ANGELO da Viterbo (al secolo Antonio Panocchiari)
Nacque a Viterbo nel 1634 e pronunciò i voti religiosi nel convento cappuccino della Palanzana il 19 marzo 1658. Giunse nel 1661 a Tiflis con il primo gruppo di missionari cappuccini che si recarono in Georgia attraverso il Mar Nero e la Colchide. Nel 1668 insieme con il confratello Antonio Maria da Roma tentò, senza alcun successo, di aprire una stazione missionaria nell'Imerezia; dové quindi tornare nel 1669 a Tiflis. Dal 1670 al 1675 lavorò nella residenza di Gori. Quindi fu inviato a Roma per riferire alla congregazione di Propaganda Fide sui progressi e i bisogni della missione. Tornò in Georgia, già avanti nell'età, nel 1692, portando con sé due nuovi missionari, Tommaso da Leonessa e Vincenzo da S. Eraclio, l'ultimo dei quali ci ha lasciato una relazione di questo avventuroso e travagliato viaggio durato sette mesi.
La data dei primo arrivo di A. nella Georgia, il 1661, non è sembrata attendibile ad alcuni studiosi sulla base di una memoria manoscritta contemporanea, che lo dice giunto nel 1668, e in riferimento alla prassi quasi costante dell'Ordine dei cappuccini di non inviare frati in missione prima di una lunga permanenza nel convento; e A. era invece divenuto cappuccino solo tre anni prima della sua partenza. Questo dubbio è fugato, però, dalla testimonianza del famoso mercante di gioie e viaggiatore franco-inglese Chardin, che appunto lo conobbe nelle regioni caucasiche tra il dicembre 1662 e il febbraio 1663, quando fu aiutato da A. a recuperare la sua merce e a salvare la sua vita, essendo stato depredato e fatto prigioniero nella Mingrelia. È Chardin a offrire un ritratto di A. nel suo libro di viaggi, che ebbe tanto successo, sì da essere ancora apprezzata lettura di Montesquieu, Voltaire e Rousseau, descrivendolo come uomo colto, conoscitore delle lingue caucasiche e soprattutto medico e chirurgo abile - com'era appunto frequente tra i missionari cappuccini -, stimato e richiesto per questo dai principi e signori di quelle regioni.
L'A. morì il 2 sett. 1696, probabilmente a Tiflis, dove aveva fissato la sua dimora dopo il ritorno dall'Italia.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Generale dei Cappuccini, ms. n. 10, Memorie dellamissione di Georgia, ff. 13-18, 1032-1033, 1049; J . Chardin, Voyagesde M. le chevalier Chardin en Perse et autres lieux de l'Orient, II, Amsterdani 1711, pp. 97-121; Aloysius a Forano, Necrologium... Urbisprovinciae, Velletri 1860, al giorno 2 settembre; Rocco da Cesinale, Storia delle missioni dei cappuccini, III, Roma 1863, pp. 334, 347 s.; Francesco da Vicenza, Da Roma a Gangia. Viaggio di un missionario cappuccino dell'Umbria nel 1692, in Collectanea Franciscana, I (1931), pp. 504-519.