CATTANEO (Della Volta), Andreolo
Figlio di Andreolo della Volta, nato a Genova attorno alla metà del sec. XIII, portò il nome del padre, ma fu tra i primi ad adottare il nuovo cognome di Cattaneo che la famiglia assunse nel 1301 quando si fuse con altre per costituire l'"albergo" Cattaneo.
Dedito in prevalenza, come altri membri della famiglia, al commercio (nel gennaio 1287 acquista, a nome proprio e di alcuni soci, una partita di panni francesi impegnandosi a pagare entro marzo 955 lire), si sposò con Eliana, figlia del celebre Benedetto Zaccaria, signore di Chio e di Focea.
Il matrimonio gli aprì la via per insediarsi a Focea, importante soprattutto per la ricca produzione di allume: infatti nel 1307 alla morte di Benedetto, il figlio ed erede, Benedetto II o Paleologo, in seguito a disaccordi con il cugino Tedisio Zaccaria, lasciato dal padre amministratore di Focea, lo sostituì col Cattaneo. Tedisio assoldò allora la famosa compagnia catalana di Raimondo Muntaner di stanza a Gallipoli la quale il giorno di Pasqua del 1307 occupò e mise a sacco Focea. L'occupazione fu però di breve durata poiché il Muntaner non si sentiva in grado di difendere in modo valido Focea, troppo esposta agli attacchi dei corsari turchi, i quali si erano impadroniti di alcune isole dell'Arcipelago e scorrazzavano per l'Egeo.
Il C. rientrò allora a Focea, in qualità di amministratore, e provvide subito a far eseguire lavori di difesa che consentirono ai Genovesi di abbandonare la città vecchia e di fortificarsi in una nuova, richiamandovi anche altri concittadini desiderosi di sottrarsi all'avanzata dei Turchi nell'Egeo.
Saltuariamente il C. abbandonava Focea per recarsi a Genova a curare i propri interessi commerciali, legati ora anche alla vendita dell'allume e svolti talvolta tramite dei procuratori. Il 7 marzo 1310 acquistò una partita di panni impegnandosi a pagare entro giugno quasi 1800 lire; il 20 aprile dello stesso anno Luchetto de Mari, come procuratore dei fratelli Andreolo e Corradino Cattaneo, vendette 1145 cantari di allume caricati su di una galea diretta a Bruges per 4 lire al cantare. Il 31 maggio 1311 Domenico Doria si impegnò a pagare in Siria 800 bisanti d'oro d'Alessandria al C. che quello stesso giorno, forse in procinto di lasciare la città, nominò suoi procuratori Lanfranchino Doria e Luchino Cattaneo. Nell'agosto 1313 infine Manuele Bonanni dichiarò di aver ricevuto del danaro dal Cattaneo.
Nel 1314 il C. divenne signore di Focea in seguito alla morte di Paleologo Zaccaria privo di eredi. Il C. continuò la sua opera di consolidamento della difesa di Focea Nuova e per assicurarsi la sicurezza dei trasporti di allume concluse un accordo con il capo locale dei Turchi, Sarukhan, al quale versò un tributo annuo. Ma oltre che agli attacchi turchi Focea dovette far fronte alle minacce dell'imperatore greco Andronico II il quale cercava di riconquistare le località dell'Egeo già possesso dell'Impero. Impadronitosi di Chio e stipulato un accordo con Sarukhan allo scopo di prevenirne l'intervento a fianco dei Genovesi, nel 1329 l'imperatore puntò su Focea. Qui il governo era stato affidato ad Arrigo Tartaro dal C. il quale si era recato a Genova per affari. Nonostante che la guarnigione contasse 52 cavalieri e 400 fanti, Arrigo preferì evitare lo scontro diretto: aprì le porte della città all'imperatore e ne riconobbe la sovranità. Andronico II, a sua volta, partendo dopo due giorni, concesse al C. di governare Focea come rappresentante imperiale. Questa abile mossa, con ogni probabilità condivisa dal C., gli permise di conservare la località.
Il C. morì nel 1331.Fu sepolto a Genova nella chiesa di S. Domenico.
Il figlio Domenico tentò nel 1340 di ampliare il dominio familiare con la conquista di Lesbo; ma fallì nel suo tentativo, con la conseguenza che l'imperatore gli tolse anche il governo di Focea.
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