Letterato e saggista spagnolo (Granada 1865 - Riga 1898). Di vastissima cultura e mosso da grande varietà di interessi, G. può essere considerato uno dei precursori della cosiddetta generazione del '98. L'Idearium español (1897) è l'opera nella quale più intensamente si riflette la sua "preocupación de España": a una meditazione severa sulle cause della decadenza si affianca la fiducia che i meriti e le energie del popolo spagnolo sapranno superare la crisi. Problemi analoghi sono presenti in La conquista del reino de Maya por el último conquistador español Pío Cid (1897) e in Los trabajos del infatigable creador Pío Cid (1898). Le Cartas finlandesas (1905) e Hombres del Norte (1905) riflettono la sua curiosità per gli aspetti più intimi dei paesi e dei popoli che egli, come console, ebbe modo di conoscere. Tra le altre opere sono da ricordare Granada la bella (1896), omaggio alla sua città natale, e quello che egli stesso definì "drama místico", El escultor de su alma (post. 1906), opera simbolica con caratteristiche autobiografiche.