anfisibena
Antico e favoloso serpente libico fornito di due teste - una a ognuna delle due estremità - e capace perciò di strisciare indifferentemente in una direzione o nell'altra, ricordato da D. in If XXIV 87. Il nome, insieme a quello di altri rettili (cencri, chelidri, faree, iaculi: v.), è ricavato da un brano della Pharsalia di Lucano (IX 719), sfrondato dell'ampio commento descrittivo del poeta latino, per creare un'efficace similitudine al paesaggio della settima bolgia.
Scrittori e commentatori antichi hanno dedicato particolare attenzione all'a. Così l'Ottimo: " Anfesibena è così chiamata, perocché ha due teste, l'una nel luogo suo, l'altra nella coda, correndo da ciascuno de' capi, circulato il tratto del corpo ". E il Landino: " Alberto Magno niega questa avere due capi, ma scrive che pare così perché per grande mobilità delle coste salta da ogni parte ".
Bibl. - G. Vitaletti, L'amfesibena, in " Giorn. d. " XXV (1922) 37 ss. Cfr. inoltre la bibliografia alla voce LUCANO.