GUIDI, Angela Maria
Nacque a Roma il 31 ott. 1896 da Eugenio e Anna Casini, entrambi appartenenti a famiglie della borghesia cattolica romana.
Terza di quattro femmine, fece i suoi studi presso l'istituto delle suore dorotee al Gianicolo e proprio nella sua scuola incontrò Maria Cristina Giustiniani Bandini, presidente dell'Unione donne cattoliche.
Nel 1917 si diplomò al primo corso propagandistico dell'Unione donne cattoliche, dove conobbe Armida Barelli. Durante la guerra, per la sua opera di assistenza nel Circolo di S. Pietro, meritò la medaglia di bronzo del Comune di Roma.
Decisivo nella sua formazione fu l'incontro con don L. Sturzo, che la incaricò di organizzare il lavoro femminile nell'ambito dell'Opera per l'assistenza civile e religiosa per gli orfani di guerra, da lui fondata. La G. fu, poi, entusiasta aderente del Partito popolare italiano (PPI), segnando il suo distacco dall'indirizzo prevalente del movimento femminile di Azione cattolica (1919).
La sua fu la prima tessera femminile del PPI, in cui divenne segretaria del gruppo femminile romano - ruolo che mantenne fino allo scioglimento del partito (1926) -, partecipando successivamente ai congressi di Bologna, Napoli, Venezia, Torino e Roma e alle battaglie elettorali del 1919, del 1921 e, infine, del 1924.
Avendo temporaneamente rinunciato a iscriversi all'università, intensificò il suo impegno politico rappresentando l'Italia ai congressi di Azione sociale cattolica in Baviera, al Congresso internazionale della cooperazione a Innsbruck nel 1922, e al Congresso delle opere sociali a Gand nel 1924, come rappresentante della Cooperazione femminile italiana.
Convinta sostenitrice del cooperativismo - nell'immediato dopoguerra aveva ricevuto il diploma di benemerenza del ministero delle Terre liberate per aver concorso alla fondazione di cooperative di lavoratrici, in particolare nel Veneto -, nel 1921, per iniziativa del Consorzio di emigrazione e lavoro presieduto prima da don Sturzo e poi dall'on. C. Nava, aveva fondato il Comitato centrale per la cooperazione e il lavoro femminile, legato all'Azione cattolica.
In questa veste raccolse le adesioni di più di cinquecento scuole di avviamento al lavoro, laboratori-scuole, laboratori e cooperative di lavoro. In particolar modo si occupò delle scuole di lavoro femminile per le orfane di guerra, della Federazione delle lavoratrici dell'ago e della cooperazione femminile di lavoro (allevamento dei bachi da seta e piccole industrie agricole) a Caserta e nel Veneto; da U. Merlin, sottosegretario alle Terre liberate, ebbe l'incarico di fondare cooperative di produzione e di lavoro nel Friuli-Venezia Giulia. Del Comitato rimase segretaria generale fino alla liquidazione, avvenuta nel 1926, e in questa veste intraprese numerosi viaggi di studio.
Svolgendo anche un'intensa attività giornalistica, in questi anni collaborò con il Corriere d'Italia, Il Popolo, Avvenire d'Italia, con il settimanale L'Ago, organo della Federazione tra le lavoratrici dell'ago, la rivista Il Solco e a vari altri periodici. Dal 1924 al 1925 assunse la direzione del settimanale Il Lavoro femminile, che cessò le pubblicazioni dopo i decreti speciali del 3 genn. 1925.
Intensa in questi anni fu anche la sua azione in ambito sindacale: si interessò di artigianato e del lavoro a domicilio, di cui evidenziò le difficoltà e le necessità di regolamentazione; nel 1924 vinse un concorso all'Ispettorato del lavoro di Roma e come ispettrice riprese l'opera di assistenza alle mondine; si occupò anche della lavorazione dei tabacchi e di lavori stagionali, cercando di tener viva, finché fu possibile, un'attività sindacale di orientamento cristiano.
Nel 1929 la G. contribuì alla nascita della Federazione nazionale donne professioniste e artiste, che lasciò nel 1931, quando questa fu assorbita dalle organizzazioni fasciste, con conseguente obbligo della tessera; nel 1930 le era stato dato incarico dal ministero delle Corporazioni di compiere un'inchiesta e di fare una relazione sul lavoro femminile in Italia, la quale, però, non venne mai pubblicata in quanto i risultati non corrispondevano alla linea politica del regime. Anche per questo nel 1931 la G. preferì trasferirsi a Ginevra, dove rimase un anno, come osservatrice del Bureau international du travail.
