BOSIO, Angelina
Nacque a Torino da oscuri commedianti, il 22 ag. 1830 (1824, secondo lo Schmidl e lo Schiavo). Iniziati e rapidamente compiuti gli studi sotto la guida del milanese Venceslao Cattaneo, esordì sedicenne (4 luglio 1846) al Teatro Re di Milano nei Due Foscari verdiani, con esito brillante. Nella stessa opera fece la sua prima apparizione il 17 dic. 1846 al Teatro Italiano di Parigi, condottavi dall'impresario A. Boracchi, ma con minore fortuna. Anche la sua interpretazione parigina dell'Andremo a Parigi (una riduzione del Viaggio a Reims) di G. Rossini il 29 ott. 1848 non ebbe successo.
Festose accoglienze, invece, le furono tributate, subito dopo, a Verona, a Copenaghen e, ancor più, a Madrid; passò quindi nel 1850 in America, producendosi con la Havana Opera Company, sempre acclamatissima, all'Avana, a New York a Filadelfia e a Boston. Nel 1851 fece ritorno in Europa e vi sposò un greco, certo Panayotis di Xindavelonis. Introdotta da Federico Gye, che l'ebbe carissima, al Covent Garden di Londra, vi cantò il 15 luglio 1852 L'elisir d'amore, riportando un contrastato successo; riuscì ad imporsi, invece, nei Puritani, in sostituzione della famosa Giulia Grisi indisposta. L'anno seguente la B. fu di nuovo a Parigi, ottima interprete all'Opéra della prima esecuzione in francese della Luisa Miller (2 febbr. 1853), della Jessonda di L. S. Spohr (6 agosto), di una parziale traduzione, e riduzione, in francese del Barbiere di Siviglia (1º dicembre, secondo Radiciotti; 9 dicembre, secondo il Castil Blaze), e infine di un'altra prima esecuzione in francese, quella della Bethly di Donizetti (27 dic. 1853).
Non meno entusiasticamente accolte furono, nella primavera del 1854, ancora a Londra le sue recite di Matilde di Shabran e di - Rigoletto; qualche anno dopo (1856), vi furoreggiò nella Traviata, di cui diede un'interpretazione personalissima, e seppe reggere al confronto con M. Piccolomini (una Violetta fra le più grandi ed ammirate). Veri fanatismi, inoltre, la B. suscitò in Russia, dove conseguì popolarità e ricchezze e godette dei più ambiti favori della corte zarista (tra l'altro, venne nominata "cantante di camera" insieme col tenore romano E. Tamberlinck). Si ricordano della B. - nel giro di poco più di un lustro - tre stagioni a Pietroburgo: nel 1853 e, successivamente, nel 1858 e nel 1859. L'ultima, doveva tragicamente porre fine alla carriera e all'esistenza della cantante (pare che, pur riluttante, ella avesse finito con l'accettare il cospicuo ingaggio, che la portava a sfidare ancora una volta il rigido clima russo, cedendo alle pressioni dell'interessato marito): morì, infatti, il 12 apr. 1859, mentre viaggiava in carrozza da Mosca a Pietroburgo. Le furono rese onoranze funebri solenni e di una pompa quasi regale; venne sepolta nella cattedrale di quella città e le fu anche innalzata una statua.
Sul finire di quello stesso anno (24 nov. 1859) debuttava trionfalmente a New York Adelina Patti che, per ammissione del cognato-impresario della celebre "diva", Maurizio Strakosch, avrebbe potuto trovare nella B. un'emula pericolosa, se ella fosse stata ancora in vita. La estesissima voce di soprano "sfogato" della B., pur presentando un volume limitato, s'imponeva e incantava per la sicurezza dell'emissione, la soavità del timbro, l'omogeneità dei registri e una singolare duttilità: ciò rende non iperbolico l'accostamento che di queste sue qualità fecero autorevoli critici dell'epoca a quelle favolose della Malibran e della Sontag. Servito da uno strumento così privilegiato, oltreché scaltrito tecnicamente (la B. fu "vocalista" stupenda), il suo versatile e sensibile temperamento poté dare anima, con vibrante aderenza di accenti, alle eroine per carattere più disparate del melodramma ottocentesco: Rossini, Donizetti e Bellini, infatti, trovarono in lei un'interprete ideale. Delle tormentate e patetiche eroine del repertorio verdiano, inoltre, le apparvero più particolarmente congeniali La Traviata e Luisa Miller: quest'ultimo ruolo segnò nella sua carriera uno dei più alti raggiungimenti scenici e vocali.
Bibl.: [K. H. J.] Castil Blaze, L'Académie impériale de Musique... de 1645 à 1855, II, Paris 1855, pp. 297 s., 300 s.; M. Strakosch, Souvenirs d'un impresario, Paris 1887, pp. 174-177; G. Radiciotti, G. Rossini. Vita documentata, opere ed influenza su l'arte, I, Tivoli 1927, p. 210; II, ibid. 1928, pp. 56, 377; G. Monaldi, Cantanti celebri del sec. XIX, Roma 1928, p. 158; G. E. Schiavo, Italian-American History, I, New York 1947, pp. 74, 261-264 (con bibliografia americana e inglese); C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, I, p. 228; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 830; Enc. dello Spett., II, coll. 872 s.; O. Thompson, International Cyclopedia of music and musicians, New York 1956, p. 215.