Vedi ANDROS dell'anno: 1973 - 1994
ANDROS (v. s 1970, p. 58)
La principale attività di ricerca si è incentrata sulla costa occidentale dell'isola, in località Zagora, dove, nel corso di due campagne di scavo (1967 e 1968), è stato portato alla luce un abitato di età geometrica. Il promontorio roccioso su cui sorge l'insediamento era facilmente accessibile solo dal lato NE attraverso una sella che collegava il pianoro abitato con il resto dell'isola. Questo settore era protetto da un possente muro di fortificazione, alto oltre 4 m e largo fino a 7,25 m, costruito con blocchi non lavorati di marmo locale e lastre di scisto. Vi si accedeva attraverso una sola porta, protetta da un bastione, in corrispondenza del limite meridionale del muro. L'abitato, sviluppatosi da varî nuclei indipendenti, appare regolarmente organizzato con gran parte degli edifici orientati secondo l'asse NO-SE. Le unità abitative messe in luce presentano in generale piante caratterizzate da uno o più ambienti di forma rettangolare, ma, a giudicare dalla disposizione spaziale delle case tipologicamente più semplici, è possibile che gli strati più poveri della popolazione risiedessero nel settore orientale della città, in prossimità del muro di fortificazione. Tutti gli edifici erano costruiti con muri a secco ed erano caratterizzati da pavimenti in terra battuta e coperture piatte di lastre di scisto, sorrette da travi lignee e, negli ambienti più grandi, anche da pali di sostegno. L'esistenza in vani diversi di focolari e di banchine lungo i muri può forse suggerire un uso differenziato, residenziale o magazzinale, dei singoli locali costituenti le unità abitative più complesse.
Nel settore centrale del pianoro è stata individuata una zona cultuale. Originariamente, in età tardogeometrica, essa era semplicemente costituita da un'area ipetrale in cui successivamente fu costruito un edificio templare. Le poche strutture riferibili alla fase più antica includono un altare (una struttura trapezoidale inglobata nella cella del tempio più tardo), oltre ai resti di un muro, forse di recinzione, e un blocco di marmo di forma triangolare di difficile interpretazione. Le ceramiche rinvenute nelle trincee di fondazione indicano invece che la costruzione del tempio, rimasto in uso fino all'ultimo quarto del V sec. a.C., risale al secondo venticinquennio del VI secolo. L'edificio è quasi interamente costruito di scisto e consiste di un pròdomos chiuso, rettangolare, e di una cella di forma quasi quadrata; nella pianta e nelle dimensioni (m 2,80 X 6,29 il pròdomos, e m 5,87 X 6,30 la cella) ricorda particolarmente il Tempio di Atena a Emporio (Chio) e il Tempio di Exoburgo (Tino).
I rinvenimenti ceramici attestano che lo stanziamento fu abitato ininterrottamente per circa un secolo, dal periodo medio geometrico alla fine del periodo geometrico, e includono un buon numero di importazioni attiche, corinzie, euboiche e cicladiche, a dimostrazione degli intensi rapporti commerciali che lo legavano ai principali centri dell'Egeo. La presenza di due tombe a cista con ceramiche protogeometriche, rinvenute nel 1899 in prossimità dell'abitato, sembra comunque indicare che la zona era frequentata anche nel X sec. a.C. è chiaro in ogni caso che il sito fu abbandonato improvvisamente alla fine dell'VIII sec. a.C., a causa di qualche evento naturale disastroso o in conseguenza della crisi nei traffici commerciali che seguì alla guerra lelantina, e, eccezion fatta per l'area cultuale, non fu più rioccupato.
Importanti elementi sul ruolo rilevante dell'isola in età geometrica sono stati rinvenuti in un altro centro fortificato situato sulla costa occidentale, sulla collina di Hypsili, tra Batsi e Palaiopolis. Le ricerche di superficie effettuate nel 1982 hanno rivelato l'esistenza di un vasto abitato, databile al periodo tardogeometrico circondato da mura, costruito con grosse lastre di scisto. È stato inoltre scavato un imponente edificio di m 6,60 X 7,70 che, essendo addossato al muro di cinta, forse originariamente costituiva un torrione che fu comunque abbandonato alla fine del periodo geometrico recente. Nella parte occidentale dell'acropoli ulteriori ricerche hanno messo in luce i resti di un piccolo tempio arcaico prostilo a due colonne in antis. Anche in questo caso è possibile ipotizzare l'esistenza di un santuario più antico sulla base della ceramica, appartenente a un periodo che va dall'inizio dell'VIII sec. a.C. all'età classica, che è stata rinvenuta in associazione a un altare nel vestibolo del tempio.
Alcune torri ellenistiche sono state esplorate sulla costa settentrionale dell'isola, a Tokeli, e su quella nordoccidentale a Tsouka, Ayia Marina e Choreza.
Da segnalare infine l'apertura, nel 1981, di un museo archeologico a Chora dove, oltre ai materiali di Zagora, sono esposti iscrizioni, frammenti architettonici e sculture provenienti soprattutto da Palaiopolis, tra cui l'Hermes e la Grande Ercolanese precedentemente conservati al Museo Nazionale di Atene. Un catalogo delle sculture è stato realizzato da L. Palaiokrassa.
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(G. Graziamo)