ANDRISCO ('Ανδρίσκος, Andriscus)
Nacque ad Adramittio da umile famiglia intorno al 180 a. C. Sfruttando la sua somiglianza con Perseo re di Macedonia, si fece passare per un figlio spurio di lui, poi volle farsi credere Filippo figlio di Perseo (onde fu detto Pseudofilippo), e avanzò pretese sul regno paterno. Militando al soldo di Demetrio I di Siria, Andrisco sperò di averne aiuti per la conquista del trono di Macedonia; ma Demetrio lo fece arrestare e lo consegnò ai Romani (153 a. C.). Venne, relegato in una citta italica, donde fuggì a Mileto, e da un musico macedone fu introdotto presso Callippa, già concubina di Perseo, la quale gli diede le insegne regali, due paggi e danaro. Con questi aiuti Andrisco andò niella Tracia; ottenne dal principe Teres 100 soldati, e altrettanti da altri regoli e tribù della Tracia, e quindi passò in Macedonia. Con due vittorie nella valle dello Strimone s'impadronì della regione (149 a. C.), ove fu bene accolto dai ceti inferiori della popolazione, venne salutato re e fece di Pella la sua capitale. Forse allora i Cartaginesi gli offersero aiutì di denaro e di navi. I Romani mandarono in Grecia un'ambasceria con a capo P. Cornelio Scipione Nasica; poi il pretore P. Iuvenzio che fu sconfitto ed ucciso (148 a. C.); infine il pretore Q. Cecilio Metello con due legioni, mentre Attalo II di Pergamo cooperava con la sua flotta coi Romani. A sud di Pidna avvenne il primo scontro in cui la cavalleria di Andrisco defezionò; e i due corpi in cui egli divise la fanteria furono tosto assaliti e sconfitti separatamente da Metello. Rinnovata invano la lotta, Andrisco vinto dovette rifugiarsi presso il dinasta Byzes, che lo consegnò a Metello. Questi mandò Andrisco a Roma, dove ornò poi il trionfo del vincitore. I Romani dopo questa guerra ridussero la Macedonia a provincia romana.
Polyb., XXXVII, 2 e 9; Liv., Perioch., 49 e 50; Diod., XXXI, 40 a; XXXII, 9 a, b, 15; Iustin., XXXV,1; Strab., XIII, p. 624; Flor., I, 30; Eutr., IV, 13; Ammiano Marc., XIV, 11, 31; Zonar., IX, 28, 2. La nuova epitome liviana, Oxyrh. Pap., IV, 668,1, 100 segg. e 107 seg. ci permette di fissare la spedizione di Iuvenzio nel 148 a. C.
Bibl.: Th. Mommsen, Storia di Roma antica, trad. it., Torino 1904, II, p. 34 segg.; W. Ihne, Röm. Gesch., Lipsia 1868, III, p. 244 segg.; B. Niese, Gesch. der griech. und mak. Staaten, Gotha 1903, III, p. 331 segg.; G. Cardinali, Lo Pseudo-Filippo, in Riv. di fil. class., XXXIX, 1911, p. i segg.