ANGELO da Tolentino
Originario di questa cittadina delle Marche, appartenne al gruppo di Angelo Clareno e degli "spirituali" marchigiani e perciò finì con loro incarcerato dal ministro provinciale come ribelle, almeno fin dal 1280. Fu però liberato da Raimondo "Gaufridi" quando questi, eletto ministro generale dell'Ordine francescano, sì recò nelle Marche (1289-1290), riconoscendo l'innocenza sua e dei suoi compagni e mandandoli missionari nella Armenia minore, dove si acquistarono in breve tempo la benevolenza del popolo e del re Aitone II. L'anno seguente, data la forte pressione dei Saraceni ai confini del suo regno, Aitone inviò A., insieme con i confratelli Tommaso da Tolentino e Marco da Montelupone, ambasciatori al papa Niccolò IV e ai re di Francia e di Inghilterra. Giunsero in Italia verso la fine del 1291. Il 23 genn. 1292 il papa li raccomandò al re di Francia Filippo il Bello e d'Inghilterra Edoardo I. Il 25 maggio erano a Parigi; poco dopo arrivarono in Gran Bretagna.
Nella capitale francese era intanto radunato il capitolo generale dei frati minori nel quale il ministro generale lesse le lettere del re di Armenia, nelle quali il sovrano faceva i più alti elogi dei missionari francescani inviati da Niccolò. Insieme con i documenti pontifici è conservata la lettera del re Aitone II al re inglese, che fu portata dai nostri ambasciatori. Dopo questa data A. sparisce dalla storia. Non sappiamo se sia morto presto, oppure se sia in seguito rientrato in Italia, subendo la sorte degli altri spirituali marchigiani.
Fonti e Bibl.: Bullarium Franciscanum, IVRomae 1768, p. 315, n. 192; G. Golubovich: Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano, I, Quaracchi 1906, pp. 330 s.; II, ibid. 1913, pp. 469-471; L. Wadding, Annales Minorum, V, Ad Claras Aquas 1931, pp. 263, 328; C. Mariotti, Breve storia del B. Tommaso da Tolentino, Roma 1894, pp. 54-57, 59-77.