MICHALKOV KONCALOVSKIJ, Andrej
Michalkov Končalovskij, Andrej (propr. Andrej Sergeevič Michalkov)
Regista e attore cinematografico russo, nato a Mosca il 20 agosto 1937. Ha rappresentato una delle personalità più significative del rinnovamento del cinema sovietico degli anni Sessanta e successivamente ha saputo mantenere con coerenza uno stile semplice e lineare a supporto di storie complesse e problematiche, ma risolte sempre con grande tenuta spettacolare e penetrazione psicologica. È stato difficile il suo rapporto con le istituzioni sovietiche, spesso rigide nei confronti dei film da lui diretti, fino ad arrivare al punto di proibirne la distribuzione. E proprio questi contrasti lo hanno spinto a trasferirsi negli Stati Uniti, dove è riuscito a portare avanti la sua opera anche se con esiti talvolta diseguali. Nel 1979 con Sibiriada (1978; Siberiade) ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes e nel 2002 il Gran premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia con Dom durakov (La casa dei matti).Pronipote del pittore Vasilij I. Surikov, M. K. nacque in una famiglia di intellettuali: il padre era scrittore per ragazzi e la madre, Natal′ja Končalovskaja, era traduttrice e poetessa; il fratello minore è il regista Nikita Michalkov dal quale Andrej volle differenziarsi negli anni Ottanta assumendo il cognome della madre. Dopo aver studiato pianoforte al Conservatorio Čajkovskij, si dedicò al cinema diplomandosi nel 1965 al VGIK di Mosca, pur lavorando già dal 1960 come attore e sceneggiatore. Fu collaboratore di Andrej A. Tarkovskij sul set di Ivanovo detstvo (1962; L'infanzia di Ivan) e sceneggiatore di Andrej Rublëv (1969; Andrej Rubliov). Dopo aver girato il cortometraggio Mal′čik i golub′ (1960, Il ragazzo e la colomba), esordì nel lungometraggio con Pervyj učitel′ (1965; Il primo maestro), tratto da un racconto di Č.T. Ajtmatov e girato in Kirghizistan, in cui si affronta il tema dello scontro tra tradizione e rinnovamento. La sua opera seconda, Asino sčast′e (La felicità di Asja), intitolata anche Istorija Asi Kljačinoj, kotoraja ljubila, da ne vyšla zamuž (Storia di Asja Kljačina che amò senza sposarsi), girata nel 1966 e non distribuita fino al 1988, è la storia di una contadina zoppa, contesa da due uomini che ella rifiuta però di sposare. Il film restò per vent'anni bloccato dalla censura a causa di un intreccio che, nel raccontare con abilità la vicenda intima di tre personaggi, trasforma però il microcosmo rappresentato in una metafora della società russa contemporanea. Lo stile, particolarmente asciutto, si rivela al contempo capace di aprirsi al pathos e a una riflessione del tutto anticonvenzionale sui rapporti umani e sociali. Negli anni immediatamente seguenti, per evitare ulteriori dissapori con l'organo di censura, il regista cercò ispirazione in fonti letterarie: con Dvorjanskoe gnezdo (1969; Nido di nobili) e Djadja Vanja (1970; Zio Vanja) realizzò infatti due corretti e suggestivi adattamenti per il grande schermo, rispettivamente dalle pagine di I.S. Turgenev e A.P. Čechov. Ma il primo grande successo di pubblico lo ottenne con il successivo Romans o vljublënnych (1974, La romanza degli innamorati), storia di un amore complicato dalla guerra, con cui si riscattò anche agli occhi di una critica che lo aveva sempre trattato con freddezza. Seguì il kolossal di impianto epico, Sibiriada, ampio affresco storico, con al centro due famiglie rivali in un villaggio della Siberia, che affronta sessant'anni di storia russa, prima e dopo la Rivoluzione d'ottobre, senza trascurare atti di eroismo e intrecci amorosi, con un lavoro di grandi ambizioni per il quale il regista attendeva riconoscimenti ufficiali che invece mancarono. Al contrario, il film fu colpito dalla censura e questo spinse M. a trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, dietro invito dell'attore Jon Voight.
Qui, dopo il cortometraggio Split cherry tree (1982), si è dedicato a un film di grande respiro, Maria's lovers (1984), incentrato sulla fragilità dei rapporti interpersonali quando tra le promesse e la loro realizzazione si frappone la guerra. Il film, ancora profondamente russo nello sguardo, nella descrizione dei luoghi (un piccolo centro della Pennsylvania) e nella presentazione dei personaggi, testimonia tuttavia la spinta verso una nuova ricerca stilistica e tematica, confermata poi nelle successive opere. Il soggiorno a Hollywood, infatti, ha avvicinato il regista ai generi, frequentati con rigore, ma rivisitati in senso assolutamente personale. In questo clima sono nati Runaway train (1985; A 30 secondi dalla fine), da una sceneggiatura di Kurosawa Akira, robusto film d'azione che segue un evaso in fuga e la sua corsa frenetica su un treno senza macchinista lanciato a tutta velocità; il melodramma Duet for one (1986), storia di una musicista colpita da una malattia che la costringe a smettere di suonare, e Shy people (1987; I diffidenti), film a sfondo sociale che mette a confronto il mondo povero e chiuso della gente del Sud del Paese con la vita della New York più snob. Tango & cash e Homer & Eddie, realizzati entrambi nel 1989, sono due opere collocate ancora in una dimensione di transizione e di studio che avrebbe poi portato a un'ulteriore svolta con Il proiezionista (1992), uscito in Russia con il titolo Bližnij krug, una coproduzione italo-russa che ha segnato il ritorno a un cinema di impegno politico. Scegliendo la strada della ricostruzione storica a partire da un punto di vista individuale e dunque parziale, il regista coglie la Russia stalinista attraverso lo sguardo del protagonista, il proiezionista ufficiale del Cremlino, accecato dall'incondizionata adorazione per Stalin. Un ritorno alle radici della cultura russa è rappresentato dal film Kuročka Rjaba (1994; Asja e la gallina dalle uova d'oro), in cui il personaggio della contadina zoppa Asja, già descritto nel precedente Asino sčast′e, ricompare al centro di una storia semplice e densa di rimpianto. Impegnato anche nella lavorazione di un film per la televisione, The odyssey (1997), M. K. ha in seguito realizzato Dom durakov, ambientato in un ospedale psichiatrico della Cecenia sconvolta dalla guerra civile.
Aldilà del disgelo. Cinema sovietico degli anni Sessanta, a cura di G. Buttafava, Milano 1987, pp. 127-32 e 163.
F. Vigni, Andrei Končalovskij, Milano 1995.
Novejšaja istorija otečestvennogo kino 1986-2000, I, Kinoslovar′, t. 2, Sankt Peterburg 2001, ad vocem.
Andrej Končalovskij, a cura di M. Causo, E. Gaglianone, Cantalupa Torino (2003).