RENFREW, Andrew Colin
Studioso britannico di preistoria, nato a Stockton il 25 luglio 1937. Nominato professore di Archeologia all'università di Southampton (1972-81), dal 1981 è Disney professor of Archaeology all'università di Cambridge, dove dirige il Mcdonald Institute for archaeological research. Negli anni Settanta, partendo dalle premesse teoriche della New Archaeology, R. ha elaborato metodologie originali e ricostruzioni di ampio respiro della preistoria europea: sulla base di dati precisi derivati dalle datazioni assolute al radiocarbonio, ha rifiutato ogni ipotesi diffusionista, dimostrando l'anteriorità e quindi l'autonomia di sviluppo delle culture europee rispetto a quelle del Vicino Oriente e in parte dell'Egeo.
Nella sua definizione di cultura R. dà ampio spazio allo studio e alla considerazione dell'ambiente: l'ambiente non è statico, ha carattere multidimensionale e può essere definito, in rapporto all'attività umana, "un amalgama di manufatti". L'interazione uomo-ambiente è sempre costante e la civiltà può essere vista come creazione da parte dell'uomo di un ambiente artificiale sempre più complesso, causa a sua volta di un progressivo isolamento dal mondo della natura. L'utilizzazione della teoria dei sistemi per cogliere i processi di sviluppo all'interno delle società preistoriche porta all'enucleazione di alcuni sottosistemi principali, ritenuti validi strumenti d'indagine: per es. quello della sussistenza, della tecnologia, della vita sociale, del mondo simbolico; particolare attenzione viene rivolta all'analisi dei meccanismi e dei modi dello scambio (accesso diretto, reciprocità, redistribuzione, mercato, ecc.) e alla costruzione di modelli spaziali per identificarne le tracce archeologiche. L'interesse di R. per l'aspetto sociale delle civiltà preistoriche fa sì che egli parta dalla classificazione di R.E. Service delle società primitive (banda, tribù, chiefdom, stato), cercando di collegare le varie categorie a una relativa organizzazione spaziale, individuabile nelle differenze insediamentali. L'interrelazione tra sottosistemi e il loro equilibrio garantisce un ottimale adattamento tra società e ambiente: squilibri o variazioni in un sottosistema provocano alterazioni a catena (multiplier effect), che si modificano secondo sistemi di ''aggiustamento''. L'uso di modelli così strettamente collegati alla teoria dei sistemi si rivela particolarmente vantaggioso in alcune applicazioni archeologiche, così come l'uso di modelli derivati da altre discipline (per es. l'applicazione dei poligoni di Thiessen − modello derivato dalla geografia locazionale − all'interpretazione delle manifestazioni megalitiche inglesi, suggerisce ipotesi di lavoro particolarmente interessanti: i megaliti verrebbero a porsi al centro di territori equivalenti, con il significato di indicatori e demarcatori territoriali, risultato di un lavoro collettivo, centri di aggregazione di gruppi territorialmente sparsi ma culturalmente omogenei). Altri modelli, come quello ''a tenda'' (X tent), che rappresenta graficamente l'influenza di un centro in rapporto alle sue dimensioni e alla distanza dai centri minori, rivelano l'interesse di R. per approcci diversificati a problemi di ampio respiro.
Opere principali: The emergence of civilisation. The Cyclades and Aegean in the third millennium B.C. (1972); Before civilisation. The radiocarbon revolution and prehistoric Europe (1973); Problems in European prehistory (1979); Archaeology. Theories, methods and practice, in collaborazione con P. Bahn (1991). Ha curato anche: The explanation of culture change. Models in prehistory (1973); Mathematical approaches to culture change, in collaborazione con K.L. Cooke (1979); Theory and explanation in archaeology, in collaborazione con M.J. Rowlands e B.A. Seagraves (1982).