ANESTETICI (III, p. 259)
Anestetici volatili. - Notevoli progressi si sono fatti in questo campo, anche grazie alla invenzione di speciali apparecchi per anestesia che permettono il ricupero degli anestetici dall'aria espirata e la reintroduzione negli apparecchi stessi. In tal modo sostanze costose, come il ciclopropano, possono utilizzarsi senza perdite (v. anche anestesia, in questa Appendice).
Nel 1933 venne praticata per la prima volta l'anestesia sull'uomo con l'etere divinilico (Vinesthene, Vinethene), liquido chiaro, molto volatile, instabile, facilmente polimerizzabile dagli acidi. Si trova in commercio mescolato con il 3,5% di alcool assoluto e 0,01% di fenolftaleina come stabilizzante, in atmosfera di azoto. Si impiega per rafforzare l'anestesia da protossido d'azoto-ossigeno, ed è particolarmente usato in ostetricia, in odontoiatria ed in otorinolaringoiatria. Un altro additivo delle miscele protossido d'azoto-ossigeno è l'etere etil-N-propilico, meno volatile e di odore meno acre del precedente. Pure usata è la tricloroetilene (trilene), liquido incolore non infiammabile e privo di pericoli d'esplosione. Il suo uso come anestetico, per anestesia generale o per anestesia leggera, associata in tal caso a ossido di azoto e ossigeno, si è diffuso dopo il 1939, per merito del chimico Chalmers. Non può usarsi negli apparecchi a ricupero con assorbimento dell'anidride carbonica in alcali poiché a contatto con gli alcali la tricloroetilene dà luogo a prodotti tossici. Più recente è l'introduzione del ciclopropano, gas incoloro che si trova in commercio compresso in cilindri. Esso presenta l'inconveniente di formare miscele esplosive con l'ossigeno e in passato diede luogo a parecchi incidenti anche mortali. La sua azione è simile a quella dell'etere etilico.
Anestetici non volatili. - In questa categoria di anestetici la serie dei barbiturici ha acquistato sempre maggior sviluppo, con prodotti per uso endovenoso e rettale, talvolta impiegati in associazione con anestetici volatili.
Tipici di questa serie il sec.-buti 1-β-bromoallilbarbiturato sodico (Penthotal sodico), la β-bromoallil-amil-sec.-malonilurea (Rectidon, per uso rettale), il β-bromoallil-isopropil-N-metil-barbiturato sodico (Eunarcon, R 1238), il 5-(1-cicloesen-1-ile)-1,5-dimetilbarbiturato sodico (Evipan sodico), l'1-metilbutil-etilbarbiturato sodico (Nembutal), l'acido 1-metil-5,5-allil-isopropilbarbiturico (Narconumal), l'isoamil-etil-tiobarbiturato sodico (Venesetic), ed infine il sale sodico dell'acido 5-Δ2-cicloe- senil-5-allil-2-tiobarbiturico (Kemithal), introdotto nella pratica nel 1946. Un derivato del bromalio, affermatosi nell'anestesia endovenosa, è l'alcool tribromoetilico (Avertina).
Anestetici locali. - La ricerca di sostanze aventi l'azione della cocaina, ma non gli inconvenienti, ha portato alla preparazione di alcuni prodotti, tra cui vanno ricordati il cloridrato di 1,4-aminobenzoil-2-dimentil-3-dietilaminopropanolo (Larocaine), assai simile alla novocaina per costituzione, di efficacia doppia di quella della cocaina; il cloridrato di propil-benzoil-d-ψ-ecgonina (Neopsicaine), da 5 a 10 volte più attivo della psicaina; il solfato di p-aminobenzoil-dibutilamino-propanolo (Butyn), specialmente adatto per anestesia nasale ed oftalmica.
Bibl.: Lebeau e Courtois, Traité de Pharmacie Chimique, 3ª ed., 1946; Adriani, in The Chemistry of Anesthesia, 1945.