CAPRIOLO (Caprioli), Angelo
Nacque nella prima metà del sec. XV da una nobile famiglia di Brescia, che si era distinta per i molti contributi apportati alla cultura della città; fu fratello del cronista Elia, autore della famosa Chronica de rebus Brixianorum.
Non si hanno notizie sicure sui primi anni di vita e sulla formazione culturale del C.: secondo il Falcone e il de Licht si sarebbe laureato in utroque iure a Parigi e a Bologna. Si ignora in che data sia entrato nell'Ordine carmelitano, ma è probabile che iniziasse il suo noviziato nella provincia di Lombardia intorno alla metà del sec. XV.
A quel tempo il convento di S. Maria del Carmine di Brescia, come quelli degli altri Ordini mendicanti era diviso da contrasti interni tra gli osservanti e coloro che desideravano mantenere lo status quo, e la Congregazione mantovana inviò Gigo di Francia (Guido Vereri) a Brescia per appianare il dissidio. Ad accompagnarlo c'erano due bresciani, Guglielmo Penna e il C.; è questa la prima notizia che abbiamo di lui in veste di carmelitano. In seguito ilC. divenne stretto collaboratore del vicario generale della Congregazione mantovana, Giuliano da Brescia. Nel capitolo della Congregazione tenutosi a Brescia nel 1466 il C. fu eletto priore del convento di S. Maria del Carmine, che era appena passato sotto la giurisdizione della Congregazione stessa, e fu investito di tale carica personalmente dal priore generale Giovanni Soreth. Grazie al suo personale prestigio e alle relazioni della famiglia, il nuovo priore fu in grado di procurare ingenti donazioni sia da membri stranieri del suo stesso Ordine, sia da privati e da enti pubblici, per sostenere il suo vasto programma di costruzioni; durante il suo priorato quindi il convento godette di una certa floridezza economica e venne notevolmente abbellito. Il C. ricoprì poi altri incarichi in seno alla Congregazione, quali il priorato a Mantova nel 1474 e nuovamente a Brescia nel 1478; era priore a Trino quando, il 28 ag. 1478, nel capitolo tenutosi a Novellara in seguito alla morte del vicario generale Guglielmo Lepri da Vapingo, fu prescelto a succedergli. Mantenne l'alto incarico sino al 3 maggio 1481, quando fu sostituito da Tommaso da Caravaggio; nel 1485 (e in seguito varie altre volte sino al 1507) fu di nuovo eletto all'ufficio di priore del convento carmelitano di Brescia.
Il C. morì a Brescia nel 1512.
Oltre alle leggi, sembra che il C. avesse studiato anche teologia, ed era noto come "doctor sacrae theologiae", ma non vi è traccia di suoi studi universitari in questa materia; egli venne inoltre ritenuto esperto in matematica e versato anche nelle lettere. Del C. comunque non ci resta altro che una sorta di "summa confessorum" il Libellus stella nuncupatus, pubblicato per la prima volta da Leonardo Pachel a Milano nel 1492, e poi di nuovo a Brescia nel 1511, in cui si trattano vari casi concernenti le più svariate categorie di persone, quali i vescovi, i curati, i religiosi, gli usurai e così via. Non più rintracciabili appaiono altre opere rimaste manoscritte, quali il De Nicolao Simonio,Batavo,eiusdem ordinis sodales, cui il C. stesso accenna nella Stella, e due scritti attribuitigli dal Peroni, il Della politica ragione delle genti e i Discorsi accademici.
Fonti e Bibl.: Bibl. Ap. Vat., Vat. lat. 9265: G. M. Mazzuchelli, Notizie relat. agli Scritt. d'Italia, ff. 327rv; E. Capriolo, Chronica de rebus Brixianorum, Brixiae s.d., p. 580; G. Falcone, La cronica carmelitana, Piacenza 1595, p. 691; I. Trithemius-P. de Licht, Carmelitana bibliotheca, Florentiae 1593, cc. 5v-6; O. Rossi, Elogi istor. di bresciani illustri, Brescia 1620, pp. 225 s.; V. Peroni, Biblioteca bresciana, I, Brescia 1818, pp. 234 s.; P. Guerini, I carmelitani a Brescia e nel territorio bresciano, in Mem. storiche della diocesi di Brescia, XIV (1947), p. 71; L. Saggi, La Congreg. mantovana dei carmelitani sino alla morte del b. Battista Spagnoli(1516), Roma 1954, ad Indicem; C. Pasero, Il dominio veneto..., in Storia di Brescia, II, Brescia 1961, p. 176; E. Caccia, Cultura e letteratura,ibid., p. 492; Gesamkatalog der Wiegendrucke, VI, n. 6030.