ANEDDOTO
. La parola aneddoto, dal greco ἀ(ν) privativo, ed ἐκδίδωμι "pubblico", significò dapprima cosa inedita, quindi ignota ai più. Essa acquistò poi due significati distinti: uno, meno usuale, indicò scritti non prima pubblicati, o per il loro carattere intrinsecamente segreto, o perché la loro pubblicazione era stata ritardata da cause occasionali ed estrinseche. Una raccolta aneddotica, in questo senso, fu, ad es., quella del Muratori (Anecdota ex Ambrosianae bibliothecae codicibus, Milano 1697-98). Il secondo, che è quello odierno, sta ad indicare o particolarità storiche poco note e caratteristiche, o, infine, brevissimi racconti di tipo gaio ed epigrammatico, riferentisi spesso a personaggi o a fatti reali. Innumerevoli sono le raccolte moderne di aneddoti storici, letterarî, o semplicemente curiosi od umoristici. Proprio dell'aneddoto è l'esser vero o passare per tale, e si comprende che, da questo punto di vista, possa talora servire ad illuminare personaggi od episodî più di lunghe narrazioni, riassumendo un carattere in una frase, un'epoca in un particolare di storia del costume; e che per contro un aneddoto falso o calunnioso, perpetuandosi, possa offuscare la fama di un personaggio o l'importanza di un evento.