Nel 1935 sposò Mario Cingolani, già parlamentare popolare, autorevole esponente dell'Azione cattolica e figura di spicco della futura Democrazia cristiana (DC). Da lui ebbe, nel 1938, l'unico figlio, Mario. Insieme con il marito la G. fu punto di riferimento per gli antifascisti cattolici romani; ambedue, fino alla liberazione di Roma, parteciparono all'attività della direzione clandestina della DC, ospitando nella loro casa il Comitato di liberazione nazionale; nella fase di ricostruzione del partito la G. fu incaricata di seguire la sezione femminile. In questo periodo aveva ripreso anche gli studi, iscrivendosi all'Istituto orientale di Napoli dove si laureò, a guerra iniziata, in letterature slave.
Non cessò comunque di interessarsi al lavoro femminile e, fino al 1943, seguì in particolare l'attività delle masse di generiche, comparse, operaie, impegnate a Cinecittà. Il 30 luglio 1944, a Napoli, fu eletta consigliere nazionale della DC e il 19 agosto, su sollecitazione di A. De Gasperi, fu delegata nazionale del movimento femminile. Dal 25 sett. 1945 membro della Consulta nazionale su designazione democristiana, partecipò ai lavori della Commissione lavoro e previdenza e alle assemblee plenarie; nel 1946 fu una delle 21 donne elette alla Costituente.
Nel febbraio 1946, al I convegno del movimento femminile, che precedette il congresso nazionale della DC, la G. sostenne la necessità che l'associazione femminile rimanesse autonoma nell'ambito del partito e ancora su questa linea, al II congresso nazionale del movimento femminile (Assisi, 13 marzo 1947), svolse la sua relazione politica.
Fu eletta deputato per la DC nel 1948; dal luglio 1951 al luglio 1953 fu sottosegretario all'Artigianato nel ministero dell'Industria e Commercio del settimo governo De Gasperi, prima donna al governo in Italia, così come era stata la prima donna a parlare nell'aula di Montecitorio.
In questo ruolo si dedicò particolarmente al piccolo artigianato e alla cooperazione artigiana, convinta che la ricchezza italiana stesse nella piccola impresa; si impegnò per ottenere alla categoria un migliore inquadramento nella legislazione e sostegni creditizi e promozionali.
Non ci sono dati certi che permettano di spiegare la svolta nella vita della G., che, eletta sindaco di Palestrina nel 1952, lasciò l'impegno politico nazionale per dedicarsi fino al 1965 all'amministrazione del Comune laziale; tuttavia è molto probabile che il clima politico creatosi nella DC dopo la caduta del governo De Gasperi nel luglio 1953 abbia influito in modo determinante nelle scelte della G., da sempre contraria a ogni ipotesi di corrente nel partito.
Come sindaco di Palestrina ne avviò il rinnovamento, valorizzando i beni archeologici e attirando l'attenzione nazionale sulla vita culturale della città con la fondazione, nel 1958, dell'Accademia internazionale Giovanni Pierluigi da Palestrina, che presiedette fino alla morte.
A partire dagli anni Settanta un forte abbassamento della vista condizionò la sua attività. La G. morì a Roma l'11 luglio 1991.
Fonti e Bibl.: Le carte della G. sono state raccolte dal figlio M. Cingolani, ma non sono al momento consultabili; si vedano gli Atti della Costituente e quelli parlamentari della prima legislatura repubblicana, oltre alle carte conservate presso il Comune di Palestrina, che ha dedicato alla G. una giornata di ricordo in occasione del centenario della sua nascita (31 0tt. 1996). Vedi ancora: Deputate, in Donna e vita, 1947, n. 1, p. 17; Parla A.M. G., ibid., n. 2, p. 2; G. Andreotti, Visti da vicino, Milano 1986, pp. 195-207; G. Fanello Marcucci, Nella sua vicenda la storia della DC, e L. Ottaviani, Una vita all'insegna del popolarismo, in La Discussione, 3 nov. 1986, p. 15; Dai congressi DC dell'Italia liberata (1943-44) alla prima assise nazionale 1946, a cura di C. Danè, Roma 1986, p. 93; A. Rossi Doria, Le donne sulla scena politica, in Storia dell'Italia repubblicana, I, Torino 1994, ad ind.; C. Dau Novelli, Sorelle d'Italia, Roma 1996, pp. 149-169; M. Addis Saba - M. De Leo - F. Taricone, Alle origini della Repubblica. Donne e Costituente, Roma 1996, pp. 27-38.
Nel Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, a cura di F. Traniello - G. Campanini, si vedano: in generale, P. Gaiotti De Biase, Movimento cattolico e questione femminile, I, 2, Torino 1981, pp. 96-111; specificamente, la voce di C. Dau Novelli dedicata alla G. nell'Aggiornamento1980-1995, Genova 1997, pp. 341 s.; Gli ex parlamentari della Repubblica, Roma 1985, s.v.; I deputati alla Costituente, Roma 1987, sub voce.