GOTELLI, Angela
Nacque a San Quirico, frazione di Albareto (fino al 1928 Albareto di Borgotaro), sull'Appennino parmense, il 28 febbr. 1905 da Domenico, medico condotto, e Tullia Fattori.
Durante gli anni del liceo, a La Spezia, fece amicizia con Itala Mela, poi attivista nel movimento femminile cattolico, che le fu compagna di studi anche all'Università di Genova, dove ambedue frequentarono la facoltà di lettere e filosofia. Nel periodo universitario la G. frequentò la Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI), dove collaborò a iniziative culturali e formative insieme con altre attiviste, come Maria Teresa Balestrino, Maria Carena, Anna Martino, con le quali mantenne rapporti per tutta la vita. Sempre nell'ambito della FUCI entrò in contatto e strinse amicizia con esponenti religiosi e laici che ebbero in seguito un ruolo significativo nel movimento cattolico, fra i quali E. Guano, G. Lercaro, G. Costa.
La G., laureatasi col massimo dei voti e la lode con una tesi su s. Bernardino da Siena, decise di dedicarsi completamente all'apostolato sociale nell'ambito delle organizzazioni cattoliche; fu, quindi, nominata delegata della FUCI per l'Italia del Nordest. Nel contempo, dopo un anno di supplenza in una scuola superiore di Pontremoli, vinse il concorso per l'insegnamento delle lettere classiche presso il ginnasio di Trieste.
Nella città adriatica avviò attività sociali e benefiche e intrecciò, come amava ripetere, "amicizie per la vita", accattivandosi il favore in molti ambienti grazie anche a doti naturali di simpatia e di entusiasmo: contemporaneamente ogni fine settimana partiva da Trieste per visitare i circoli giovanili e studenteschi delle città dell'intero Triveneto affidati alle sue cure.
Dal 1929 al 1933 fu presidente nazionale delle universitarie della FUCI, lavorando con il giovane A. Moro, cui fu poi politicamente vicina, e collaborando attivamente con il presidente I. Righetti e l'allora assistente spirituale della Federazione, G.B. Montini.
Con lo scoppio del conflitto, rientrata a La Spezia, frequentò un corso da crocerossina nell'ospedale cittadino e, nella prima estate di guerra, prestò servizio a Brindisi. Rientrata a La Spezia, durante i bombardamenti che colpirono la città, offrì accoglienza ai perseguitati politici o transfughi. Dopo l'8 sett. 1943, sfollata in montagna, ad Albareto, assistette i malati e i feriti della zona, accompagnandoli presso campi profughi e centri di soccorso. Tra il 1943 e il 1945 partecipò a varie attività resistenziali e, nella sua qualità di crocerossina, si attivò anche per ottenere lo scambio di ostaggi civili contro prigionieri tedeschi.
In questo quadro, nel corso del 1944, si recò nel bosco di Montegroppo, per trattare con un reparto tedesco uno scambio con ostaggi in mano ai partigiani: come attestato da un documento ufficiale dell'esercito tedesco l'avvenuto scambio di prigionieri evitò rappresaglie alla popolazione civile delle vallate del Taro. Intanto la grande casa di villeggiatura di famiglia della G. era divenuta sede del locale comando partigiano, oltre che rifugio per sfollati e sbandati convenuti dai vicini centri abitati, in particolare da La Spezia e dintorni; senza timori, la G. fronteggiò i sospetti dei comandi repubblichini e una perquisizione dei militi della X flottiglia MAS.
Intanto andava vieppiù impegnandosi in campo politico, nella prospettiva della ricostituzione di un partito cattolico, anche se a questa attività la G. continuò ad alternare quella di insegnante, proseguita pure durante il periodo bellico, con improvvisati corsi per i bambini sfollati.
Già nel luglio 1943 aveva partecipato alle riunioni tenutesi a Camaldoli, per iniziativa del Movimento dei laureati cattolici, che portarono alla stesura del cosiddetto codice di Camaldoli; si interessò, poi, in modo crescente alle attività dei Comitati di liberazione nazionale Alta Italia, seguendo e appoggiando in particolare A. Pellizzari, ex popolare, capo partigiano ed esponente del Partito democratico sociale cristiano della Liguria, sorto nel 1943.
