DE SANTI, Angelo
Nacque a Trieste il 12 luglio 1847 da Pietro e da Anna Bonivento. Il 3 giugno 1863 entrò nella Compagnia di Gesù, e compì gli studi letterari e musicali a Trieste; poi fu in Francia e infine si laureò in lettere all'università di Innsbruck. Fu ordinato sacerdote nel 1887. Grazie alla sua conoscenza di più lingue straniere e alla considerevole cultura letteraria e musicologica, fu destinato dai superiori all'insegnamento e si dedicò principalmente all'istruzione musicale dei giovani nel seminario vescovile di Zara in Dalmazia. Insieme con l'attività di docente, il D. dette inizio al suo impegno in favore della musica sacra.
Questa era profondamente decaduta durante l'ultimo squarcio dell'Ottocento, per la progressiva infiltrazione della musica profana, soprattutto operistica, anche nell'ambito della liturgia cattolica, ove erano stati progressivamente abbandonati il canto gregoriano e la polifonia classica, resi irriconoscibili da esecuzioni troppo lontane stilisticamente dalla tradizione classica. In quegli anni lo stesso pontefice Leone XIII, facendo proprie le istanze da tempo portate avanti dal movimento ceciliano, intervenne nella questione e propose una riforma della musica sacra soprattutto per l'Italia, che in questo campo era in ritardo rispetto alla Francia e alla Germania. Il papa vide nella rivista dei gesuiti La Civiltà cattolica la sede più idonea per presentare e discutere la riforma, e il miglior interprete delle idee riformatrici nel D., che già si era messo in luce quale organizzatore di convegni ceciliani, come collaboratore di G. Amelli.
Chiamato nel 1887 a Roma da padre Giovanni Maria Cornoldi, direttore della Civiltà cattolica, il D. si mise all'opera per riformare la musica sacra - dal canto gregoriano alla polifonia - in modo da eliminare tutte le incrostazioni e le false interpretazioni che avevano determinato una profanazione della liturgia. Nel 1885 aveva presieduto a Soave, presso Verona, il congresso degli amici della riforma, da cui nacque il comitato permanente per la musica sacra, preposto alla diffusione delle idee e dei programmi della riforma stessa. Al convegno di Soave seguirono numerose altre iniziative ufficiali, per lo più sotto la direzione del D., come i festeggiamenti a Roma per il centenario di s. Gregorio Magno (1891), un congresso nazionale a Milano e, nel 1894, pubbliche cerimonie per il centenario del Palestrina. Dietro sollecitazione del pontefice, il D. intraprese nei seminari Vaticano e Romano uno speciale insegnamento sia di canto gregoriano sia di musica polifonica e formò una Schola cantorum per le esecuzioni pubbliche.
L'obiettivo primario che il D. si proponeva era il ripristino e l'uso dell'autentico canto gregoriano. Nell'individuazione di quest'ultimo egli fu favorevole in un primo momento a sostenere - come raccomandava la S. Sede - l'edizione medicea pubblicata sotto Paolo V a Ratisbona (fautori F. X. Haberl e l'editore Pustet, che avevano già dalla loro parte importanti personaggi della Chiesa); successivamente - soprattutto dopo aver approfondito il "discorso gregoriano" con doni André Mocquereau dell'abbazia di Solesmes - egli si fece fautore della tesi per cui il canto ufficiale della Chiesa doveva essere quello in uso presso il seminario francese di Roma e che egli stesso aveva ascoltato in una esecuzione diretta dallo stesso Mocquercau.
