CESARIS, Angelo Giovanni
Nacque a Casalpusterlengo (Milano) il 30 ott. 1749 da Giovanni Antonio e Vittoria Remugotti, in una famiglia della borghesia agiata che, originaria del Cremonese, s'era trasferita nel Lodigiano per curare dei beni che vi possedeva. Il C. studiò presso le scuole pubbliche dei gesuiti a Brera, dove fu fortemente colpito dal modello di vita proprio della Compagnia: decise così di entrarvi il 17 ott. 1764, iniziando il noviziato a Chieri. In seguito rimase fermo nella sua decisione nonostante le insistenze contrarie della madre, che, essendo morto il marito, aveva bisogno del suo aiuto per l'amministrazione del patrimonio familiare; dopo due anni trascorsi a Chieri il C. tornò a Milano, pronunziandovi i primi voti, e iniziò il quadriennio terminale del corso di studi gesuitico, durante il quale il suo interesse venne focalizzandosi sulle scienze esatte.
L'attività scientifica del centro gesuitico di Brera ruotava attorno all'osservatorio astronomico, nato verso il 1760 e progressivamente potenziato; il C. entrò nel suo organico, assumendo in breve un notevole ruolo. Nel 1772 l'osservatorio fu ufficialmente riconosciuto dal governo imperiale, che ne assunse il carico finanziario, ciò che consentì ai gesuiti che vi lavoravano di non subire contraccolpi, quanto meno sotto il profilo dell'operosità scientifica, per lo scioglimento della Compagnia deciso da Clemente XIV l'anno seguente; il personale rimase così inalterato, comprendendo il p. Lagrange come direttore e F. Reggio e il C. come sostituti, ai quali si aggiungerà tre anni dopo, come allievo, Barnaba Oriani.
Il lavoro scientifico del C., rimasto in breve alla guida dell'osservatorio, s'inscrive nell'ambito dell'astronomia d'osservazione, senza rilevanti contributi teorici e senza un indirizzo marcatamente originale nella conduzione dello stesso lavoro osservativo: i suoi lavori furono per lo più applicativi o volti alla riprova di punti in definitiva secondari nell'ambito della considerevole evoluzione dell'astronomia tra Sette e Ottocento; detto questo, e delimitato così il ruolo del C. entro la prassi scientifica dell'epoca, va notato comunque che in tali limiti egli svolse una funzione storica apprezzabile, con un lavoro che per estensione, durata e precisione ha pochi confronti nell'astronomia italiana del periodo.
L'opera di maggior mole e lena intrapresa dal C. è la redazione di effemeridi astronomiche annue, avviata e portata avanti quasi interamente da solo per ventotto anni a partire dal 1775 (Efemeridi astronomiche per l'anno 1775. Calcolate per il meridiano di Milano dall'ab. A. de' Cesaris,con l'aggiunta di altri opuscoli, Milano 1774; dall'anno seguente Ephemerides astronomicae ..., scritte quasi interamente in latino, contenenti in appendice scritti del C. stesso e di altri collaboratori dell'osservatorio). Ciò lo sottopose a osservazioni e calcoli di tale vastità, e con margini così ristretti di tolleranza, che è veramente notevole che trovasse il modo di lavorare su fenomeni esulanti da quelli considerati nelle effemeridi, esponendo i suoi risultati in memorie scientifiche d'un certo rilievo. Per lo più, come accennato, queste figurano, assieme ad altre di Reggio e dello stesso Oriani, in appendice alle effemeridi, ma talvolta negli atti di istituti culturali dei quali il C. fu membro.
Di questa produzione (l'elenco completo è in Corniani, Bianchi e Sommervogel) si possono ricordare, oltre alle Osservazioni dellacongiunzione inferiore di Venere col Sole a dì20 marzo 1782 (in Mem. di matem. e fis. d. Società ital. d. scienze [Verona], II [1784], 1, pp. 313 ss.), un opuscolo annesso alle Ephemerides per il 1790 (De montibus Vulcanis Lunae Commentarius, Mediolani 1790), in cui si discute la teoria herscheliana delle eruzioni lunari; le Osserv. del clima della Lombardia (in Mem. di mat. e fis. d. Società ital. d. scienze [Modena], XVIII [1820], pp. 57-99); una biografia di Reggio, suo collaboratore per molti anni (Commentarii de vita F. Reggis, aggiunta alle Ephemerides del 1806), e una cronistoria degli sviluppi dell'attività scientifica nella Lombardia del '700 (Sopra le scienze e gli stabilimenti scientifici della Lombardia, in Collezione degli atti delle solenni distribuzioni dei premi d'industria fatte in Milano, Milano 1824). Nell'esaminare le tesi di Herschel sull'attualità delle eruzioni lunari il C. si mostra piuttosto scettico, parendogli che l'assenza d'una atmosfera lunare costituisca un ostacolo quasi insormontabile all'ammissione di processi di combustione sulla superficie dell'astro; ammette tuttavia che l'aspetto del satellite rende plausibile un'attività vulcanica trascorsa. Lo scritto sulla storia dell'attività scientifica in Lombardia gli consente di descrivere minutamente genesi e fasi d'ampliamento dell'osservatorio di Brera, esaminando l'opera dei predecessori e la strumentazione ivi raccolta a partire dall'epoca dei Firmian; qui e in altri scritti appare il suo spiccato interesse per gli aspetti tecnici della ricerca astronomica, volto sia all'analisi degli strumenti in uso sia alla proposta di loro correzioni o migliorie.
La vita del C. si identificò con l'attività e le vicende dell'osservatorio, senza risentire delle vicende politico-religiose tra i due secoli. Come responsabile dell'osservatorio fa comunque richiesto di collaborazione da parte dei governi succedutisi in Lombardia, che egli puntualmente fornì pur mantenendo i suoi servigi in un puro ambito tecnico: nel periodo napoleonico progettò con il Reggio l'istallazione d'una meridiana nel duomo di Milano, e compì, unitamente ai suoi collaboratori, le triangolazioni fondamentali per la grande carta topografica della Lombardia; ciò gli valse la decorazione dell'Ordine della Corona di ferro, e la nomina a membro dell'Istituto di scienze, lettere ed arti del Regno d'Italia. Divenne amico di uomini come A. Cagnoli e G. Calandrelli, con i quali fu in corrispondenza; in particolare il Bianchi attesta che il C. aveva collaborato con osservazioni al lavoro di preparazione del catalogo stellare del Cagnoli (Catalogue de 501 étoiles, Modena 1807), uno dei più noti dell'epoca a livello europeo.
Morì a Milano il 18 apr. 1832.
Fonti e Bibl.: Novelle letterarie di Firenze, n. s., XVI (1785), col. 278; XIX (1788), col. 793; XXI (1790), coll. 437-440; Lettere inedite d'illustri italiani, Milano 1835, pp. 99 ss., 166, 186, 395, 435 (lettere del C. a Cagnoli, Lorgna, Testa, Valperga); G. Bianchi, Elogio dell'astronomo cavaliere G. A. C., in Mem. di matematica e di fisica della Società ital. delle scienze,Matematica [Modena], XXII (1839), pp. 117-169; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, p. 52; G. B. Corniani, I secoli della letter. ital. dopo il suo Risorgimento, VII, Torino 1855, pp. 539 ss.; F. Predari, Bibliogr. enciclopedica milanese, Milano 1857, pp. 284, 338; C. v. Wurzbach, Biograph. Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, II, pp. 326 s.; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, II, Bruxelles-Paris 1891, coll. 1008-1011; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörtebuch zur Geschichte der exakten Wissenschaften, I, s. v.