In ambito locale, terminato il conflitto, si attivò in sede amministrativa per avviare opere di ricostruzione basilari per il paese di Albareto. Nel 1945, ottenuta un'aspettativa dalla sua scuola, si trasferì per diversi mesi a Roma per impegnarsi nella rinata organizzazione dei laureati cattolici; nel 1946 fu eletta vicedelegata nazionale del Movimento femminile cattolico, ruolo che dovette lasciare nel 1950, quando ebbe il suo primo incarico di governo. Lavorò quindi a fianco di G. Lazzati e G. La Pira, A. Fanfani e Moro, nell'opera di ricostituzione del partito, sulla scia delle iniziative politiche e teoriche legate a G. Dossetti, aderendo anche al gruppo del "Porcellino", una formazione della sinistra cristiana di ambito dossettiano.
Al referendum istituzionale si schierò per la Repubblica. Nel 1946 fu eletta all'Assemblea costituente per la Democrazia cristiana (DC) nella circoscrizione ligure (Genova - Imperia - La Spezia - Savona), ricoprendovi un ruolo attivo a fianco di La Pira e Dossetti.
Il 6 febbr. 1947, in sostituzione di C. Caristia, fu chiamata a far par parte della commissione ristretta di 75 membri designata dai costituenti e, con Nilde Iotti, prese parte alla prima sottocommissione per i diritti e i doveri dei cittadini. Attivista nei comitati civici, si batté nel confronto elettorale del 1948, con interventi e comizi quasi sempre improvvisati, condotti con notevole verve oratoria.
Nel corso della carriera politica la G. si avvicinò a varie correnti della DC, restando però in linea di massima legata all'ala sinistra; nell'ambito della riorganizzazione del partito voluta dalla segreteria Fanfani dopo il 1954, fu incaricata dell'Ufficio assistenza. Fu eletta alla Camera dei deputati per tre successive legislature, nel 1948, nel 1953 e nel 1958, ricoprendo incarichi di rilievo: sottosegretario alla Sanità nel secondo governo Fanfani del luglio 1958 (ministro V. Monaldi) e quindi nel governo Tambroni del marzo-luglio 1960 (ministro C. Giardina); al Lavoro nel secondo governo Segni del febbraio 1959 (ministro B. Zaccagnini). Fu autrice della legge sul patronato scolastico e sostenitrice di altre iniziative, quali la legge Merlin, e di provvedimenti in favore dell'infanzia e della gioventù studiosa; partecipò a diverse commissioni parlamentari relative ai temi della scuola e dell'assistenza all'infanzia. Dal 1963 al 1973 presiedette l'Opera nazionale per la maternità e l'infanzia e resse numerose commissioni del partito.
I suoi rapporti con la Chiesa furono sempre forti ma mai condizionanti. Attraverso la FUCI prima, i Laureati cattolici poi, e con un'assidua presenza presso varie case di ordini religiosi, la G. restò vicina alla "grande famiglia" degli studenti cattolici, favorendo iniziative di aggiornamento delle metodiche di apprendimento e convivenza, in linea con i fermenti che animarono il concilio Vaticano II, che la G. accolse con entusiasmo e soddisfazione, avendone auspicato alcuni dei cambiamenti radicali, anche in contrasto con le sfere più conservatrici della Curia, dalla quale le giunsero in alcune occasioni osservazioni critiche.
Nell'ambito della politica locale, il suo appoggio alla formazione della prima giunta di centrosinistra al Comune di La Spezia le valse talune riserve da parte di ambienti diocesani. Dal 1951 al 1958, fu sindaco di Albareto, contribuendo alla modernizzazione dei trasporti e al miglioramento della situazione scolastica.
Nei primi anni Settanta, in seguito a ripetuti attacchi ischemici, fu costretta a ritirarsi dalla politica attiva.
La G. morì ad Albareto il 21 nov. 1996.
Fonti e Bibl.: La famiglia conserva a Parma carte e ricordi personali; ha curato la pubblicazione di note biografiche M. Gotelli, Ricordi della zia Angela, Parma 1997. Vedi ancora: Roma, Arch. della Camera dei deputati, fascicoli personali. Inoltre: G. Spataro, I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Milano 1968, ad indicem; N. Antonetti, La FUCI di Montini e di Righetti, lettere di I. Righetti ad A. G. (1928-1933), Roma 1979, passim; Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, I-III, Roma 1987-88, ad indices; Il Parlamento italiano, 1861-1988, XIV, 1946-1947. Repubblica e Costituzione. Dalla luogotenenza di Umberto alla presidenza De Nicola, Milano 1989, pp. 86 s.; XV, 1948-1949. De Gasperi e la scelta occidentale. La strategia del centrismo, ibid. 1991, p. 118; altre notizie nelle edizioni della Navicella relative alla prima, seconda e terza legislatura.