ANDROLOGIA
Scienza che si occupa degli aspetti riproduttivi e sessuali dell'uomo nelle varie fasi della vita: a. pediatrica, dell'adulto, geriatrica. Sviluppatasi come scienza clinica negli ultimi trent'anni, ha contribuito notevolmente alla conoscenza dei meccanismi che sono alla base della riproduzione e della sessualità maschile, consentendo mirati interventi preventivi e curativi.
In ambito riproduttivo, le maggiori conoscenze si sono avute dagli studi sulla regolazione ormonale dell'asse ipotalamo-ipofisi-testicolo. Sono stati scoperti, nel senso dell'identificazione e della riproduzione in laboratorio, i fattori di rilascio delle gonadotropine ipofisiarie (releasing-hormones), sostanze di natura peptidica che, prodotte nell'ipotalamo sotto la diretta influenza di neurotrasmettitori provenienti dai centri nervosi superiori, inducono il rilascio delle gonadotropine da parte dell'ipofisi.
Queste gonadotropine, FSH e LH, agiscono a loro volta sul testicolo legandosi ai relativi recettori. Mentre l'LH ha un'azione di stimolo sulle cellule del testicolo (cellule di Leydig) capaci di produrre il testosterone, l'FSH è l'ormone che induce l'avvio della spermatogenesi al momento della pubertà. Il testosterone è l'ormone capace, successivamente, di mantenere la dinamica evoluzione cellulare (meiosi) delle cellule staminali da spermatogoni (cellule primordiali) a spermatozoi. Piuttosto recentemente è stato isolato e riprodotto in laboratorio un nuovo ormone (inibina) che, prodotto da cellule testicolari intratubulari (cellule di Sertoli), ha a sua volta un'azione d'inibizione sul rilascio delle gonadotropine ipofisarie. Tutto questo per consentire la fisiologica omeostasi di stimolo-inibizione della capacità riproduttiva umana.
Nuove acquisizioni sono state ottenute nel campo della seminologia. Si è dimostrato cioè che, per fecondare, occorre che nel liquido seminale gli spermatozoi raggiungano un certo numero (normalmente 20 milioni/cc, anche se sono continuamente riportate gravidanze con densità nemaspermiche notevolmente inferiori), che abbiano un certo tipo di motilità (progressiva-rettilinea) e che posseggano determinate caratteristiche enzimatiche (nel cappuccio acrosomiale) e strutturali (del nucleo cellulare) in grado di assicurare quelle caratteristiche cellulari di maturità e di capacità di penetrazione nella cellula uovo proprie dello spermatozoo idoneo alla fecondazione. In questo senso sono oggi disponibili in laboratorio numerosi esami diagnostici atti a valutare la capacità riproduttiva del seme.
In senso preventivo, si è rivelato di grande importanza il precoce riconoscimento di una situazione di criptorchidismo (uno o entrambi i testicoli ritenuti nel canale inguinale o nell'addome). L'anomala posizione del testicolo nell'addome, se non corretta con cure mediche e/o chirurgiche, può comportare l'atrofia dello stesso con notevoli conseguenze sulla fertilità futura. È stata inoltre dimostrata una più elevata incidenza di tumori nei testicoli ritenuti. Il trattamento medico va effettuato con cure ormonali (gonadotropine HCG) ed è buona norma eseguirlo il più precocemente possibile. In caso d'insuccesso o di parziale successo, il successivo intervento chirurgico di orchidopessi verrà in ogni caso facilitato.
La sessuologia andrologica si è arricchita delle più moderne acquisizioni in tema di endocrinologia e neuroendocrinologia. L'istinto sessuale riceve la sua prima sollecitazione di natura ormonale dal testosterone, prodotto dalla gonade maschile all'epoca della pubertà. Questa innesca una serie di meccanismi neurotrasmettitoriali cerebrali che fanno della dopamina e dei GnRH (fattori di liberazione delle gonadotropine) i principali fattori di stimolo dell'attività sessuale, e della serotonina il principale inibitore della stessa. Il testosterone agisce quindi successivamente sia in senso di eutrofismo delle caratteristiche sessuali secondarie (sviluppo del pene, prostata e ghiandole sessuali accessorie; peli, barba e fenotipo maschile in generale) che, sembra, come attivatore del pool dei neurotrasmettitori centrali deputati alla stimolazione dell'impulso sessuale.
L'impotenza, com'è ormai universalmente riconosciuto, non è una malattia a sé stante, ma il sintomo di una sindrome riconducibile a molteplici affezioni. Tra tutte le forme organiche (vascolari, neurologiche, metabolico-ormonali), soltanto una minima percentuale riconosce una causa primariamente testicolare. Più frequenti invece (2÷3%) sono le forme secondarie a disfunzioni ipotalamo-ipofisarie, alcune delle quali legate a inappropriata, o comunque biologicamente inattiva, qualità della secrezione gonadotropinica. La gran parte, infine, delle forme d'impotenza ha come base un'alterata regolazione - in termini di produzione, bilancio e trasmissione − dei neurotrasmettitori centrali. Molti di questi casi sono considerati 'psicogeni' perché si manifestano nel quadro di una condizione più o meno grave di ansia e di depressione. Il riconoscimento di queste forme, l'acquisizione di nuovi farmaci psico-attivi associati a psicoterapia, può oggi consentire anche un rapido recupero dell'attività sessuale e, molto spesso, lo stesso recupero del soggetto nella società.
Bibl.: C. Cassano, D. Andreani, Trattato di endocrinologia, Roma 1977; Oligozoospermia: recent progress in andrology, a cura di G. Frajese, E.S.E. Hafez, C. Conti, A. Fabbrini, New York 1981; Trattato di andrologia, a cura di C. Conti, A. Isidori, Roma 1984; Reproductive medicine, a cura di E. Steinberg, G. Frajese, A. Steinberg, New York 1986.