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ANGELARIO

di Tommaso Leccisotti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANGELARIO

Tommaso Leccisotti

Monaco benedettino, era nel settimo decennio del IX secolo preposito del monastero cassinese. Come tale nel marzo dell'874, recatosi appositamente a Ravenna, ottenne dall'imperatore Ludovico II la restituzione di alcuni beni annessi alla cella cassinese di S. Maria de Maurinis sita nel territorio di Penne. Nell'883, davanti all'incombente minaccia dei Saraceni, ebbe dall'abate Bertario l'incarico di trasferire a Teano parte della comunità con suppellettili, tesoro, documenti e con il prezioso autografo della Regula di s. Benedetto. Dopo la tragica strage del 22 ott. 883, nella quale l'abate Bertario e i monaci rimasti a Montecassino furono massacrati dai Saraceni, A. fu fatto, in Teano, abate. Nell'ottobre dell'886, proponendosi di restaurare il monastero cassinese, vi inviò il monaco Erchemperto (autore della Historia Langobardorum)con alcuni monaci e con molti beni; costoro, dopo aver iniziato i lavori, mentr'erano sulla via del ritorno furono catturati da truppe greche al servizio di Attanasio II di Napoli, che tolsero loro ogni cosa e li obbligarono a pagare un forte riscatto. Qualche tempo dopo, poiché Atenolfo conte di Capua s'era ingiustamente appropriato dei beni cassinesi in quella città, A. ricorse a papa Stefano V, inviando a Roma Erchemperto; il pontefice confermò al monastero i suoi possessi e indusse Atenolfo a restituirli. In data imprecisata (886?) A. fu fatto vescovo di Teano e il 5 dic. dell'889 morì, senza aver potuto ricondurre a Montecassino i suoi monaci.

Fonti e Bibl.: Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum, a cura di G. Waitz, Hannoverae 1878, pp. 253, 259, 261, 471, 489; I. F. Böhmer E. Muhlbacher, Regesta imperii, I, Innsbruck 1908, pp. 520 s.; "Chronicon Vulturnense" del monaco Giovanni (sec. XII-XIII), a cura di V. Federici, I, Roma 1925, in Fonti per la storia d'Italia, LX, pp. 131, 371; II, ibid. 1925, ibid. LXI, p. 30; P. B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, p. 930; L. Tosti, Storia della badia di Montecassino, I, Roma 1888, p. 79-84; G. Falco, Albori d'Europa, Roma 1947, pp. 257, 266 s.; P. P. Meyvaert, Erchempert, moîne du Mont-Cassin, in Revue bénédictine, LXIX (1959), pp. 101-105.

Vedi anche
Erchempèrto Erchempèrto (lat. Erchempertus). - Cronista longobardo beneventano (seconda metà sec. 9º). Figlio di un Adelgario, forse nobile di Teano, perduti i suoi beni, si fece monaco cassinese (886); lo sappiamo inviato nell'887 a difendere presso papa Stefano V il monastero contro Atenolfo di Capua. Scrisse ... abate Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre». santo Bertàrio Bertàrio (lat. Bertharius), santo. - Abate (856 o forse già 848) di Montecassino (m. 883), vi promosse la cultura e le arti; preoccupato dell'avanzata dei Saraceni, cercò di contrastarla con ogni mezzo (accordi politici, aiuti a Lodovico II, fortificazioni dell'abbazia), ma, distrutta da quelli l'abbazia, ... Atenòlfo principe di Capua e di Benevento Atenòlfo principe di Capua e di Benevento. - Gastaldo di Calvi (m. 910), con l'appoggio del duca di Napoli Atanasio, s'impadronì (887) di Capua divenendone conte. Successivamente (900), assunse il titolo di principe di Capua e di Benevento. Nel 903 attaccò senza successo i Saraceni del Garigliano.
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