BIANCHI, Andriolo (Andreolo) de
Il nome di questo architetto e orafo fu rivelato dal Tassi, che pubblicò il documento di consegna e di pagamento della croce processionale di argento dorato conservata nel tesoro di S. Maria Maggiore in Bergamo. Tale documento, tratto dal Liber Banchalium in Ecclesia S. Mariae Maioris coeptus de anno 1376(che è oggi XXXVII-III nella Biblioteca civica di Bergamo), al f. 32 cita il nome del maestro "Mag. Andriolus de Blanchis f. q. Petri civis Pergomensis" e ci dà la data di inizio della fattura della croce: 22 febbr. 1389, e di consegna: 14 ag. 1392. Il Pinetti (1924) ha reso nota una serie di inventari trecenteschi e quattrocenteschi in cui tale croce è citata. Considerata un capolavoro della oreficeria gotica italiana, essa reca inscritta la data 1392 e i nomi dei presidenti della fabbriceria.
Ancora il Tassi indicò nel B. l'architetto che condusse a termine nel 1398, dopo i danni subiti per un ciclone, l'edicola terminale del portale settentrionale di S. Maria Maggiore in Bergamo, con le statue della Vergine, di S. Esteria e S. Grata, desumendo ciò dal Liber expensarum ecclesie an. 1396-1399, conservato nella Bibl. civica di Bergamo. Il Baroni e il Toesca limitano la sua attività alla parte architettonica, vedendo nelle statue discordanza stilistica con lo stile della croce d'argento, e concordanza invece con le statue della loggia del portale sottostante all'edicola. Il Baroni poi riferisce all'attività del B. il fregio del protiro meridionale della stessa chiesa, poiché le parti scultoree della croce d'argento sono "molto prossime come stile alle figure sedute degli scalpellini sull'ala destra del fregio". Non pare aver fondamento infine l'accostamento all'arte del B. dell'arca di Mastino II a Verona, voluto dal Meyer e già confutato da A. Venturi.
Bibl.: F. M. Tassi,Vite dei pittori,scultori e architetti bergamaschi, Bergamo 1793, pp. 12-14; P. Locatelli,Illustri Bergamaschi, III, Bergamo 1879, pp. 199 s., 207, 388 s.; A. G. Meyer,Lombardische Denkmäler des vierzehnten Jahrhunderts, Stuttgart 1893, pp. 62 s., 65, 83 s.; Id.,Die Portale von Sa. Maria Maggiore zu Bergamo, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XVII(1894), pp. 26-28; V. Muzio,Note e ricordi della esposizione di arte sacra, Bergamo 1899, p. 40; A. Venturi,Storia dell'arte italiana, IV, Milano 1906, p. 772; E. Fornoni,Orefici e gioiellieri bergamaschi anteriori al XVII sec., in Atti dell'Ateneo di Bergamo, XX(1907-8), pp. 14-16; A. Pinetti,Due croci gotiche nella Basilica di Gandino e in S. Maria Maggiore di Bergamo, in Riv. di Bergamo, III (1924), n. 27, pp. 1395-1400; Id.,Il tesoro della Basilica di S. Maria Maggiore secondo un inventario del Quattrocento, in Bergomum, XIX(1925), pp. 3, 4; Id.,Cronistoria artistica di S. Maria Maggiore,ibid., XX(1926), pp. 143-149; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, A. Pinetti,Provincia di Bergamo, Roma 1931, pp. 94 s.; C. Baroni,Scultura gotica lombarda, Milano 1944, pp. 48. 49, 51, 130, 147; P. Toesca,Il Trecento, Torino 1951. pp. 94, 388. 919; S. Angelini, S. Maria Maggiore di Bergamo, Bergamo 1959, pp. 41, 59, 136; L'Art européen vers 1400 (catal. della mostra), Vienna 1962, p. 300; A. Meli, in L'Eco di Bergamo, 20 apr. 1962, 29 giugno 1963; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, III, p. 580.