ANDROCIDE ('Ανδροκύδης, Androcãdes)
Pittore nato a Cizico. Fu contemporaneo e rivale di Zeusi e di Parrasio (Plin., XXXV, 64). I Tebani gli avevano dato a dipingere una battaglia equestre, ma, essendo intervenuta la liberazione della città per opera di Pelopida (379-378 a. C.) e la conseguente guerra, il quadro rimase interrotto e i Tebani poi, scrivendovi il nome di Carone, lo dedicarono a ricordo di un'altra battaglia che essi, sotto la sua guida vinsero a Platea, prima di Leuttra (371 a. C.; Plut., Pelop., 25, 7 segg). Famoso era un suo quadro di Scilla in cui aveva dipinto i pesci intorno ad essa con straordinaria vivezza: si voleva che fosse stato spinto a ciò dalla sua passione di ghiottone (Athen., VIII, 341; Plut., Sympos., IV, 2, 3, 8; 4, 2, 11). Se non il modello, certo egli ha dato l'ispirazione per quella naturalistica rappresentazione dei pesci, prediletta dal musaico romano sia come natura morta sia come scena del vivaio o del fondo marino, nell'uno o nell'altro caso veramente espressione artistica di ghiottoneria.
Bibl.: B. Saven, in Thieme-Becker, Künstler-lexicon, I, p. 488; E. Pfuhl, in Malerei und Zeichnung der Griechen, II, pp. 695, 698.