ARISI (Arese, de Arisiis), Andreolo
Figlio di un Antonio, fu notaio imperiale e segretario del conte di Virtù, Gian Galeazzo Visconti, a partire almeno dal 1377. Gian Galeazzo si valse di lui anche per alcune missioni diplomatiche in Francia: così nel 1388, allorché lo inviò insieme con il conte Antonio Porro di Pollenzo e altri ambasciatori per richiedere al duca Luigi d'Orléans l'atto di ratifica del suo matrimonio con Valentina Visconti. L'atto fu sottoscritto dal duca e dagli ambasciatori milanesi il 2 dic. 1388 presso Pontoise. Di nuovo fu inviato in Francia nel nov. 1394 per accompagnare l'attivissimo Niccolò Spinelli, incaricato di realizzare la tanto auspicata alleanza col re Carlo VI: le trattative giunsero a felice conclusione il 31 ag. 1395. Nella stessa occasione l'A. e gli altri ambasciatori milanesi ebbero anche incarico di prendere contatti col duca d'Orléans. Il 6 sett. 1398 l'A. ricevette procura dal cavaliere Iacopo dal Verme per tenere a cresima Gabriele, figlio del duca Gian Galeazzo. L'A. fu infine uno dei rogatori del testamento di Gian Galeazzo (morto nel 1401).
I servizi dell'A. furono apprezzati e adeguatamente compensati dai signori di Milano: da un atto del duca Filippo Maria Visconti del 10 apr. 1414 risulta infatti che a tale data l'A. godeva del possesso di rendite e terre ducali nella zona di Melegnano per un cospicuo valore.
L'A. fu inoltre uomo di vasta cultura e in cordiale relazione con umanisti del tempo. Insieme con l'amico Uberto Decembrio, fu del gruppo dei lombardi amici e ammiratori di Coluccio Salutati. Lo stesso Salutati gli diresse alcune lettere, tra le quali è importante, per il suo contenuto politico, una del 25 ott. 1385; in essa il cancelliere fiorentino giustifica la cattura di Bernabò Visconti come necessaria alla tranquillità d'Italia. In altra lettera del 14 luglio 1396, diretta a jean de Montreuil, il Salutati riferisce la voce corrente che l'A., durante le sue lunghe dimore in Francia, avesse trovato un codice integro del De institutione oratoria di Quintiliano. Uberto Decembrio ci presenta l'A., con molte lodi, tra gli interlocutori del Moralis philosophiae dyalogus, che s'immagina svolto proprio nella casa dell'A.: gli altri amici partecipanti alla conversazione sono Beltramino Rivola e Lazzarino Resta. L'A. vi appare come uno studioso dei filosofi antichi, specialmente di Seneca e Cicerone; ma la sua cultura s'estende anche alla storiografia, alla matematica, all'astronomia, alla fisica, alla medicina. Nello stesso dialogo l'A. si lamenta che una penosa malattia lo tenga di solito lontano dagli eruditi conversari con gli amici. P, verosimile che verso gli anni in cui il dialogo decembriano (che èancora inedito nella Biblioteca Ambrosiana, B. 123, sup.)venne composto, cioè il 1421-22 (secondo il Borsa), l'A., avanti con l'età e malato, si fosse ritirato dall'ufficio; a coronamento della carriera il duca Filippo Maria gli concesse il titolo di consigliere ducale. Non si conosce con esattezza la data della sua morte.
Fonti e Bibl.: L. Osio, Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi, I, Milano 1864, p. 201; II, ibid. 1869, pp. 32 s.; Epistolario di Coluccio Salutati, a cura di F. Novati, II, Roma 1893, in Fonti per la Storia d'Italia, XVI, pp. 139, 146; III, ibid. 1896, ibid., XVII p. 146; C. Manaresi, I registri Viscontei, I, Milano 1915, p. XXXII; C. Santoro, Il registro di Giovannolo Besozzi, Milano 1937, passim (cfr. Indice);P. C.Decembrio, Opuscula historica, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XX, 1, a cura di A. Buti, F. Fossati, G. Petraglione, p. 340; F. Arisi, Cremona literata, I, Parma 1702, p. 229; V. Lancetti, Biografia cremonese, I, Milano 1819, p. 322 (si noti che questi storici cremonesi ascrivono l'A. ad un presunto ramo milanese della famiglia Arisi di Cremona); G. Romano, Nuovi documenti viscontei tratti dall'archivio notarile di Pavia, in Arch. stor. lombardo, XVI(1889), p. 306; Id., Tornandoci sopra (a proposito di alcuni recenti studi sul matrimonio di Valentina Visconti col duca di Touraine), ibid., XXIX(1902), pp. 111, 117 s.; M. Borsa, Un umanista vigevanasco del sec.XIV, Genova 1893, pp. 25 ss.