La difesa della tradizione musicale gregoriana trovava, però, non pochi oppositori negli stessi ambienti della Curia pontificia. Tale opposizione si rivolse anche contro il D., il quale il 20 genn. 1894 ricevette dai superiori, su pressioni negli ambienti della Curia, la proibizione di scrivere su argomenti di musica sacra e l'ordine di rimanere lontano da Roma per cinque anni. La sua assenza non ebbe però lunga durata; tornò ben presto ad operare con rinnovato entusiasmo mentre andavano maturando i primi risultati della sua azione: si fondarono in Italia le Scholae cantorum, il canto gregoriano e la polifonia vennero eseguiti in modo più conforme alla liturgia e alla tradizione, il loro studio fu introdotto nei conservatori e nei licei musicali. La cappella Sistina ebbe un nuovo direttore perpetuo nel giovane musicista don Lorenzo Perosi, che lo stesso D. iniziò ai primi successi come La Resurrezione di Cristo, in una Roma fino ad allora rimasta insensibile alle novità nel campo della musica sacra. Tra l'altro il D. riprese in mano il progetto di fondarvi una scuola di musica sacra per la formazione di compositori, direttori, organisti al servizio della Chiesa.
Nel 1903 l'elezione a pontefice, col nome di Pio X, del cardinale Giuseppe Sarto, antico amico del D. e suo fermo sostenitore, dette nuovo impulso alla riforma della musica sacra. Con il motu proprio "Inter pastoralis officii sollicitudines" del 22 nov. 1903, alla cui formulazione il D. contribuì in modo determinante, il nuovo pontefice mise fine alle polemiche che avevano diviso la gerarchia ecclesiastica sulla questione, approvò il programma riformatore del D. e ne decise l'attuazione. Nominato presidente dell'Associazione italiana di S. Cecilia durante il congresso di Pisa del 1909 (carica in cui fu riconfermato nel congresso nazionale del 1920), direttore del Bollettino ceciliano - organodell'Associazione ceciliana - fino al 194, il D. fondò, grazie al sostegno del pontefice, il 5 genn. 1911, la Pontificia Scuola superiore di canto gregoriano e musica sacra, realizzando così un'idea che era stata a suo tempo approvata da Leone XIII. L'istituzione suscitò a Roma non poche gelosie, ma riscosse l'immediato favore dei maggiori cultori della musica sacra, come l'arcivescovo di Milano card. Achille Ratti, L. Bottazzo, G. Tebaldini, Carlo Respighi, la famiglia Perosi a cominciare da don Lorenzo, dom Pothier, dom. Mocquereau, G. Amelli, R. Baralli, G. Bas, C. R. Casimiri, L. Refice.
La fondazione della scuola rese possibile l'attuazione della riforma grazie alla istituzione di corsi di canto gregoriano, polifonia classica, organo, composizione e altre discipline indirizzate alla formazione didattica dei futuri maestri di cappella, in conformità alle disposizioni del motu proprio del 1903. La scuola venne sistemata all'inizio in due modesti ambienti del collegio dei Figli di Maria Immacolata nei pressi di piazza Farnese. Successivamente Benedetto XV dotò la scuola di nuovi locali con aula magna nel palazzo di S. Apollinare, allora sede del vicariato.
Il D. profuse nella scuola tutte le sue energie: vi chiamò ad insegnare, tra gli altri, il benedettino I. Schuster - che sarà abate di S. Paolo fuori le mura e poi arcivescovo di Milano - il paleografo R. Baralli, C. R. Casimiri, L. Refice, C. Dobici, E. Boezi, E. Dagnino.
Il 28 genn. 1922 il D. morì a Roma.
