ANGELA da Foligno, beata
Le notizie della sua vita sono molto scarse. Ebbe marito e figli, si convertì a vita ben maggiormente spirituale dopo la loro morte, forse nel 1285: terziaria francescana, via via vendette tutti i suoi beni, e ne diede il prezzo ai poveri. Moltissimi venivano a lei per essere illuminati, e tra gli altri, da Parfu fu approvato nel 1701.
Verso il 1291 Angela si recò in Assisi per visitare la tomba di S. Francesco, e sulla porta della chiesa incominciò a gridare e a piangere, tanto che un religioso suo conterraneo e parente, forse fra Rinaldo, la cacciò di chiesa, e le proibì di tornare in Assisi. Costui si recò poi in Foligno e volle conoscere da lei la causa del suo modo di comportarsi in Assisi. Ed ella gli narrò a varie riprese delle sue visioni, gliele comunicò per mezzo di un giovanetto, ed egli le tradusse a mano a mano in latino. Dopo la morte di A., raccolse ciò che aveva tradotto, l'arricchì di elementi tratti specialmente dalla sua corrispondenza e così nacque, anche con la collaborazione di altri, il Liber de vera fidelium experientia, di cui la prima edizione è forse del sec. XV. Esiste poi un'edizione di Colonia del 1505, e una di Venezia del 1521. P. Doncoeur in collaborazione con M. Faloci Pulignani ne diede una prima edizione sui due codici migliori, quello d'Assisi e quello di Subiaco, ma con molti errori di trascrizione (Parigi 1925); L. Ferré (ivi 1927) riprodusse il codice assisiate; M. Faloci-Pulignani (Città di Castello 1932) quello di Subiaco, con una versione di Maria Castiglione Umani. Si vedano, tra le altre, le versioni di L. Fallacara (Firenze 1926) e di G. Battelli (S. Casciano Valdelsa 1926). La raccolta degli scritti della beata ci rivela uno spirito ansioso di approfondire l'abisso della propria imperfezione, di togliere francescanamente ogni impedimento esteriore e soprattutto intimo, a conoscere sempre meglio l'infinito bene di Dio. La conoscenza di Dio dilata l'amore e d'altra parte tanto più si conosce quanto più si ama; così si raggiunge la pienezza della vita. La via è quella del dolore, che è quindi mezzo per trasformarci in Cristo, per salire all'amore e alla felicità.
Bibl.: M. Faloci Pulignani, Saggio bib. sulla vita e sugli opuscoli della b. A. da F., 2ª ed., Foligno 1889; id., La b. A. da F., Gubbio 1926; L. Ferré, Principales dates de la vie d'A. de F., Parigi 1925; id., La spiritualité d'A. de F., ivi 1929.