ACCIAIUOLI, Angelo
Figlio di Iacopo e di Costanza di Beltrame de' Bardi, visse a Firenze nel sec. XV. Nel 1415 fece parte dell'ambasceria inviata da Firenze a Giovanna II, per congratularsi delle sue nozze con Giacomo de la Marche, e fu armato cavaliere. Nel 1422 fu inviato a Venezia per trattare la lega antiviscontea. Amico dei Medici, nel 1433 fu torturato, quindi esiliato a Cefalonia per dieci anni, perché sospetto di avere mantenuto corrispondenza con Cosimo; partito per l'esilio, fu catturato dai Turchi, ma fuggì e l'anno dopo, revocata la condanna, poté ritornare a Firenze. Fu impiegato in varie missioni diplomatiche, a Lucca (1438), presso Borso d'Este per indurlo alla lega contro Milano (1440), per la conclusione della pace di Ferrara (1441), per congratularsi con Niccolò V della sua elezione (1447), al campo di Francesco Sforza sotto Milano (1449 e 1450) ed in Francia, per indurre Carlo VII ad inviare Renato d'Angiò contro Alfonso di Napoli (1452). Ebbe anche cariche pubbliche: fu dei Dieci di Balìa nel 1438, 1440 e 1441, e fu due volte gonfaloniere (1448 e 1454).
L'A. mutò il suo atteggiamento politico con la morte di Cosimo, entrando a far parte della congiura di Luca Pitti. Il motivo è incerto: forse è riferibile al generale malcontento destato dalla condotta di Piero di Cosimo; forse è da ricercarsi nell'offesa arrecata all'A. in occasione della nomina a arcivescovo di Pisa (1461) di Filippo de' Medici, che fu preferito a suo figlio Lorenzo, cui toccò la sede di Arezzo, di minore importanza. Scoperta la congiura, l'A. fu relegato a Barletta (1466) e quindi bandito (13 giugno 1467) per aver rotto il confino. Non potendo ottenere il perdono dei Medici, fu privato anche del possedimento di Quarrata, m Terra di Bari, già ricevuto da Ferdinando I (1458), ma toltogli dal re, amico dei Medici. Rimasto povero, ebbe una pensione con cui vivere. Sposò il 23 maggio 1420 Saracina di Tommaso Giacomini Tebalducci, da cui ebbe Iacopo, Nicola, Raffaele, Tancia, Neri e Lorenzo. Morì dopo il 1467.
Il suo ramo si estinse nel sec. XVI con Zanobi di Raffaele. Gli furono attribuite opere letterarie in realtà appartenenti a Donato Acciaiuoli.
Bibl.: G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini,Ferrara 1722, p. 40; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 39; P. Litta, Fam. cel. ital., Acciaiuoli di Firenze,tav. V; G. Capponi, Storia della repubblica di Firenze,Firenze 1875, I, pp. 520, 526; II, pp. 31, 41, 51; F. T. Perrens, Histoire de Florence dépuis la domination des Médicis,I, Paris 1888, passim;P. M. Perret, Le discours d'A.A. au roi de France (1453),in Bibliothèque de l'École des Chartes,LIII (1892), pp. 426-437; A. Della Torre, Storia della Accademia Platonica di Firenze,Firenze 1902, p. 330; L. Simeoni, Le Signorie,II, Milano 1950, pp. 660-661, 670-672.