Tra le sue opere, tutte pubblicate a Roma salvo diversa indicazione, si ricordano: Intorno al metodo di canto ecclesiastico del canonico professore Agresti, Prato 1888; Il Magister choralis, manuale teorico-pratico per l'istituzione del canto fermo, trad. ital. del Magister choralis di F. X. Haberl (Regensburg 1864), Regensburg 1888; Ilmaestro F. Capocci e le sue composizioni per organo, Roma 1888; Adolfo Kolping e la Società cattolica degli operai, Prato 1891; S. Gregorio Magno, Leone XIII e il canto liturgico, 1891; Ricordo materno, romanzo, Prato 1896; Le litanie lauretane, studio storico-critico, Genova 1897; Paolo Diacono in occasione del centenario della sua morte, 1899; Elena Lucrezia Cornara Piscopia, oblata benedettina, studiosadi lettere e di santità, 1899; Il Cursus nella storia letteraria e nella liturgia, 1903; A Ratisbona per la 50ªadunanza generale dei cattolici di Germania, 1904; A. Solesmes fra i monaci esiliati all'isola di Wight, 1904; A Londra, 1905; La morte di papa Pio X, 1914; Tre antiche stazioni liturgiche in tempo di guerra nel secolo VI, 1919; L'origine delle feste natalizie, 1907; Musica orante, discorso pronunziato il 28 apr. 1910 in Roma per l'Associazione italiana S. Cecilia, in Bollettino ceciliano, (V), 2-3, Roma, 1º giugno 1910; Il mattino di Pasqua nella storia e nella liturgia, 1917; Lacrime nuove, racconto, 1919; L'orazione delle quarantore e i tempi di calamità e di guerra, 1919; Le Laudes nell'incoronazione del sommo pontefice, 1920; Il primo decennio della Pontificia Scuola di musica sacra, 1920; Intorno alle origini della Congregazione di S. Cecilia fra i musici di Roma, 1921; e molti altri studi in varie riviste, tra le quali La Civiltà cattolica, di cui fu collaboratore per circa trentacinque anni e La Rassegna gregoriana.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio di Segretario del Pontificio Istituto di musica sacra, cartella De Santi, III-B-3. Notizie e recensioni in Note d'archivio per la storia musicale: R. Casimiri, L'antica Congregazione di S. Cecilia fra i musici di Roma nel sec. XVIII, I (1924), pp. 116, 118; G. Stanghetti, La scuola di canto nel pontificio collegio Urbano di Roma, III (1926), p. 57; Memorie storiche sulla restaurazione della musica sacra in Italia, IV (1927), pp. 222, 232, 234 ss., 238; XIX (1932), p. 183; R. Casimiri, Onoranze a A. D., XX (1933), pp. 63 s., 66, 68. Necr., in La Civiltà cattolica, 1922, pp. 363-367; L'Osservatore romano, 2 febbr. 1922; L'Unità cattolica, Firenze, 12 febbr. e 7 marzo 1922; IlProgresso italo-americano (New York), 26 febbr. 1922; C. Respighi, Il padre A. D., in memoriam..., Roma 1923; L. Refice, Musica religiosa contemporanea, in Radiocorriere, XII, n. 23, 2-8 giugno 1935, p. 8; IlPontificio Istituto di musica sacra e l'Associazione italiana S. Cecilia per ilp. A. D., in L'Osservatore romano, 30 genn. 1941; Igesuiti e la musica, in Ai nostri amici, Palermo, giugno 1941, pp. 127-130; E. Moneta Caglio, Don André Mocquereau e la restaurazione del canto gregoriano, in Musica sacra, s. 2, V (1960), 84, pp. 2-162; VI (1961), 85, pp.8-151; VII (1962), 86, pp. 70-108; VIII (1963), 87, p. 4-75; F. Bauducco, Il p. A. D. e l'edizione vaticana dei libri gregoriani dal 1904 al 1912, in La Civiltà cattolica, CXIV (1913), I, pp. 240-253; F. Harbel, Padre A. D., fondatore e primo preside del Pontificio Istituto di musica sacra, in L'Osservatore romano, 3 maggio 1973; A. Bartocci, Il card. Schuster (1880-1954), in Calendario accád. 1979-80 del Pontificio Istituto di musica sacra, Roma 1979, pp. 43 ss.; The New Grove Dict. of music and musicians, V, p. 385; Encicl. del Cristianesimo, II, p. 503; Encicl. Ital., XII, p. 659; Encicl. catt., IV, p. 1463.