Vedi ANEMOURION dell'anno: 1958 - 1994
ANEMOURION (v. vol. I, p. 370)
Il sito (odierna Eski Anamur) comprende una città alta (acropoli) e una città bassa. L'acropoli si trova all'estremità del Capo Anamur ed è protetta su tre lati da scogliere a picco, mentre il lato N, rivolto verso l'entroterra, è difeso da un muro merlato di epoca medievale munito di bastioni che ingloba strutture anteriori, fra cui una torre di avvistamento che risale all'epoca ellenistica. La città bassa occupa la fascia di terreno pianeggiante, larga c.a 300 m, compresa tra il mare e il ripido pendio O del promontorio, e si estende verso Ν per c.a 1500 m. I limiti dell'insediamento antico sono chiaramente definiti su tre lati: a S si trova la scarpata dell'acropoli con un probabile piccolo porto ai suoi piedi; a O è situato il più alto dei due acquedotti che corrono paralleli al crinale e, infine, a E si estende la linea di costa dove sono ancora visibili in situ i resti di un'antica banchina e di una scogliera artificiale.
I limiti della città non sono invece così evidenti sul lato settentrionale ove alcune rovine giacciono sepolte sotto dune di sabbia. Senza alcun dubbio l'insediamento originario si sviluppava intorno all'acropoli, a sua volta protetta da un muro che correva in direzione E-O e separava l'intera porzione meridionale del promontorio dal continente.
Un nucleo di edifici pubblici, che si sviluppa immediatamente a S di queste mura, costituisce il centro della città romana nel II e III secolo. Sono costruiti in muratura composta da pietrame legato con malta e hanno in alcuni casi coperture a volta. Tali edifici includono un grande teatro (II 8 d), un odèion in buono stato di conservazione, che era sicuramente coperto in origine e che probabilmente veniva anche usato come bouleutèrion (II 9 d), una spaziosa basilica civica a tre navate con abside a volta ancora intatta (II 12 e) e due edifici termali (II 7 a, II 11 b). In un secondo momento la città si estese oltre i suoi originari confini settentrionali, fino a inglobare un'area molto più grande, probabilmente circoscritta dalle mura di tardo IV sec. già menzionate.
Gli elementi principali di questa parte della città romana erano una strada colonnata che attraversava il sito da N a S e un grande complesso lungo 100 m con terme e palestra. La sola palestra (E III 2 b), un'area aperta di pianta quadrata con colonnati su tutti i lati, copriva una superficie di più di 1.000 m2 e tutto il pavimento era un tempo rivestito con mosaici a motivi geometrici. Fatta eccezione per i pavimenti a mosaico, che spesso mostrano disegni elaborati, ben poco rimane degli edifici privati di questo periodo. Ciò contrasta con l'ottimo stato di conservazione delle tombe. La vasta necropoli, formata da c.a 350 sepolture individuali, è situata oltre le mura della città, nella parte NO del sito.
Le tombe coprono un lasso di tempo che va dal I al IV secolo. Tipologicamente sono molto varie: si va da semplici strutture a tamburo coperte a volta, a complessi architettonici a due piani con vestiboli e cortili interni. La camera funeraria normalmente non veniva decorata ed era arredata ad arcosolio su tre lati, mentre sul quarto si trovava la porta. Le camere più esterne venivano invece solitamente decorate con pavimenti a mosaico e con stucchi dipinti sulle pareti. Nella maggior parte dei casi, la decorazione si limita a semplici disegni geometrici; ma vi è anche un certo numero di scene figurate ben conservate, come p.es. una serie di Stagioni, raffigurate sia come busti maschili che come putti alati.
L'aspetto della città mutò sostanzialmente nel primo periodo bizantino con l'aggiunta di almeno quattro chiese e due edifici termali più piccoli. Le chiese risalgono alla prima metà del V sec. e sono tutte a pianta basilicale: la chiesa della necropoli (A II 1), però , presenta notevoli modifiche. Similmente agli edifici pubblici di epoca precedente, quelli bizantini erano pavimentati a mosaico. Di particolare interesse sono le iscrizioni dedicatorie dei mosaici delle chiese, che ci forniscono molte notizie sulla vita ecclesiastica della città.
La maggior parte dei manufatti rinvenuti durante gli scavi appartengono alle fasi più tarde del sito e sono quindi da ascrivere al VI e al VII sec., epoca in cui gli edifici pubblici furono abbandonati e persino le dimensioni delle chiese furono ridotte. In quest'epoca un agglomerato di umili case si era infatti sovrapposto all'area della palestra e le sale a volta degli adiacenti bagni ospitavano ormai una grande varietà di attività commerciali e artigianali: fornaci per la calce, mulini e manifatture di ceramica e di lucerne. La collezione eterogenea di oggetti domestici appari tenuti a questi ultimi abitanti del sito ci mostra un quadro variegato della vita d'ogni giorno. Questi e altri ritrovamenti, comprendenti i mosaici più rilevanti rimossi dal sito, sono custoditi nel museo dell'attuale città di Anamur.
Bibl.: In generale: E. Rosenbaum, G. Huber, S. Onurkan, A Survey of Coastal Cities in Western Cilicia, Ankara 1967, pp. 1-27; H. Williams, P. Taylor, A Byzantine Lamp Hoard from Anamur (Cilicia), in AnatSt, XXV, 1975) pp. 77-84; C. W. J. Eliot, A Bronze Counterpoise of Athena, in Hesperia, XLV, 1976, pp. 163-170; J. Russell, Anemurium eine römische Kleinstadt in Kleinasien, in AW, VII, 1976, 4, pp. 2-20; id., Anemurium: The Changing Face of a Roman City, in Archaeology, XXXIII, 1980, pp. 31-40; id., Byzantine Instrumenta Domestica from Anemurium, in R. L. Hohlfelder (ed.), City, Town and Countryside in the Early Byzantine Era, New York 1982, pp. 129-160; id., The Evil Eye in Early Byzantine Society: Archaeological Evidence from Anemurium in Isauria, in 16. Internationaler Byzantinistenkongress, Wien 1981, II, 3, Vienna 1982, pp. 539-548; E. Levante, Levante Collection, I, Cilicia, Berna 1986; J. Russell, Christianity at Anemurium (Cilicia), in Actes du Xlème Congrès International d'Archéologie Chrétienne, II, Città del Vaticano 1989, pp. 1621-1637. Si vedano inoltre i rapporti annuali in TiirkAD a partire dal 1965.
Necropoli: E. Alfoldi-Rosenbaum, The Necropolis of Anemurium, Ankara 1971; J. Russell, Restoration, Conservation and Excavation at the Necropolis of Anemurium, Turkey, 1974-1975, in JFieldA, IV, 1977, pp. 46-62; id., Funerary Scenes from Anemurium, in Yayla, V, 1984, pp. 16-24.
Iscrizioni: E. AlfÖldi, Matronianus, Comes Isauriae: An Inscription from the Sea-Wall at Anemurium, in PhoenixToronto, XXVI, 1972, pp. 183-186; C. P. Jones, The Inscription from the Sea Wall at Anemurium, ibid., pp. 396-399; R. Merkelbach, Mauerbauepigramm aus Anemurion, vaZPE, Χ, Ι973, p. 174; J. Russell, The Mosaic Inscriptions of Anemurium, Vienna 1987.
(J. Russell)