, 196; 3588, cc. 27v, 109r-113; ibid., Testamenti, b. 801/14; Riformatori dello Studio di Padova, b. 291 (20 luglio 1703); Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Mss., P.D.C. 4/3: G. Tassini, Cittadini veneziani, 3, cc. 101-102, s.v.Legrenzi; Mss. Cicogna, 2011 (=502): E.A. Cicogna, Iscrizioni nella chiesa de' Ss. Giovanni e Paolo detta S. Zanipolo e cappella detta della Pace, c. 15v, n. 182; P. Amat di Sanfilippo, Biografia dei viaggiatori italiani con la bibliografia delle relazioni di viaggio dai medesimi dettate…, Roma 1881, pp. 445-447; Id., Bibliografia dei viaggiatori italiani ordinata cronologicamente ed illustrata…, Roma 1884, p. 77; G. Soranzo, Bibliografia veneziana…, Venezia 1885, p. 433, n. 5379; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori. Studio bio-bibliografico, Roma 1929, pp. 232 s., 246; G. Lucchetta, Viaggiatori…, in Storia della cultura veneta, 4, II, Vicenza 1984, ad ind.; A. Grossato, Navigatori e viaggiatori veneti sulla rotta per l'India: da Marco Polo ad A. L., Firenze 1994, pp. 12, 103-133.