ANFUSO de Rotis (de Roto)
Feudatario calabrese di origine germanica; nel 1197, su ordine dell'imperatrice Costanza, combatté un certo capitano tedesco di nome Federico che, ribellatosi, aveva occupato la rocca di Malvito. Nel 1200 fu insignito del titolo di conte di Tropea e di familiare del re. Federico II con un privilegio dell'aprile 1201, da Palermo, gli fece dono della casa posseduta in Messina dal conte Giordano Lapino e nel febbraio 12o6, per ringraziamento dei servigi resi anni avanti a Enrico VI, di quella del conte Riccardo d'Aiello in Palermo. Cresciuta la sua potenza in Calabria, insieme con il fratello Riccardo si impossessò di beni appartenenti alla mensa vescovile di Mileto e il 25 ag. 1207 venne minacciato di scomunica da Innocenzo III.
Nel settembre del 1208, insieme col figlio Riccardo, conte di Moltalto Uffugo, fece un'ampia donazione al monastero della Sambucina. L'anno seguente, in occasione delle nozze di Federico con Costanza d'Aragona, partecipò alla congiura ordita contro il re dai conti Paolo e Ruggiero di Gerace, richiedendo la dignità di ammiraglio e alcuni feudi. Essendo state respinte le sue richieste, si impossessò con la forza di alcune fortezze e distrusse i beni di molti monasteri e vescovati calabresi. Stroncata la rivolta, fu costretto alla restituzione del mal tolto, ma continuò ad amministrare i suoi feudi.
Era già morto nel marzo del 1213.
Fonti e Bibl.: A. Potthast, Regesta Pontificum Romanorum,I,Berolini 1874, p. 269, n. 3165; E. Winkelmann, Acta Imperii inedita, I, Innsbruck 1880, pp. 76-77, 82; J. F. Böhmer-J. Ficker, Regesta Imperii, V, 1, Innsbruck 1881-1882, pp. 159, 163; Ryccardi de Sancto Germano Chronica, in Rer. Italic. Script.,2 ediz., VII, 2, a cura di C. A. Garufi, pp. 19, 28-31; A. Pratesi, Carte latine di abbazie calabresi,Roma 1958, passim (cfr. Indice); G. Paolucci, La giovinezza di Federico II di Svevia, in Atti d. R. Accad. di scienze, lettere e belle arti di Palermo,cl. di sc. morali, s. 3, VI (1900-1901), pp. 6-9.