BOLOGNINI, Angelo
Nacque a Piove di Sacco, nel territorio padovano, intorno alla fine del XV sec. Alcuni biografi gli attribuirono come patria Bologna, sia per analogia con il cognome sia per il suo soggiorno bolognese.
Lo Scardeone, contemporaneo del B., parla di "Angelus Bologninus ex Plebe Sacci municipio Patavino". Non c'è motivo di dubitare d'una indicazione tanto circostanziata e indubbiamente difficilior. Il B. studiò arti e medicina (medico era anche il padre di cui egli ricorda una ricetta) con ogni probabilità a Padova. Divenne poi chirurgo "publico stipendio" alle dipendenze della Repubblica di Venezia, nella cui marina militò per alcuni anni. Tutto ciò avveniva prima del 1506, allorché il B. pubblicò a Venezia il suo primo trattatello, dedicato a Francesco Gonzaga, Libellus de cura ulcerum exteriorum.
Egli stesso nella dedica racconta che "dum superioribus annis... in maritima Venetorum classe primum deinceps in Epidauri urbe degerem, chyrurgum publico stipendio gerens" pensò di scrivere quel libro, poi edito una volta rientrato a Venezia. In quel trattatello egli portava l'esperienza di medicina pratica e di chirurgia militare e soprattutto la volontà di evitare la verbosità confusa e astratta dei medici accademici. Diviso in due parti, l'una teorica (breve e sbrigativa), l'altra pratica, il De curaulcerum si presenta come un manuale di consultazione, con un'ampia casistica e un'analitica descrizione dei vari tipi di ferite, ulcere, fistole, cancrene. Ad ogni diagnosi corrisponde una cura specifica, non esclusi i cauterizzanti potenziali e attuali dal B. sperimentati nella risoluzione delle più gravi infezioni e ferite di guerra.
Il libro ebbe fortuna e fu certo questo che portò il B. all'insegnamento di chirurgia all'università di Bologna, chiamato a stipendio da quel Senato. È certo che lì risiedette dal 1513 al 1516.
Spinto dalle richieste di amici e studenti (asserisce il B.), scrisse un nuovo trattatello De unguentis, ideale complemento del primo, che pubblicò congiunto al De cura ulcerum a Bologna nel 1514.
Qui il B. suggerisce numerose ricette e modi d'impiego di medicamenti e unguenti per vari tipi di ferite e affezioni della pelle, seguendo lo stesso schema del primo trattato, il che permetteva una pronta e utile consultazione. Molti biografi gli attribuirono anche un De morbo gallico mai scritto e che in realtà è il settimo capitolo del De unguentis intitolato "de unguentis mercurialibus". L'attualità delle cure contro la sifilide attirarono l'attenzione dei medici soprattutto su questo capitolo, in cui il B., derogando dagli insegnamenti di Galeno e Avicenna, dopo esser rimasto per molto tempo "anxius commorans", criticava l'uso degli evacuanti in favore degli unguenti a base di mercurio per la cura della sifilide. Presto così il suo scritto fu designato come De morbo gallico. Infatti in una silloge di scritti medici del 1516 il libretto era chiamato De morbo gallico ut vulgo dicitur.
Dopo gli anni bolognesi più nulla si sa del B.: una ipotesi che risale allo Scardeone vuole che ritornasse agli ozi domestici nella sua terra, intento agli studi e lontano dai lusinghieri richiami di senati e accademie. Non conosciamo l'anno della sua morte.
La mancanza d'una ingombrante trattazione teorica e l'utilità effettiva per il medico pratico favorirono la fortuna dei due trattatelli del B. che conobbero un gran numero di ristampe. Ricorderemo qui quelle di Venezia nel 1535, di Nicola Massa nei Contenta N. Massaeliber de morbo gallico... del 1532 e 1535; di J. T. Tectander, che la incluse nel Morbi gallici curandi ratio, Lugduni e Basileae 1536; poi ancora di C. G. Gesner, Chirurgia, Tiguri 1555; di P. Uffenbach, Thesaurus Chirurgiae, Francofurti 1610; e ancora, ma solo il capitolo De unguentis mercurialibus, nel terzo volume di L. Luigini, Aphrodisiacus,sive De lue venerea, Ienae 1789. Di lui si interessò anche Giovanbattista Morgagni.
Fonti e Bibl.: B. Scardeone, De antiquitate urbis Patavii, Basileae 1560, p. 220; N. C. Papadopoli, Historia GymnasiiPatavini, II, Venetiis 1726, p. 194; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3 Brescia 1762, pp. 1493 s.; G. B. Morgagni, Opuscula miscell., II, Venetiis 1763, pp. 11 s.; G. Tiraboschi, Storia della lett. ital., VII, 2, Modena 1778, p. 88; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 121 s.; S. Mazzetti, Rep. di tutti i professori... di Bologna, Bologna 1847, p. 61; L. Simeoni, Storia della Università diBologna, Bologna, 1947 p. 54.