angela (angiola)
In Vn II 8 Elli [Amore] mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa angiola giovanissima, con riferimento a Beatrice.
Il diminutivo ‛ angioletta ' ha un'unica attestazione in Rime LXXXVII 19 Queste parole si leggon nel viso / d'un'angioletta che ci è apparita, dove il termine si offre come un elemento utile ai fini dell'identificazione della Pargoletta cui è dedicata la ballata: come, infatti, si è pensato alla donna Pietosa (cfr. D'Ancona, Studi danteschi, Firenze 1912; e Zenatti, Intorno a D., Palermo 1916) per il fatto che questa nel congedo di Io son venuto (Rime C) è detta pargoletta; così si potrebbe riconoscere nella Pargoletta della ballata Beatrice, che è angela nel Convivio (II Voi che 'ntendendo 29, ripreso in IX 1); ma questa ipotesi, più che per propria validità, è utile a dimostrare la debolezza di quella precedente. Rimane indicazione di maggiore autorità la pargoletta di Pg XXXI 59, secondo l'identificazione proposta dall'Ottimo (cfr. Contini, Rime 155).