Filosofo (n. Edimburgo 1856 - m. presso Selkirk 1931), prof. (1891-1919) di logica e metafisica all'univ. di Edimburgo. In polemica con le tendenze predominanti nel pensiero inglese del tempo, specie con l'idealismo assoluto di F. H. Bradley e di B. Bosanquet, teso a riassorbire, coerentemente all'impostazione hegeliana, il soggetto, il singolo, nell'assoluto, fu l'esponente più autorevole di un idealismo imperniato sulla personalità umana. Di qui la sua resistenza alle interpretazioni idealistiche del kantismo, la sua propensione verso lo spiritualismo di R. H. Lotze, lo sfociare, da ultimo, della sua riflessione in una forma di teismo. Opere principali: The development from Kant to Hegel (1882); Scottish philosophy (1885); Hegelianism and personality (1887); Two lectures on theism (1897); Man's place in the cosmos and other essays (1897); The philosophical radicals and other essays (1907); The idea of God in the light of recent philosophy (1920); Studies in the philosophy of religion (1930); The Balfour lectures on realism (post., a cura di G. F. Barbour, 1933).