ANGELICO da Pistoia (al secolo Marini Angelico)
Nacque a S. Pierino in Vincio (Pontelungo, Pistoia) nel 1799, entrò nell'Ordine cappuccino nel 1815 e, ordinato sacerdote, ebbe l'incarico di lettore di filosofia nello Studio teologico; fu eletto anche definitore della provincia monastica di Toscana. Ben presto si dedicò alla predicazione, che ottenne consensi sempre più larghi e caldi in Pistoia e nelle altre città dove era chiamato (Siena e Senese, Pescia, ecc.), a mano a mano che l'A., ispirandosi agli entusiasmi suscitati dagli scritti dei Gioberti, accentuava il tono patriottico dei discorsi.
Appoggiò, su incarico (27 nov. 1848) del governo toscano, l'opera della Commissione centrale per la raccolta delle offerte a pro di Venezia, e ne fu ringraziato calorosamente da N. Tommaseo (lettera 8 marzo 1849, inedita, presso la famiglia Marini, in Pistoia). Uno dei discorsi pronunciati in questa occasione fu pubblicato: Discorso detto in S. Croce per l'inaugurazione della soscrizione a favore di Venezia, Firenze 1849. Con le elezioni per l'Assemblea costituente toscana del 1849, l'A. fu eletto deputato (22 marzo) per il compartimento di Pisa, ma rinunciò.
La convalida di questa elezione diede luogo a una vivace discussione, promossa dal deputato G. B. Cioni Fortuna, il quale presentò e illustrò una mozione, chiedendo "se i religiosi professi, non avendo diritti civili, possono essere rappresentanti del Popolo". La Costituente votò per la convalida, ma l'A., da Altopascio, ove si trovava a predicare, comunicò la sua rinunzia (30marzo 1849), professandosi inadatto ad espletare il mandato, ma al tempo stesso affermando il principio che i religiosi, anche se hanno emesso i voti, non sono staccati dal seno della patria. L'Assemblea, accolte le sue dimissioni, votò per la pubblicazione della lettera.Il governo provvisorio gli aveva conferito (febbraio 1849) l'incarico dell'insegnamento di storia ecclesiastica nell'università di Pisa, al posto del canonico Ranieri Sbragia, dimissionario dopo la deposizione dei Lorena; ma l'A. ben presto (22 aprile) si dimise anche da quell'incarico, per dimostrare la sua ostilità nei confronti della demagogia guerrazziana, e ne fu lodato dal Tabarrìnì. Il governo della seconda Restaurazione toscana (maggio 1849) revocò definitivamente la nomina. Tornato in convento a Pistoia, l'A. continuò a dare un tono patriottico alla sua predicazione; un accenno (dicembre 1849) in termini di acceso rimprovero al comportamento del granduca nel febbraio precedente gli procurò tre mesi di carcere, dopo i quali l'A. si recò in temporaneo volontario esilio a Sarzana. Anche i suoi rapporti con l'Ordine si andarono facendo sempre più difficili, e, nel novembre 1850, l'A. ottenne il Breve che, secolarizzandolo, gli permetteva una maggiore ampiezza di movimenti nella predicazione. Questa attività e le opere di carità, oltre agli studi letterari (era membro del Gabinetto scientifico letterario senese, socio corrispondente dell'Accademia Valdamese del Poggio), occuparono il resto della sua vita, che, come appare dal suo carteggio, trascorse in mezzo al rispetto ed alla venerazione di quanti lo avvicinavano.
Una particolare amicizia egli ebbe con lady Louise Grace, moglie dell'ing. F. Bartolini, della quale egli era stato tutore dopo la morte del padre, suo caro amico. Nella casa dei Bartolini egli alloggiò a lungo, dopo il matrimonio della Grace con Francesco; ivi convenivano gli amici pistoiesi, e si formò un cenacolo di dotti e di patrioti (P. Thouar, G. Montanelli, S. Centofanti, G. Giusti, G. Dupré, B. Ricasoli, F. Martini). Non mancarono, perciò, gli antagonismi politici, gli screzi con le autorità religiose e le insinuazioni maligne sul carattere dei rapporti che legavano l'A. alla Grace; essa ne sosteneva lo spirito rattristato dalle vicende politiche e da una progressiva cecità, aiutandolo a leggere e a comporre le sue opere.
Nel 1857, per sfuggire alle difficoltà procurategli dagli avversari, l'A. chiese al governo piemontese la cattedra di eloquenza nell'università di Torino; il Boncompagni, però, non ritenendolo idoneo, gliela rifiutò, ed egli continuò con grande successo la sua predicazione religiosa. Nel 1860, avendo predicato il quaresimale in duomo, gli fu offerta una raccolta di versi (Pistoia, tip. Cino di L. Vangucci, 1860), tra i quali due polemici sonetti dei Carducci, La falsa religione e La religione vera (poi tra le Poesie carducciane, Bologna 1903, pp. 246 s., con il titolo Voce dei preti e Voce di Dio). Ancora una volta, nel maggio 1861, l'A. fu incaricato di commemorare in S. Croce i morti di Curtatone e Montanara, ascoltato da un pubblico, si disse, di oltre diecimila persone (ms. dell'orazione tra le carte Grace-Bartolini, conservate nella Biblioteca Marucelliana di Firenze); continuò ancora l'attività di predicatore, nonostante la quasi completa cecità.
Morì a Pescia il 5 marzo 1866.
Fonti e Bibl.: Una parte del carteggio dell'A., di oltre settecento lettere, è conservata nell'archivio privato Marini di Pistoia; altre lettere si trovano nel carteggio degli amici citati, e inoltre nelle carte Grace-Bartolini conservate nella Biblioteca Marucelliana di Firenze, nelle carte Tabarrini conservate nell'Arch. di Stato di Firenze, nelle carte Capponi e Ridolfi conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; si veda anche la Cronaca Pistoiese di L. Giusfredi, mss. della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. La bibl. degli scritti dell'A. è in V. Capponi, Bibliogr. del P. A. Marini, in Bibliogr. Pistoiese, Pistoia 1874, pp. 242-244. Una biografia ben documentata fu scritta da I. Perugi Gonfiantini, Padre A. da Pistoia, in Bullett. stor. Pistoiese, XIX, 3 (1917), pp. 101-120; breve e poco precisa la voce Marini Angelico, nel Diz. del Risorgimento naz., III, p. 495; molto sommari i cenni biografici dati dal Memoriale dei Frati Minori Cappuccini di Toscana nel IV centenario della loro Provincia, Firenze 1932, pp. 318, 364 (tratti dai docc. dell'Ordine, conservati a Firenze nell'Archivio Provinciale, nel Convento di Montughi), e dal Lexicon Cappucinum, Romae 1951, coll. 70 s.
Notizie criticamente vagliate, quantunque relative solo ad alcuni aspetti - specialmente a quelli patriottici - della sua vita, in Le Assemblee del Risorgimento Italiano, Toscana, III, Roma 1911, pp. 475, 495-498, 548 s.; F. Ercole, Gli uomini politici, I, Roma 1941, p. 31 (vol. II della serie XLIII della Encicl. Biogr. e Bibliogr. Ital., diretta da A. Ribera); E. Michel, Maestri e scolari dell'univ. di Pisa, Firenze 1949, pp. 384, 403.